Il Partito Democratico e la sindrome di Crono a Frosinone

Uccidere i propri figli, come l'oracolo che prediceva che uno dei neonati, una volta cresciuto, sarebbe stato golpista. Come a Frosinone

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Con il “mito di Crono”, o la cosiddetta “sindrome di Crono”, viene indicata la patologia psichica di un padre che desidera, o addirittura esegue, l’omicidio di un proprio figlio. Così come suo padre Urano, infatti, anche Crono voleva uccidere i suoi figli. Un oracolo gli aveva predetto che uno dei suoi neonati, una volta cresciuto, lo avrebbe prima o poi spodestato.

Per impedire questo, essendo anche i figli degli immortali, non potendo semplicemente ucciderli, appena nati li ingoiava. Francisco Goya uno dei più famosi pittori spagnoli, vissuto tra il 1700 e il 1800, ha creato un dipinto di popolarità planetaria, proprio per raffigurare questa che è una pietra miliare della mitologia greca.

Viene utilizzata per raffigurare una situazione nella quale una persona è “affossata” proprio da chi l’ha creata e costruita. Per il timore di essere detronizzato. Mutatis mutandis. E’ una situazione assimilabile a quello che è accaduto nel corso degli ultimi 20 anni a Frosinone nel Partito Democratico.

Memmo, sfidante e alleato

Michele Marini (Foto: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi)

L’ultima volta che il centrosinistra ha governato il Capoluogo è stato nel lontano maggio 2007 con Michele Marini che diventò sindaco con 53,34% dei consensi, battendo i candidati del centrodestra/centro Adriano Piacentini e Riccardo Mastrangeli.

Prima di lui, per 10 anni il sindaco di Frosinone d’espressione Pd era stato Domenico Marzi. Proprio l’ex sindaco Marzi è stato, di nuovo, lo sfidante della sinistra e dell’area Progressista contro Riccardo Mastrangeli (civico in quota Lega) nelle ultime elezioni del 2022. Due sindaci ex Pd che di fatto oggi a Frosinone, sostengono o comunque collaborano, di certo non lo contestano, con il sindaco di centrodestra.

Michele Marini in Aula è rappresentato dal Consigliere Andrea Turriziani, che è ormai da tempo organico alla maggioranza. Anzi ne fa parte. Domenico Marzi ha sottoscritto un patto di desistenza con Mastrangeli, per non farlo cadere prima della fine naturale della consiliatura. Un patto che potrebbe trasformarsi tra qualche tempo, dopo l’approvazione del Bilancio, in una vera e propria collaborazione amministrativa.

Michele organico alla maggioranza

Domenico Marzi

Al di la delle decisioni politiche personali, assolutamente legittime di entrambi gli ex sindaci del Pd Marzi e Marini, è un fatto oggettivo che il Partito Democratico non abbia fatto nulla negli anni passati ed anche recentemente per “tenerseli stretti”. Per non mangiarseli.

Anzi. E’ un fatto chi è stato sindaco di Frosinone, diventa poi politicamente troppo ingombrante. Meglio stroncare sul nascere ogni eventuale aspirazione futura. Ma non finisce qui. L’attitudine alla “sindrome di Crono” nel Pd cittadino, non è si ancora del tutto esaurita.

Fa parte della cronaca politica locale, infatti, la circostanza che qualcuno, all’interno del Partito, abbia tentato di “divorare” il CapoGruppo Dem in Consiglio Comunale Angelo Pizzutelli.

Mangiarsi Pizzutelli

Angelo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

Provando a “segarlo”, sia all’interno della costituzione della nuova Segreteria, che in prospettiva candidato sindaco del polo progressista nel 2027. Della serie, portiamoci avanti con il lavoro.

Pizzutelli però si è reso “indigeribile” di fronte a questo tentativo di “avvelenamento amico dei pozzi” e subito ha rassegnato le dimissioni da Capogruppo in Comune.

Sono in corso trattative nel Partito per una disponibilità a valorizzare ed a riconsiderare il lavoro e il ruolo del gruppo consiliare al Comune Capoluogo. Un altro pezzo da novanta, Pizzutelli è uno che ad ogni elezioni porta a casa dai 700 agli 800 voti, che il Pd prova a divorare. Dopo Marzi e Marini.

La situazione surreale

Foto © Stefano Strani

Situazione ulteriormente surreale. Il Bilancio di previsione di una amministrazione formalmente di centrodestra verrà discusso (e approvato) in aula il prossimo 2 aprile, avrà il via libera. E lo avrà diretto (con il SI di Turriziani) o indiretto (con il possibile voto di astensione del Gruppo Marzi) anche grazie agli ultimi due sindaci di Frosinone del Partito Democratico.

Se non costituisce un unicum nella storia politica italiana, ci si avvicina molto.