
Il Consiglio comunale di Frosinone questa sera si è occupato di impianti sportivi. Si andrà verso un nuovo bando per la gestione dello Stadio del Nuoto. Anac individua carenze da parte del Comune. Mentre il comportamento della Bellator è stato regolare
Nessun ostruzionismo, nessun aumento spropositato delle tariffe, nessuna irregolarità nella gestione del bar. Ma un errore, pesante, da parte del Comune di Frosinone: la manutenzione straordinaria del manto di copertura dello Stadio del Nuoto doveva pagarla il gestore, non l’ente pubblico.
Lo ha stabilito l’Anac, l’Autorithy nazionale Anti Corruzione, al termine dell’istruttoria sulla gestione temporanea della piscina affidata alla società Bellator Frusino dal 1° settembre 2024 al 30 settembre 2025. La decisione era stata presa in attesa della gara per l’affidamento definitivo. L’indagine è partita da una segnalazione del 30 gennaio 2025.
Accuse infondate

Le contestazioni riguardavano presunti comportamenti ostili verso altre società sportive, aumenti tariffari non giustificati e un’irregolarità sull’assegnazione del punto ristoro. L’Anac ha respinto ogni addebito: i rapporti con le altre società sono stati corretti, come dimostra la documentazione inviata dalla Bellator il giorno successivo alla presa in consegna dell’impianto.
Sull’aumento delle tariffe, l’Autorità ha ritenuto fondata la spiegazione fornita dal gestore: le nuove tariffe includono un canone concessorio prima assente e sono in linea con quelle applicate in ambito provinciale. Anche sul bar, tutto regolare: il contratto del precedente esercente era scaduto e la gestione del ristoro rientra tra le attività autorizzate dal capitolato.
L’errore: chi doveva pagare il tetto

Il nodo è il tetto. O meglio: i 40.000 euro spesi dal Comune per sistemare il manto di copertura dell’impianto, danneggiato. Secondo l’Anac, il costo spettava al gestore, come previsto dal capitolato. E anche se non è presente un elenco dettagliato degli interventi a carico del concessionario, non ci sono esclusioni esplicite. Ma il gestore potrebbe ribattere che sul capitolato al quale ha risposto c’era scritto l’esatto contrario. E qui si apre un altro capitolo.
Il Comune ha sbagliato nel metodo, non solo nel merito. L’istruttoria è stata carente: non c’è una perizia tecnica che chiarisca se si tratta di intervento ordinario o straordinario. Se è una riparazione ordinaria sarebbe toccata alla bellator, se fosse stata una riparazione straordinaria allora era in carico al Comune. Ma in ogni caso, secondo giurisprudenza, la sostituzione del manto, se altera caratteristiche originarie, rientra nella manutenzione straordinaria.
L’Anac ha citato anche una recente sentenza del Tar Lazio per sottolineare la necessità di una valutazione tecnica approfondita prima di attribuire gli oneri.
Disallineamenti e mancanza di controllo

A peggiorare la posizione del Comune c’è la discrasia tra i documenti trasmessi e quelli pubblicati dalla stazione appaltante. Una situazione evidenziata con un’interrogazione dal Consigliere di opposizione Angelo Pizzutelli: nel capitolato approvato dalla Giunta comunale c’era scritto che le riparazioni se le pagava chi avesse preso in gestione la struttura, nel capitolato messo a gara dalla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Frosinone c’è scritto che se ne faceva carico il Comune. Per Anac è indice di una filiera di controllo assente, che ha consentito la diffusione di versioni differenti della stessa documentazione, senza che nessuno rilevasse l’incongruenza.
L’Autorità Anticorruzione ha invitato il Comune a rivedere il futuro rapporto con chi sarà il gestore, tenendo conto delle responsabilità nella copertura dei costi.
Adesso l’amministrazione dovrà valutare come procedere, ma il quadro è chiaro: nessuna colpa sul gestore, ma un errore di valutazione e metodo da parte del Comune. Con una certezza: l’assegnazione temporanea, nata per traghettare verso la gara definitiva, si è trasformata in un caso amministrativo. E ora va risolto. Questa sera ne ha parlato anche il Consiglio Comunale: si andrà ad un nuovo bando. Per arrivare ad un’assegnazione che sia definitiva senza dover più procedere a colpi di proroghe.