
La politica estera italiana mostra divisioni nella maggioranza e una ricompattazione dell'opposizione, soprattutto sul caso Ventotene e i centri per migranti in Albania. Le critiche al governo Meloni aumentano, con richieste di alternative. Mercoledì si voterà una mozione di sfiducia contro il ministro Nordio, rivelando tensioni tra le opposizioni.
La maggioranza si divide, le opposizioni si ricompattano: è lo scenario che si delinea in politica estera dopo il complesso tornante delle risoluzioni sul Consiglio Ue della scorsa settimana. Restano sullo sfondo gli strascichi del caso Ventotene: il M5S che accusa i Dem di prestarsi al gioco di Giorgia Meloni. Ma si prova ad andare avanti. Così il centrosinistra va all’attacco in maniera compatta contro il Governo anche sulla vicenda dei centri per migranti in Albania sui quali chiede un passaggio parlamentare.
Nel centrodestra “ormai siamo alla guerriglia quotidiana“, accusa la segreteria Dem Elly Schlein che nei giorni scorsi non ha esitato a evocare una crisi. “Litigano alla ricerca di una linea comune in politica estera che non trovano” ma intanto si allineano nel fregare gli italiani con “tagli e tasse“, accusa Giuseppe Conte.
Prove di disgelo

Certo, i pentastellati che preparano la piazza del 5 aprile, restano concentrati anche sulla questione del riarmo e sono pronti a incalzare il governo su questo fronte con nuove iniziative. Ma dopo le freddezze reciproche, il disgelo sembra poter partire: ad esempio dalle questioni economiche sulle quali sia i Dem che M5s insistono.
Questo è un “governo che naviga a vista“, attacca Schlein e, di conseguenza “non dà risposte agli italiani“. A questo punto osserva il presidente del Pd Stefano Bonaccini “mi auguro che tutti quelli che si definiscono alternativi alla destra trovino le ragioni per una alternativa perché oggi questo non è certamente un Paese più giusto e competitivo di come Meloni l’aveva trovato prima delle elezioni“.
Insomma, evidenzia il leader di SI Nicola Fratoianni, bisogna “continuare a lavorare, per indicare credibilmente un’alternativa di governo. È urgente, è necessario ed è una responsabilità che collettivamente è l’ora di assumersi“. Parole non distanti da quelle di Matteo Renzi. “Davanti a una gestione del potere così proprietaria da parte del governo – dice – alle famiglie che fanno fatica a pagare le bollette, ai salari che non sono adeguati al costo della vita per me provare a costruire una alternativa é doveroso“.
Mercoledì il test

Intanto, un primo banco di prova e di compattezza per le opposizioni ci sarà nel voto di mercoledì prossimo quando la Camera si esprimerà sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un documento sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione ad eccezione di Azione che fa sapere che uscirà dall’Aula. “Abbiamo criticato duramente l’operato di Nordio – spiega il capogruppo Matteo Richetti – con le altre opposizioni, denunciando la totale mancanza di trasparenza sul caso Almasri. Ma al contempo abbiamo sempre detto che presentare mozioni di sfiducia è il più grande regalo alla maggioranza che si possa fare, come dimostra il caso Santanchè“.
Di qui la scelta di non partecipare. E il partito di Calenda si smarca anche annunciando che mercoledì presenterà una propria mozione sul sostegno militare in Ucraina e sull’incremento della spesa per la difesa europea.