Il Pd nel pallone tra tatticismi, lotte intestine e poca voglia di vincere

Le dimissioni di Angelo Pizzutelli da capogruppo al Consiglio comunale di Frosinone certificano una volta per tutte la confusione e l'autolesionismo che regnano all'interno del Partito democratico in Ciociaria. L'esponente Dem pronto a presentarsi alle elezioni del 2027 a capo di una formazione civica trasversale. L'intervento di Stefano Pizzutelli per tentare un recupero

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Ai puristi del pallone non piacerà. Ma c’è un parallelo tra gli ultimi eventi politici locali e quelli calcistici nazionali ed europei: una similitudine nemmeno troppo forzata tra il Partito Democratico e la Juventus. Entrambi sembrano in confusione. Eppure, hanno tutte e due un prestigioso lignaggio.

La Juventus ha vinto 36 scudetti, 15 Coppe Italia, 9 Supercoppe italiane, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppe delle Coppe, 3 Coppe UEFA, 2 Supercoppe UEFA;  2 Coppe Intercontinentali. Il Partito Democratico alle elezioni comunali del 2022 di Frosinone (quelle vinte dal centrodestra e dal sindaco Riccardo Mastrangeli) ha ottenuto 2903 voti, pari al 12.49% dei consensi, risultando il primo Partito del capoluogo.

Proseguendo, alle Regionali del 2023 il Pd a Frosinone ha avuto il 18.93% dei voti, risultando il secondo Partito in città dietro solo all’inarrivabile FdI. Alle Politiche del 2022, sempre nel capoluogo il Pd ha ottenuto il 15,88% dei consensi, confermandosi ancora il secondo Partito a Frosinone, nonostante la performance incredibile del centrodestra ed in particolare di Giorgia Meloni.

Il Pd inoltre ha espresso rilevanti parlamentari nazionali europei, assessori e consiglieri regionali. Un Partito importante, storico, che ha ottenuto grandi vittorie e dalla bacheca particolarmente affollata di trofei. Proprio come la Juventus.

Decisioni e scelte controproducenti

Khephren Thuram durante la partita di Champions Juventus – Stuttgart 0-1 (Foto © DepositPhotos.com)

Entrambi però, da qualche tempo, sembrano complicarsi la vita da soli. Con decisioni, politiche e sportive, apparentemente incomprensibili. E per questo controproducenti. Con una ossessione per la tattica e gli schemi più che per il risultato. Con una evidente mancanza della necessaria voglia di vincere: quella che ha caratterizzato per anni sia la Juventus che il Pd.

La Juventus sembra essere finita vittima del continuo ruotare di idee e formazioni, del suo allenatore: Thiago Motta. La rosa bianconera è stata infilata in un frullatore di capitani, moduli, ruoli e turnover, che hanno sortito la conseguenza di disorientare i giocatori bianconeri. E i risultati si vedono: 16 punti in meno dalla capolista del campionato di serie A: il Napoli.

La squadra dell’Avvocato Agnelli ad oggi,  di fatto, è fuori dalla zona Champions league. Ventesimo posto nella medesima competizione europea nell’edizione 2024-2025. Un disastro sportivo.

Il segnale di Angelo Pizzutelli

I consiglieri del PD Fabrizio Cristofari Norberto Venturi ed Angelo Pizzutelli

Mutatis mutandisLe dimissioni rassegnate sabato da capogruppo Pd al Comune Capoluogo da Angelo Pizzutelli, uno che ad ogni elezione ha macinato sempre valanghe di voti risultando il primo o il secondo degli eletti in assoluto, sono l’ennesimo segnale che il Partito sta sbagliando non solo la strategia. (Leggi qui: Pizzutelli: “Mi dimetto da capogruppo Pd. E mi tengo le mani libere per dopo”).

I vertici provinciali Dem infatti appaiono più concentrati sul Congresso, caratterizzato da ricorsi, controdeduzioni, lotte interne tra le correnti, che a creare le premesse per vincere le Comunali di Frosinone nel 2027.

Ci può stare. Ma la preoccupazione diventa doppia se anche uno calmo, riflessivo, fedelissimo al Partito e navigato come Angelo Pizzutelli sbrocca, arrivando a dire: Mi dimetto immediatamente da capogruppo del Pd al Comune di Frosinone. Sono stanco di leggere di dibattiti, di incontri, di prese di posizione nel Partito che nulla hanno a che fare con una vera strategia politica. E che ancora meno hanno a che fare con la situazione del Comune di Frosinone, dove ormai da anni chiediamo una maggiore attenzione e centralità per il Gruppo. Quindi per i consiglieri e per tutti quelli che hanno ottenuto voti”.

Aggiungendo “Registro ancora una volta che si prendono in considerazione altre realtà all’interno del Partito Democratico, ma non quella di Frosinone. Sono anche stanco di dover ripetere sempre le stesse cose. Ci sono degli episodi e dei segnali che dicono più di qualunque dichiarazione». Significa che la misura è colma. E che il Gruppo consiliare di Frosinone ha preso atto di essere stato relegato ad un ruolo che non gradisce affatto: portare voti e nulla di più.

Per essere di sostanza: le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sono due. Essere tagliati fuori dal tour compiuto in Ciociaria dal Deputato Ue Dario Nardella dopo avergli girato quasi 600 preferenze in pochi giorni, preferendo portarlo a Veroli. Allestire una Segreteria cittadina che lascia presagire un peso specifico del tutto irrilevante per chi ha portato le preferenze.

La lettura politica

Il Palazzo del Comune di Frosinone (Foto © Stefano Strani

Pizzutelli ha capito perfettamente che il Partito non conta sul gruppo di Frosinone: né per i vertici della Segreteria, né per le future candidature alle elezioni regionali o politiche. E non conta nemmeno su di loro per selezionare il candidato sindaco di Frosinone nel 2027. Come accade alle Juve, i giocatori con i piedi buoni e di talento, o vengono messi fuori ruolo da Motta. O addirittura in panchina.

Pizzutelli, in panchina non ci vuole proprio andare. Forte di un consenso elettorale estremamente pesante. Vuole giocarsi la partita a Sindaco del capoluogo nel  2027: o come candidato in prima persona o con un nome che ha contribuito ad individuare. E se il Pd non intende attribuirgli il peso specifico delle preferenze che ogni volta sposta, Pizzutelli si prepara a partecipare ad una coalizione dal respiro civico e in senso trasversale.  Ma orientata evidentemente a sinistra. O al centrosinistra. O vince o fa perdere il Pd.

Domenico Marzi e Angelo Pizzutelli

Il dato politico oggettivo è che il Partito Democratico, invece di provare a irrobustire e a rendere maggiormente coeso il  gruppo di Frosinone, fa di tutto per dividerlo e renderlo più debole.

E’ chiaro a questo punto che il PD, a vincere le prossime elezioni comunali di Frosinone, non ci sta pensando per niente. Proprio come Thiago Motta che, incomprensibilmente, ha detto “la Juventus non deve avere l’ossessione della vittoria” Quando invece, vincere è l’unica cosa che conta. In politica e nel calcio. 

Il tentativo di recupero

resta da capire ora quanto sarà concreto e quale afficacia potrà avere il tentativo di recupero avviato da Stefano Pizzutelli: già consigliere comunale, fresco di nomina nella Segreteria cittadina del Pd in quota all’area Schlein. Lui la Segretaria la frequentava quando in Italia nessuno la conosceva al di fuori della ristretta cerchia: alle elezioni bis vinte da Nicola Ottaviani, Stefano Pizzutelli era in campo e portò a Frosinone quella che poi a distanza di pochi anni sarebbe diventata la timoniera Dem.

Stefano Pizzutelli

Da sabato Stefano Pizzutelli è il delegato ai rapporti con il Gruppo consiliare. È per questo che scende sibuto in campo e dice “Quella del capogruppo è una questione che verrà risolta all’interno del Partito. Condivido la posizione di Angelo Pizzutelli, per il recupero immediato della centralità del capoluogo nella strategia del Pd e per superare il momento di burocratizzazione concentrandoci in maniera più profonda sulle tematiche politiche e amministrative del Comune di Frosinone, sulla costruzione di una coalizione civica e politica”.

In quella coalizione, per Stefano “Angelo Pizzutelli deve avere un ruolo certamente centrale, perché davanti ai disastri della destra noi vogliamo tutta un’altra città”.