Il punto G7 di Lollo e i penultimatum di Coldiretti a Righini sui trattori

Apre il summit tra i Grandi sull'Agricoltura che vale 70 miliardi di export. E che arriva in un momento molto delicato per il ministro. Come sanno Coldiretti, Anbi e molti nel Sud del Lazio

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

La norma aveva fatto la sua comparsa nell’ultima Legge di Bilancio: siccome un trattore fermo è comunque un mezzo che patisce “rischi statici”, va assicurato. Apriti cielo perché in Italia di trattori fermi ce ne sono almeno 2 milioni e definire quel quadro normativo era diventato ginepraio per chiunque avesse delega sul tema. E se quel “chiunque” si chiama Francesco Lollobrigida, ha un pedigree grosso così in quanto a gaffes, confonde vespe velutine e calabroni asiatici mentre piange le api. Ed è pure finito nel mirino acido della sua ex cognata Giorgia Meloni, allora qui abbiamo uno psicodramma, siòre e siòr.

La norma è quella dunque per assicurare i mezzi agricoli contro i rischi statici, compresi quelli che non circolavano su strada. E la sua sbandierata proroga, che ancora latita, arriva in un momento molto particolare per il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Quello del G7 dell’Agricoltura in programma a Siracusa fino al 28 settembre.

Troppi guai e tutti assieme

Francesco Lollobrigida (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Ci sono nubi velate, sui cieli siciliani del Massimo Evento sul tema, e sono nubi tattiche e strategiche. Nubi che neanche la voce stentorea e – diciamocelo, un filino urticante – di Albano potranno spazzar via verso il mare. Il cantante di Cellino San Marco figura tra gli ospiti che il ministro “ex cognato” ha invitato ad una kermesse di cui doveva essere l’Anfitrione unico ed indiscusso.

Poi ci si erano messe le sue faccende personali con Arianna Meloni, la fine della storia con la Sorella d’Italia, i fumi pompeiani ed incerottati del caso Boccia-Sangiuliano e “Lollo” era regredito da star a sparring.

Tutto in pochi giorni e tutto in salsa meloniana alla “scànsete bello, o’ faccio io”. E ieri Meloni ha aperto così da Ortigia: “L’agroalimentare è un pezzo fondamentale del nostro nome nel mondo, il Made in Italy, un pezzo straordinario della nostra identità che è conosciuto dappertutto”.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il ministro Francesco Lollobrigida, a Siracusa in occasione della visita all’Expo “Divinazione” 2024.

Trasuda lo stesso ottimismo che viene ostentato quando si parla dei numeri sull’occupazione, quelli sulla produzione industriale. Un ottimismo di fondo che contagia anche l’Agricoltura. “Quest’anno, se le cose andranno come noi crediamo, l’esportazione italiana di prodotti agroalimentari varrà fino a 70 miliardi di euro, è il valore della nostra ricchezza che viene prodotta dagli agricoltori. Quindi grazie a tutte le aziende che sono venute qui a raccontare questa storia ai tanti ospiti internazionali che arriveranno”.

Coldiretti, Anagni e l’alert alla Pisana

E’ saltato mezzo programma insomma, meno la storica partnership con Coldiretti, che mette sempre l’aratro a terra col vomere basso chiunque guidi il trattore. Ad esempio il 9 settembre, ad Anagni, Coldiretti Lazio aveva messo in piedi il “Tractor Party”, la prima edizione della Fiera Agricola”.

E solo 24 ore fa un’altra iniziativa: “Proseguono con grande partecipazione gli eventi organizzati da Coldiretti Frosinone, con il contributo di ARSIAL, nell’ambito del progetto ‘Prodotti agricoli del Lazio.. gustosi per natura!’. E ancora: “Attraverso le degustazioni e gli show cooking riscopriremo l’immenso patrimonio di biodiversità e distintività dei prodotti della nostra regione, come formaggi, salumi, pizza e pane. Il point è stato allestito ieri “al mercato di Campagna Amica Lazio di Frosinone dalle ore 10.00 alle ore 13.00”.

Granieri e il Testo Unico sull’agricoltura

David Granieri (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, aveva segnato l’estate appena finita con un claim preciso. Eccolo: “Dobbiamo andare verso un Testo Unico dell’Agricoltura. Cioè? “Quello che torniamo a chiedere alla Regione Lazio è l’attuazione di un Testo Unico dell’Agricoltura, all’interno del quale trattare temi di urbanistica in zona agricola esclusivamente in una visuale d’insieme. Ribadiamo un concetto fondamentale: le aree agricole non sono merce di scambio e ci opporremo sempre a chi cerca di non attenersi a questo principio”.

Il messaggio all’assessore regionale Giancarlo Righini, uomo con sogni di vertice alla ventura line up della Pisana, era stato chiaro. Assessore che già un anno esatto fa, in audizione su enoturismo ed oleoturismo, aveva ribadito il suo impegno. “La Giunta ha intenzione di lavorare al testo unico per l’agricoltura, ma, avevamo l’esigenza di dare intanto un segnale con le proposte che stiamo discutendo. Su questa materia, in occasione del prossimo Bilancio, stanzieremo risorse importanti. Entro il primo gennaio sarà pronto anche il regolamento e quindi le disposizioni saranno già operative”.

La sfida sul clima

Giancarlo Righini (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Righini non è di primo pelo. Ha dimostrato di avere compreso benissimo che ci sono mondi totalmente sottovalutati nel passato dalla destra che non era ancora di Governo. Ed oggi che lo è, l’assessore regionale è corso a recuperarli. È il caso del mondo agricolo (non a caso s’è fatto dare quella delega, sommandola al Bilancio) e del mondo preoccupato per i rapidissimi cambiamenti del Clima.

Su questo ha trovato due facili sponde nel Lazio. La prima è l’associazione dei Consorzi di Bonifica: hanno attuato una tattica lungimirante, riempendosi i cassetti con progetti pronti ad essere messi in campo ma fermi perché non c’era il becco d’un quattrino con cui realizzarli. E per un assessore che abbia necessità di sostanza con effetto immediato quella progettualità Anbi è come le arachidi per Superpippo. Infatti, in queste settimane, ancora una volta ha guidato verso il Lazio e le province di Frosinone e Latina un altro pacco di milioni per la messa in sicurezza del suolo e la lotta ai cambiamenti climatici. Anbi sentitamente ringrazia, apre il cassetto e mette sul terreno le ruspe. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 19 settembre 2024).

Daniele Maura

L’altra sponda trovata è quella fornita dal consigliere regionale Daniele Maura e da presidente Saf Fabio De Angelis. Si sono rivelati gli uomini con gli stivali sul terreno. “I Consorzi di Bonifica del Lazio – spiega ora Maura – stanno vivendo un nuovo percorso che il cambiamento climatico in atto rende ancor più necessario. La sinergia con gli uffici regionali preposti insieme al grande lavoro di Anbi Lazio, diretto da Andrea Renna e presieduto da Sonia Ricci, permette una concreta attività di collaborazione in termini di risposta alle sensibilizzazioni che arrivano dai nostri centri. Si sommano al lavoro di manutenzione e alla garanzia di irrigazione che i Consorzi di Bonifica svolgono quotidianamente”. In termini politici: l’epoca dei Gretini è da considerarsi archiviata.

Vicini al governo e vicini a “Lollo”

Insomma, la partita è ancora aperta e quando sulla scacchiera c’è Coldiretti o Anbi conviene sempre andare a lezione di mosse da Garry Kasparov. Vero è che il sindacato-associazione è storicamente vicino al Governo ed in particolare al ministro Lollobrgida, vero che l’Associazione delle Bonifiche è vicina a chiunque creda nei suoi progetti.

Proprio da Coldiretti aveva preso piede l’avventura politica di uno come Mario Abbruzzese. Che li si era strutturato le ossa politiche e lì aveva consolidato il suo consenso facendoli diventare trampolino per il Comune di Cassino, poi la Provincia di Frosinone ed infine la Regiine Lazio.

Tuttavia il guaio sta appunto qua: “Lollo” non è più plenipotenziario di cerchio “maggico”. E’ solo un ministro, che oggi non gode più del particolare favore della premier, e molte delle cambiali che ha firmato in bianco con i settori rischiano di andare in scadenza. Insomma, se non son guai di sicuro sono grane, per il ministro che ferma i treni, parla di etnia e spiega che i poveri mangiano meglio dei ricchi.

E che oggi pare un bramino retrocesso a mezzo paria da una Kalì tra le cui braccia multiple spuntano anche quelle frusinati del “caso” Fabio Tagliaferri, che però ha saputo evitare pulci eccessive. Questo perché ha giocato la vecchia carta del ‘Il più pulito ha la rogna‘ fingendo di scoprire che c’erano le pulci da fare in Ales ed ai suoi poco proficui rapporti con le banche sugli interessi di capitale a bilancio.

Albano, Vespa, Abbagnato ed “Amici”

Bruno Vespa (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il Foglio spiega che la lista degli invitati di Lollobrigida al G7 dell’Agricoltura è lunga quanto variopinta, ma pare roba più da avanspettacolo che da Brecht. “Il ministro ha chiamato come ospiti Albano Carrisi, ‘Felicità!’. Il direttore artistico di Amici, due cuochi stellati, Bruno Vespa con il vinello, l’étoile Abbagnato, ex glorie della Juventus. Ma distrarre gli incazzati con questo parterre mezzo circense sarà difficile, se non hai il controllo totale della kermesse, e Lollobrigida non ce l’ha perché Giorgia Meloni ha fatto sapere da tempo che avrebbe aperto lei.

E che, a leggere tra le righe, molto probabilmente condurrà tutto lo spartito. Senza contare la presenza degli ambientalisti in protesta che, in un contesto più blindato, avrebbero al più fatto “colore” per far gonfiare le vene de collo a Matteo Piantedosi. E sempre senza contare che sul piatto ci sono fior di quattrini dei contribuenti, perciò sbagliare sarà vietato.

Quanti soldi ci sono sul tavolo

Francesco Lollobrigida (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

“Palazzo Chigi, così come per gli altri G7, lo finanzia con 650 mila euro, ma si parla di altri 500 mila euro che destina il Masaf”. Né mancano gli inciampi paralleli, come quello dell’evento in sincrono “Divinazione Expo 24”. Ci sono ritardi logistici importanti ed Il Foglio cita una fonte inside al Ministero che spiega: “Da tre mesi siamo fermi su questo evento ma non abbiamo mai fatto una riunione vera. Sarà uno spettacolo. Un mercato con bancarelle”.

Diamo una chiave di lettura ampia: se prima, con il titolare nelle grazie della premier, il fattore vanità light poteva reggere la baracca, oggi non più. E se quindi Lollobrigida si intesta la cambiale di chiedere una proroga a sei mesi per la norma assicura-trattori e poi la proroga non arriva sono guai d’altura. Perché manca il paracadute.

Federacma sugli scudi

“Federacma (la Federazione dei rivenditori di macchine agricole – ndr) il 5 settembre aveva già chiamato a raccolta associazioni, agricoltori (unica che non si è presentata è stata Coldiretti)”. Lo scopo era “chiedere al governo un tavolo tecnico, per sapere cosa accade dopo la proroga”.

Chiede la sospensione della norma”. E lui, Lollo? Non chiedete a lui, sta tutto in mano al Primitivo pugliese di Vespa, ad Albano, ed a quando il ministro tornerà… Nel sole benevolo di Giorgia.