
Il centrodestra e il centrosinistra stanno preparando le prossime elezioni nel capoluogo Frosinone. Ma strategia e attribuzioni delle candidature si decideranno a livello nazionale. Forza Italia gioca un ruolo cruciale nel determinare il futuro della coalizione, mentre Fratelli d'Italia cercherà di piazzare un suo uomo. La Lega punta a confermare il sindaco in carica, Mastrangeli, nel 2027.
Il cantiere è aperto: sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Con la dovuta discrezione si stanno iniziando a prendere le misure sulle prossime coalizioni: si sta ancora sul piano delle architetture, soltanto dopo verrà il momento degli ingegneri con calcoli ed equilibri.
I Partiti del centrodestra sono già proiettati alle nuove elezioni e alla strategie da mettere in campo tra 2 anni: prima per rivendicare la candidatura a sindaco, poi per vincere le elezioni. Off Course.
Il peso di un capoluogo

La premessa però è doverosa. Frosinone è un capoluogo di provincia e come tale di rango superiore rispetto a tutti gli altri Comuni: quindi valgono regole più rigide. Per cui le dinamiche locali avranno pure dignità ma la candidatura a sindaco a Frosinone nel centrodestra passa anche sui tavoli nazionali. In soldoni: se la Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani trovano la quadratura nei capoluoghi del Lazio in ordine all’attribuzione pro quota Partito delle candidature a sindaco poi c’è ben poco da ragionare sui territori per trovare altro genere di intese. A mero titolo di esempio: a Frosinone tocca alla Lega esprimere il candidato, mentre a Viterbo spetta a Forza Italia. Eventuali cambi passano per un livello nazionale e non per scontri locali.
È cosi. Astenersi perditempo. Nel 2022 è andata in questo modo. È chiaro che in questo ragionamento di attribuzioni pro quota incideranno anche le candidature nelle Regioni ed il peso attuale, in termini di percentuali di voti dei Partiti sui capoluoghi.
Molti dei ragionamenti futuri a Frosinone però poggiano su una variabile imprescindibile.
Le variabili

La variabile più importante. Bisognerà vedere se Forza Italia rientra, oppure no, nella maggioranza del sindaco Mastrangeli e quindi se si ricostruisce il perimetro del centrodestra tradizionale, quello del Governo nazionale e regionale. Questa è oggettivamente la madre di tutte le battaglie oggi e per il futuro, impossibile da ignorare per chiunque.
Le premesse per un rientro degli azzurri ci sarebbero pure, ma il percorso è molto complicato. La disponibilità Forza Italia l’ha data fin dall’inizio, il sindaco (civico di indicazione leghista) non ha mai voluto cedere alla richiesta di azzeramento della Giunta sollecitato dagli azzurri. Nemmeno un congelamento lampo: disposto al mattino e concluso la sera dopo avere avviato una verifica. Era il punto di equilibrio che aveva proposto la Coordinatrice provinciale di Forza Italia Rossella Chiusaroli.
A quel punto Forza Italia ha posto dei paletti a Mastrangeli, ufficialmente non negoziabili: azzeramento della Giunta e stop al dialogo con l’opposizione, in particolare con il Gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi. Il sindaco da questo orecchio non ci sente. Ma tutto può ancora accadere. Specialmente se entra in campo il livello regionale del centrodestra.
La prima mossa alla Lega

La Lega evidentemente tifa per una ricomposizione del quadro con gli alleati Fdi e FI per poter rivendicare nel 2027 la ricandidatura di Mastrangeli. È il sindaco uscente. Una regola non scritta in politica vuole che la prima parola spetti a chi ha governato, se c’è davanti la possibilità di un secondo mandato. Dovrebbe essere così anche a Frosinone nel 2027. Anche perché Mastrangeli non ha altri competitor nella Lega.
Discorso profondamente diverso in FdI. In ogni caso, il Partito proverà fino all’ultimo secondo utile a giocarsi la partita della candidatura a sindaco del Capoluogo. Questo è sicuro come è certo il sorgere del sole. E giocherà le carte, sia sul tavolo nazionale che su quello locale.
I numeri di Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia può mettere sul tappeto verde numeri più consistenti: primo Partito a Frosinone ad ogni elezione, maggior numero di consiglieri comunali. Ma anche una pluralità di candidature di Partito. Tutte di spessore. A cominciare dal Presidente di AleS SpA il braccio operativo del Ministero della Cultura Fabio Tagliaferri, il quale però in questo momento ha un incarico di caratura e visibilità nazionale. Frosinone val bene una messa?
E poi quella dell’onorevole Aldo Mattia, ex dirigente regionale di Coldiretti che proprio su Frosinone ha intrapreso da tempo una intensa attività politica, specialmente in occasione dell’ultimo tesseramento. A futura memoria. Il Vice Segretario del Partito di Frosinone Armando Simoni è stato indicato da lui.
Rumors non confermati dicono poi che un pensierino alla fascia tricolore a Frosinone lo starebbe facendo anche la presidente della commissione regionale Sanità Alessia Savo.
Il ruolo di Forza Italia

E poi c’è Forza Italia. Se rientra o meno nella coalizione del centrodestra a Frosinone, come detto, fa tutta la differenza del mondo. Per se e per gli altri. Se continua a stare sull’Aventino anche per i prossimi due anni genera le premesse per la creazione di un percorso autonomo alle prossime elezioni ed esprimere nel 2027 una propria candidatura a sindaco a capo di una coalizione civica.
Se non vince, fa perdere gli ex alleati. Scusate se è poco.
Per i comuni cittadini 730 giorni, quelli che più o meno, mancano alle prossime elezioni, sono un tempo lunghissimo: per la politica sono “appena” 2 anni.
Lucio Dalla nel 1979 cantava “L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, Io mi sto preparando, è questa la novità”.