Il risveglio del Pd ed il piano di pace Ciacciarelli

Il Pd inizia a prendere in considerazione le elezioni anticipate ad Alatri. Fabio Di Fabio cerca di ricostruire il campo largo. I tre nomi tra cui scegliere il candidato. Ma uno non è disponibile. E sugli altri conteranno molto gli incastri non solo urbani. L'incontro Cianfrocca - Iannarilli che potrebbe far precipitare la situazione. La mediazione Ciacciarelli che potrebbe salvare tutto all'ultimo minuto

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il Partito Democratico inizia a prendere sul serio la possibilità di andare alle urne prima della scadenza naturale del sindaco Maurizio Cianfrocca e della sua amministrazione di centrodestra che governa Alatri. Nei prossimi giorni ci sarà il confronto bis tra il sindaco e l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli. L’esito è già scritto.

La maggioranza ha messo a disposizione un assessorato, quello all’Ambiente lasciato da Erika Santobianchi in maniera tanto improvvisa quanto ermetica; la realtà più plausibile è che l’abbiano sacrificata. Ed in politica ci può stare. Il sindaco giura che non sia così. La risposta di Iannarilli a nome dei suoi 3 consiglieri di Fratelli d’Italia e del capogruppo leghsita è stata un “no grazie”. Accompagnato da uno sdegnoso «Se qualcuno crede che il problema di Alatri sia una poltrona, allora la strada rimasta da percorrere è davvero molto breve». (Leggi qui: I due telegrammi di Iannarilli all’amministrazione Cianfrocca).

Il che significa una sola cosa: a meno che il sindaco Cianfrocca non accetti di azzerare la Giunta non ci saranno contropartite in grado di soddisfare Iannarilli. Per contro, Maurizio Cianfrocca non può azzerare la sua Giunta: equivarrebbe a dire che in questi tre anni da sindaco ci ha capito nulla. Il che significa anche un’altra cosa: che c’è tutta l’intenzione di andare alle urne prima della scadenza.

Tre scenari e tre nomi

Fabio Di Fabio

Al momento sono tre gli scenari sui quali si sta muovendo il Partito Democratico. Il primo scenario è quello di un Campo Largo che riunisca tutte le forze di opposizione all’attuale centrodestra. Ma ad Alatri potrebbe essere replicato il modello che è risultato vincente già a Ferentino e Veroli: una coalizione di stampo amministrativo, sganciata dalla politica, con all’interno pezzi di centrosinistra e di centrodestra. Il terzo scenario è una sorta di “Suonala ancora Samriproponendo le stesse spaccature e le stesse coalizioni di tre anni fa.

A prescindere dalla coalizione il Partito Democratico dovrà sedersi al tavolo delle trattative portando un suo nome da proporre agli alleati. Al momento i nomi sono tre. Uno è quello dell’avvocato Francesca Gatta: la spinge lo storico vicesindaco Fabio Di Fabio che l’ha già candidata nel Pd alle elezioni politiche; ha esperienza politica di lungo corso: è stata per anni Segreterio del circolo Pd alatrense. In materia di esperienza politica però non può competere con Luca Fantini, Segretario provinciale uscente del Partito Democratico: figlio d’arte, suo padre è stato a lungo il delegato alla Cultura. C’è invece un netto non possumus sul terzo nome. È quello di Mauro Buschini, già Presidente del Consiglio regionale del Lazio e già Capogruppo Pd in Regione. Ha fatto sapere di non essere disponibile in quanto impegnato nel CdA della società pubblica Saf.

Tre incastri

Luca Fantini

Ma ognuna di quelle due ipotetiche candidature (togliendo dal novero Buschini) ha la necessità di coincidere con una serie di incastri politici. Il nome dell’avvocato Francesca Gatta dovrebbe passare per il benestare di un Campo Largo che è tutto da ricostruire. Fabio Di Fabio ci sta provando a fari spenti: ha tastato il polso a quelle forze che tre anni fa non hanno voluto sostenere la sua corsa per diventare sindaco. È il caso dei Socialisti e di una fetta del mondo civico di centrosinistra.

Diverso sarebbe il caso della candidatura di Luca Fantini: se il Pd facesse il suo nome non sarebbe oggetto di trattative. Allo stesso modo in cui non può esserci sospetto sulla moglie di Cesare non può esserci trattativa sul Segretario provinciale Pd. Il problema qui sarebbe extraurbano. Cioè? La candidatura di Fantini passerebbe per una serie di incastri provinciali: che riguardano il Congresso nel quale definire il suo successore alla guida del Pd (tutto è da decidere considerando che negli ultimi due anni l’orizzonte politico interno è del tutto differente). La candidatura passerebbe per un’intesa provinciale, unitaria, blindata.

Ma c’è soprattutto il terzo scenario a cambiare completamente le cose. Nel caso in cui anche ad Alatri si andasse ad una coalizione sul modello di quelle trasversali che hanno stravinto a Ferentino (Piergianni Fiorletta) e Veroli (Germando Caperna) chi la capitanerebbe? Il centrodestra ha fatto da alleato leale a due sindaci che vengono dal mondo Progressista: ad Alatri però è il centrodestra ad avere dimostrato di avere la maggioranza. Il che autorizzerebbe Antonello Iannarilli a porre la pregiudiziale. Eventualmente con il suo nome.

Il piano di pace Ciacciarelli

Gli assessori Papaevangeliu e Addesse

A tentare in extremis di salvare l’amministrazione del sindaco Maurizio Cianfrocca ci sta provando l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, responsabile provinciale Organizzazione della Lega.

I rumors dicono che ha avuto un lungo confronto con Fratelli d’Italia. E che starebbe definendo una soluzione di mediazione. Che eviterebbe l’affronto dell’azzeramento. Ma concederebbe a FdI un assessorato di primissimo piano: l’Urbanistica oggi amministrata dall’avvocato Kristalia Rachele Papaevangeliu con risultati positivi. L’sponente leghista però non lascerebbe la Giunta: a lei andrebbe l’Ambiente, all’interno di un mini rimpasto. Che eviterebbe le elezioni e salvrebbe il centrodestra. Se davvero tutti lo vorranno.