Il sigillo di Guerini e Mancini sul nuovo asse Pd

Cosa c'è dietro al nuovo asse Battisti - Pompeo nel Pd provinciale. L'accordo nazionale che vede come garanti Guerini e Mancini. L'incontro con De Angelis finito a tarallucci e vino. La scelta di coerenza. E quella di prospettiva

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

C’è un accordo nazionale e c’è una strategia territoriale alla base dell’accordo che ieri ha portato alla nascita del nuovo asse provinciale nel Partito Democratico che vede insieme Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo. Il debutto sarà nelle prossime settimane, al Congresso provinciale che dovrà definire la successione al Segretario uscente Luca Fantini.

Accordo nazionale

Lorenzo Guerini (foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

L’operazione ha un sigillo nazionale. Lo hanno messo nella mattinata di ieri l’onorevole Claudio Mancini, leader della componente che esprime il sindaco di Roma, e l’ex ministro Lorenzo Guerini, leader della componente che un tempo fu la guardia pretoriana di Matteo Renzi nel Pd.

Sono stati presi degli impegni politici di prospettiva sul Lazio ed in particolare sulla provincia di Frosinone. Che coinvolgono le due componenti e mettono fine alla contrapposizione andata avanti per anni, culminando nello scontro voto a voto alle recenti Regionali vinte da Sara Battisti (all’epoca alleata con Francesco De Angelis e la sua componente Pensare Democratico) con 17mila voti, precedendo Antonio Pompeo che raccolse 15mila voti.

Claudio Mancini (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Ora si ritrovano insieme, in un’alleanza strategica che li vedrà insieme alle prossime Regionali. Non è chiaro se in tandem Battisti – Pompeo o lei in corsa per Palazzo Madama e lui per la Pisana ma comunque impegnati a sostenersi a vicenda.

Per il momento fanno quadrato sulla rielezione di Luca Fantini al timone del Partito Democratico della provincia di Frosinone che ha guidato in questi ultimi quattro anni. Anche in questo caso sarà un voto tiratissimo, conteso scheda per scheda, che vedrà un Partito contrapposto.

Scelta di spazi

Francesco De Angelis

Antonio Pompeo ha fatto una valutazione strategica ma anche tattica. Considerando che gli spazi all’interno di Area Dem sono affollati. L’ora di ricucitura avviata da Francesco De Angelis ha aggregato ed innescato molte ambizioni.

Nella sua uscita da Rete Democratica per posizionarsi nella componente che guida il Pd a livello nazionale, il leader è stato seguito da quadri come Adriano Lampazzi (sindaco di Giuliano di Roma) e Francesca Cerquozzi (vice sindaco di Veroli), si è ritrovato al fianco di Enzo Salera (sindaco di Cassino ed alla testa d’un nutrito drappello di sindaci del Sud), ha ritrovato la sintonia con Domenico Alfieri (sindaco di Paliano) ed il confronto con Nazzareno Pilozzi (già deputato ed esponente dell’area Schlein); ha mantenuto alla sua sinistra Marco Delle Cese (già presidente del Cosilam) ed alla sua destra Mauro Buschini (componente del CdA Saf).

Sara Battisti

L’ex presidente della Provincia ha ritenuto che l’area sia abbondantemente attrezzata per esprimere le sue candidature alle prossime Regionali. E che non ci fossero i margini per una convergenza strategica del tipo che invece è stata possibile con Rete Democratica e Sara Battisti. Anche perché quella convergenza ritiene che non gli sia stata prospettata.

Scelte di coerenza

Nei giorni scorsi infatti è stato due volte a pranzo con Francesco De Angelis. Umanamente sono stati benissimo, hanno ricordato molti aneddoti del passato: ma Antonio Pompeo ritiene che nulla gli sia stato prospettato per il futuro, né in vista di questo Congresso né in vista delle prossime Regionali. Pompeo ritiene che sia stata una scelta di onestà intellettuale fatta da De Angelis: non ha spazi e quindi non me ne propone; De Angelis ritiene che sia stata una scelta di realismo: due volte è stato candidato alla Camera fino alla sera precedente la presentazione delle liste e due volte il destino politico ha imposto cambiamenti.

Antonio Pompeo (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Il che lascia ad Antonio Pompeo le mani libere per fare una scelta di coerenza politica. E cioè quella di proporsi ancora una volta come la contrapposizione a Francesco De Angelis, la sua visione della società, il suo modello di politica ed il suo modo di declinarlo.

Non è la prima volta che Pompeo evita di imboccare la strada per la convergenza. Lo fece anche nel passato quando l’alleanza tra i due avrebbe riproposto un dialogo tra le forze più consistenti in quel momento nel Pd. Pompeo rispose dicendo nella sostanza: se valgo il dieci per cento voglio mettermi al tavolo consapevole del mio dieci per cento e non di un indefinito cinquanta per cento del quale non sarei mai il titolare ma solo un socio di minoranza.

Lo ha fatto ancora una volta, con un sigillo nazionale.