Il Sudoku politico di Frosinone ed il mistero del 17° Consigliere

Caccia al 17° voto con cui tenere a galla l'amministrazione Mastrangeli. I nomi circolano, con Gagliardi in primo piano. La scelta non è solo tecnica, ma strategica per le alleanze future, specie in vista del 2027.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

A Palazzo Munari, sede del Comune capoluogo, le giornate cominciano a somigliare sempre più a una partita a sudoku. Solo che al posto dei numeri da 1 a 9 — come nel gioco logico ideato dal matematico svizzero Eulero — qui bisogna incastrare volti, voti e strategie per arrivare alla cifra magica: 17.

È il numero minimo di Consiglieri richiesto dallo Statuto comunale per rendere valida la seduta del Consiglio Comunale riunita in Prima convocazione. Ma il sindaco Riccardo Mastrangeli, con la sua coalizione trasversale (nata di centrodestra, negli anni in nove gli hanno voltato le spalle e sono passati all’opposizione, rimpiazzati dagli esponenti della Minoranza) può contarne al momento soltanto 16. Ecco perché, nel palazzo, il vero rebus non è più il Bilancio o l’Urbanistica ma quel +1 che manca all’appello.

Chi sarà il 17mo ?

Carlo Gagliardi

Fino a qui, niente di nuovo per chi mastica politica locale. Ma è proprio attorno a quel “più uno” che si accende l’attenzione. Perché quel Consigliere in più non è solo un numero: è trattativa, sguardo d’intesa, voto utile, calcolo per il futuro. È imbarazzo e tentazione. È la differenza tra tenere il campo o cedere l’iniziativa. Nei corridoi del Comune si moltiplicano i nomi, i sussurri, i “forse” e gli “eventualmente sì”. E la domanda resta sul tavolo: chi sarà il diciassettesimo uomo?

I rumors sono diversi ma gli indizi sono tutti convergenti su Carlo Gagliardi,  consigliere  comunale di lungo corso eletto nella Lista Marzi dell’ex sindaco Domenico Marzi (Pd) che fu avversario alle urne di Riccardo Mastrangeli trascinandolo al ballottaggio. Una  delega piuttosto importante per Gagliardi – non un assessorato – sarebbe stata messa sul tavolo della trattativa dal Sindaco.

Ma tutta l’area che fa riferimento, direttamente o indirettamente,  alla Lega, ha fatto propria la citazione manzoniana dei promessi sposi: “questo matrimonio non s’ha da fare . E Mastrangeli non ha fatto come Lucia nel famoso romanzo: non si è strappato le vesti per questo “No“, per niente proprio. Non si è scomposto più di tanto. Quasi se lo aspettava. Perché?

Lo spiegone (tentato)

Domenico Marzi (Foto © Massimo Scaccia)

La dinamica potrebbe essere (siamo nel campo di mere ipotesi) semplice e piuttosto logica, nel senso della logica “spiccia” della politica. Se Gagliardi entrasse ufficialmente in maggioranza, diventerebbe evidentemente il numero 17 e renderebbe autosufficiente la coalizione Mastrangeli in Prima convocazione.

Jacques Chabannes signore de La Palice non avrebbe avuto nulla da eccepire.

Ma eccoci al ragionamento “perverso” e sotto traccia: con Gagliardi dentro, la Lista Marzi,  in particolare il suo capofila l’ex sindaco Domenico Marzi,  perderebbe gran parte del suo ruolo decisivo e fondamentale, dentro e fuori l’Aula consiliare. E quando un alleato non è più indispensabile, la sua utilità politica e negoziale, incide sulle trattative future: «Se oggi Marzi non è  più parte attiva e fondamentale, come giustificheremo il suo coinvolgimento nella coalizione che ci sosterrà nel  2027. Potrebbe essere questo il ragionamento che sottende al mantenimento dello status quo.

Con Gagliardi, che ha un vissuto importante nel centrodestra, – elemento non da sottovalutare sul quale si tornerà dopo, – dentro o fuori la maggioranza, fa tutta la differenza del mondo, per Mastrangeli ed il suo progetto. Oggi,  ma soprattutto,  in prospettiva 2027.

I due scenari

Ed ecco i due scenari, con le possibili conseguenze.

Alessandra Mandarelli e Domenico Marzi

Includere Gagliardi (che proviene “naturalmente” dal centrodestra) ora, farlo “salire a bordo” in maniera ufficiale, significherebbe lavorare per riconsegnare la maggioranza all’asse tradizionale (Lega-Fratelli d’Italia-eventualmente Forza Italia) e far emergere una coalizione “vera” di centrodestra, anche  in vista delle prossime elezioni del  2027. La stessa che ha eletto Mastrangeli nel 2022. In questo scenario, la Lista Marzi (ed il suo leader) rischiano di restare alla finestra.

Tenere la maggioranza ferma a 16, ma con il tacito appoggio della Lista Marzi, che quindi mantiene la leva del “numero legale”, significa mantenere Marzi essenziale e centrale: senza il suo Gruppo di tre consiglieri in Prima Convocazione il Consiglio non si apre neppure.

Foto © Massimo Scaccia

Questo giustificherebbe un coinvolgimento diretto della Lista Marzi – e di Marzi soprattutto –anche nel progetto futuro della coalizione che sosterrà Mastrangeli. Il messaggio sarebbe: «Tu ci sei stato quando serviva, sarai nel progetto quando conta». Alla fine, più che di problema tecnico, si tratta di un problema politico.

Il nodo è proprio questo: non si tratta solo del numero 17 ma di chi quel 17° è e quale significato politico assume per la consiliatura e per la tornata futura. Non è un numero arabo: è un segnale, che bisogna dare agli alleati: diretti e indiretti, di oggi e di domani.

Ulteriore elemento di riflessione

Antonio Scaccia (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

A Mastrangeli, che non sembrava proprio avere questa urgenza,  hanno chiesto di trovare il 17mo Consigliere FdI e il Presidente del Consiglio Massimiliano Tagliaferri. Non la Lega, non la Lista Per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia, né la lista civica dell’onorevole Nicola Ottaviani. Guarda caso, o forse non a caso, gli stessi che hanno detto NO a Gagliardi. 

Supposizioni da Fantapolitica? Potrebbe anche essere.  Tuttavia,  analizzati i fatti e le dinamiche con gli occhiali della lucida analisi, la fantasia si trasforma in concreta (fine) strategia. In ogni caso, prescindendo da ricostruzioni fantasiose o meno, a Palazzo Munari commette peccato mortale solo chi non crede (o non vuole credere)  che ogni mossa compiuta oggi, è già una pedina sulla scacchiera del 2027.

Il “caso Gagliardi” non è solo una questione di deleghe, ma di equilibri futuri. Mastrangeli ha la necessità (formale) di trovare il 17° consigliere ma, più di tutto, deve decidere da quale coalizione vuole farsi sostenere nel 2027. Se da quella tradizionale di centro destra con lega -Fdi e (se possibile) con FI. 

Obbligo di primarie

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

E qui si apre una ulteriore cartella sul desk: il centrodestra unito, (o quasi) presuppone, a detta di alcuni autorevoli protagonisti,  il passaggio delle primarie per individuare il candidato sindaco tra 18 mesi. Anche per Mastrangeli che è uscente e che invece non ci pensa proprio a passare sotto quelle forche caudine. Perché sa perfettamente che le Primarie questa volta non saranno una formalità, ma una vera e propria conta. In particolare tra FdI e Lega

Oppure,  da quella trasversale, con Marzi. E senza Primarie.

Tutto quello che il sindaco deciderà oggi, anche il decidere di non decidere, avrà inevitabilmente effetti domani. “Dietro ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.”