Il tavolo di Roma prima della lettera Piroli. La rotta di Liburdi per FdI

Come vanno lette le parole dette in queste ore da Emanuela Piroli. La riunione a Roma e lo spettro di Genova. La cena dei Giovannone da Ester. La visione non convenzionale di Liburdi

Si sono visti a Roma. Intorno al tavolo c’erano quasi tutti i massimi livelli operativi del Partito Democratico del Lazio. Si sono riuniti per analizzare la situazione di Ceccano: le incomprensioni che stanno caratterizzando il centrosinistra, il rischio che alle elezioni Comunali di maggio si vada divisi su tre candidati. Spianando così una strada al centrodestra per tornare in municipio. Lo spettro che si è manifestato durante l’intera riunione ha un nome e proviene da un posto preciso: si chima Marco Bucci ed è di Genova.

Giovanni Toti (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Al Partito Democratico è bastata la lezione ricevuta nel mese di ottobre dello scorso anno. In Liguria tutti erano certi che l’arresto del Governatore Giovanni Toti ed il crollo della sua amministrazione di centrodestra avrebbe spianato la strada al centrosinistra per una tranquilla passeggiata verso la vittoria regionale. Gli elettori hanno votato Marco Bucci lasciando il centrodestra comodamente dentro Palazzo della Navigazione Italiana.

Pure a Ceccano il sindaco di Centrodestra Roberto Caligiore (FdI) è stato arrestato: storie di tangenti ottenute per pilotare gli appalti cittadini finanziati con soldi Europei. Ed anche a Ceccano il centrosinistra sta mettendo in mostra la supponenza di chi è già sicuro di avere vinto.

Nessuna Genova bis

Elly Schlein (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Al tavolo di Roma il messaggio è stato chiaro: nessuno vuole che a Ceccano si vada alle elezioni con la stessa testa che ha guidato il Partito Democratico alle Regionali della Liguria. Non sono ammesse eccezioni. Chi prova a spaccare l’unità del Partito può accomodarsi fuori per il resto dei suoi anni. Non c’era il Segretario nazionale Elly Schlein ma la sua benedizione a questa lettura c’è stata.

C’è questo dietro alle dichiarazioni fatte nelle ore scorse a Paolo Romano su Ciociaria Oggi da Emanulea Piroli. È l’esponente di punta dell’area Schlein nelle amministrazioni comunali della provincia di Frosinone, il Segretario l’ha catapultata nel Pd appena è salita sul ponte di comando senza che nessuno ci avesse visto arrivare. Perché nessuno più di lei sta contro i cacicchi: Emanuela Piroli provò a rottamarli ai tempi di Matteo Renzi ma finì rottamata da loro, la fecero decadere da Segretario cittadino del Partito. Alle scorse Comunali si è candidata sindaco contro il Pd e da sola ha fatto meglio del Partito.

In questa tornata il centrosinistra ha tre nomi. Uno è quello indicato dal Partito Democratico, il farmacista Andrea Querqui. L’altro è quello delle due Consigliere comunali uscenti Emanulea Piroli e Mariangela De Santis, elette 5 anni fa da sensibilità di centrosinistra esterne al Pd. E proprio quelle sensibilità portano al tavolo i loro due nomi.

Masochismi ed assoluzioni

Andrea Querqui

Con un elemento di imbarazzo che ha imposto la riunione del tavolo a Roma: anche Emanuela Piroli è organica adesso al Partito Democratico al punto che siede in Assemblea Nazionale Pd. Ma il Segretario cittadino Giulio Conti ha compiuto una fuga in avanti nel timore che gli segassero le gambe al candidato. Ha firmato un accordo per la candidatura di Andrea Querqui nonostante la richiesta di attendere fatta dall’area Schlein / Piroli. Una fuga in avanti che è stata una catastrofe. (Leggi qui: (Leggi qui: Querqui va avanti, Piroli non lo segue. Per ora. E leggi anche Fuoco amico contro Querqui).

La riunione romana ha prodotto le dichiarazioni di Emanulea Piroli. Il suo iniziale «vi faremo sapere. Ma noi abbiamo un’altra opinione» è divantata un elogio della linea Schlein, dell’unità e dell’«occasione unica per cambiare Ceccano», salvo non nominare mai il candidato di una parte del suo stesso Partito. La traduzione?

Emanuela Piroli con Mariangela De santis

Le parole di Emanulea Piroli vanno tradotte in questo modo: «Caro Andrea Querqui, riapri il tavolo del centrosinistra. Verifica se ci sono le condizioni per una candidatura unitaria. Supera in questo modo gli errori commessi proprio dal Pd cinque anni fa quando ci dividemmo. Individuiamo insieme un modo per arrivare ad una candidatura che sia riconosciuta e legittimata da tutti».

Un percorso che punta a recuperare anche l’avvocato Manuela Maliziola, che venne eletta dal Partito Socialista e recentemente è uscita da Demos per evitare Diktat del Pd. Per lei è quasi una rivalsa personale. L’ex sindaco ha scelto un locale centralissimo, in piazza, vicino il municipio. Ma un tavolo unitario creerebbe uno scenario ed una prospettiva diverse.

Cives che dà man forte

Luigi Vacana

Siccome si ragiona sul futuro ma si decide sul presente, Mariangela De Santis continua continua a coltivare il suo perimetro elettorale e cerca di allargarlo. Sta continuando ad avere contatti con il collettivo Ceccano 2030 ma i segnali non vanno in direzione di una sintesi facile. Il gruppo ha dato vita alla nuova lista Ceccano in Comune 2030. È nata lo scorso fine settimana dalla fusione del Collettivo 2030 fuso con l’esperienze di Provincia in Comune dell’ex presidente del Consiglio Provinciale Luigi Vacana. Che ha una linea di dialogo con entrambi i fronti.

Più sintonia si registra con ciò che rimane del Movimento 5 Stelle che la civica Nuova Vita di Mariangela De Santis sostenne con i suoi voti alle Europee; altrettanto il M5S ha sostenuto Nuova Vita nella sua battaglia su Piazza Mancini, tramite l’onorevole Ilaria Fontana.

La Cena dei Fratelli Giovannone

Fabio Giovannone

Tutti i fronti sono in movimento. Se uno non vuol far sapere le proprie mosse sceglie un posto riservato nel quale tenere i propri incontri politici. Viceversa se vuole fare in modo che tutti le vengano a sapere individua una postazione più centrale.

Deve essere questa la ragione che ha spinto la scelta di Americo Giovannone noto imprenditore nel settore delle farmacie, che spazia dalla Sanità all’Alimentare. Più noto il fratello Fabio Giovannone: già presidente del consiglio comunale durante il governo del sindaco Caligiore e delegato di fiducia ai grandi eventi.

Per i suoi incontri ha scelto la trattoria da Ester, in piena via Magenta. Centralissima. Decifrate voi quale fosse l’intenzione. L’incontro, finito non proprio nel migliore dei modi, puntava a sondare le possibilità di un’intesa tra il gruppo di riferimento dell’ex assessore Stefano Gizzi (cacciato da Caligiore dopo avere appoggiato pubblicamente Putin e l’attacco all’Ucraina), presente con l’ex consigliere delegato Alessio Patriarca (cacciato perché più leale a Gizzi che a Caligiore). Con il professor Mario Sodani e l’avvocato Filippo Misserville; il triocomposto dall’ex vicesindaco Federica Aceto, dall’ex presidente del Consiglio comunale Alessandro Savoni, dall’ex capogruppo della Lista Caligiore Diego Bruni.

Il punto di approdo ipotizzato da Americo Giovannone è la candidatura a sindaco del fratello Fabio Giovannone.

In tre al congresso di FdI

Federica Aceto

Qualche giorno dopo i 3 erano al congresso di FdI e hanno votato la mozione in favore di Rino Liburdi, candidato unitario. Evidentemente ancora non hanno le idee chiare, ruotano nell’orbita del Partito a tutti gli effetti, facendo parte del nuovo direttivo.

Diversa la posizione di Stefano Gizzi: dopo un acceso scontro proprio con Savoni ha messo tutto in stand by, chiamandosi fuori da cose che vede sempre più come ripicche personali interne all’ex gruppo di maggioranza.

Dall’altro lato erano tutti concentrati sul congresso. Le trattative riprendono questa settimana.

Piacere Liburdi e vi porterò fuori dal buio

Il Congresso ha eletto alla guida del Partito l’avvocato Rino Liburdi. Viene dal mondo cattolico, non ha legami con le nostalgie di un tempo e ragiona in ottica di destra europea.

Avvocato, domenica è stato eletto all’unanimità Presidente del Circolo di Ceccano, la Stalingrado della Ciociaria divenuta nel 2015 la Roccaforte dei Patrioti. A Ceccano è politicamente a casa sua o un ospite temporaneo in una terra rossa ed operaia? 

“Dobbiamo partire da un dato storico: quella che ha compiuto il Centrodestra a Ceccano non è una rivoluzione e nessuna roccaforte rossa è stata espugnata. Esprimo, seppure nella totale differenza di vedute, il mio rispetto per la Ceccano rossa e ciò che il movimento operaio ha significato per questa città. Invito tutti ad aprire gli occhi: Ceccano da decenni non è più una città operaia. Continuare a ragionare con logiche degli Anni 70 ci porterebbe fuori strada. Il mondo è cambiato, Ceccano è cambiata insieme al mondo che la circonda, la Destra si è evoluta mantenendo le sue radici sociali, il Centrosinistra è rimasto ostaggio del suo passato. È per questo che noi abbiamo vinto due volte le elezioni”.

Eletto in maniera unitaria: a Ceccano il dibattito politico interno ai Partiti storicamente è stato segnato da dibattiti e divisioni.

Anche da noi ci sono sensibilità diverse. Ma noi ad un certo punto smettiamo di discutere e troviamo una sintesi. Lo dimostra la composizione del Direttivo che ho proposto: è stato votato all’unanimità perché  è espressione di tutte le anime del Partito. È frutto del prezioso lavoro di mediazione che è stato fatto in questi mesi di concerto con il nostro Presidente Provinciale Massimo Ruspandini“.

Il Congresso di domenica è stato il primo evento pubblico che  FdI ha celebrato a Ceccano dopo la caduta dell’Amministrazione Caligiore. Che idea si è fatto sulla vicenda giudiziaria e come si pone la nuova DSegreteria rispetto a quanto accaduto?

“Vado dritto al punto. Quanto è accaduto è incompatibile con i valori su cui si fonda il Partito e quanto di più lontano dalla cultura storica della destra. Dire che il Partito prende le distanze lo trovo riduttivo. Semplicemente bisogna guardare avanti mantenendo sempre saldo il principio che chi fa politica lo deve fare in modo trasparente”.

Roberto Caligiore

“E’ chiaro che non si può far finta che non sia successo nulla. Il compito di perseguire ed accertare i reati, però, spetta alla Magistratura, nella quale ho la più assoluta fiducia. Il ruolo della politica è quello di creare i presupposti affinchè si realizzino modelli virtuosi di gestione della cosa pubblica”.

“Questo può avvenire solo grazie all’impegno di tutti. Io personalmente sto lavorando per trovare un giusto equilibrio tra il coinvolgimento di persone nuove. Per liberare idee ed energie più fresche ed il rispetto di tante persone che in questi anni hanno dato tanto e si sono impegnate per il bene comune e che non hanno nulla a che vedere con le vicende in questione”.

Secondo lei in questi anni la Città è migliorata? Quali sono le sfide per il futuro?
Manuela Maliziola

“Nel 2015, quando anch’io mi candidai a sindaco, le aspettative dei ceccanesi erano enormi in quanto il Centrosinistra, che governava ininterrottamente da vent’anni, specialmente durante le due Amministrazioni Ciotoli e la breve esperienza dell’Amministrazione Maliziola, che di fatto era un ‘Ciotoli ter’, avevano ridotto Ceccano ad una Città “dormitorio”. In quegli anni c’è stato un picco di cementificazione e di consumo di suolo senza precedenti”.

“Una vera e propria “bolla” speculativa che quella politica aveva alimentato con degli esiti e degli scempi che sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti. A ciò si aggiungeva il buco milionario di debiti lasciati in eredità che, con  l’entrata in vigore del bilancio armonizzato, non è stato più possibile coprire con le bad practices contabili del passato.

Il risanamento salvifico

Nei giorni scorsi c’è stata la levata di scudi fatta dall’ex assessore Riccardo Del Brocco. Dal suo punto di vista quali sono i due meriti che più di ogni altro il centrodestra cittadino può vantare?

Se devo citare due temi in cui il centrodestra in questi anni ha fatto bene è stato sicuramente il mettere in sicurezza i conti con il Piano di Rientro con la Corte dei Conti. E’ un argomento molto tecnico, che forse è stato anche difficile da comunicare, ma ha una grandissima importanza. Se il Comune non è fallito e si sono potuti continuare a pagare gli stipendi ai dipendenti ed a fare nuove assunzioni lo si deve a quest’opera difficilissima di risanamento”.

L’altro punto da ricordare è stato sicuramente il deciso fermo alla cementificazione, il recepimento della Legge regionale sulla rigenerazione urbana, una rinnovata attenzione al decoro urbano. Chiaramente sono solo degli spunti di riflessione”.

Prima degli uomini servono i programmi.

“Indubbiamente c’è ancora moltissimo da fare, le sfide sono molte e non vi è dubbio che bisogna cominciare ad avere una maggiore visione ed approfondire tematiche cruciali come la valorizzazione del Patrimonio comunale, la rigenerazione o  la riconversione di strutture pubbliche inutilizzate da decenni, massimizzare e liberare utilità attraverso un approccio più moderno alla gestione dei cosiddetti “non luoghi””.

Auspico che durante la prossima campagna  elettorale le forze politiche si confrontino su questi temi, ne guadagnerebbe la Città”.

“Temo che la tentazione delle Sinistre, non avendo temi e argomenti, sarà quella di impostare il dibattito sulla scelta tra  i buoni ed i cattivi, una macchina del fango infinita. Il mio impegno sarà massimo nel cercare di alzare l’asticella e di far confrontare il Partito sui temi”.      

Tema delle candidature: a chi guarda il partito?
Massimo Ruspandini

Ieri abbiamo tenuto il primo Direttivo. Più che concentrarci sui nomi, abbiamo cercato di avviare una discussione più ampia sul profilo che dovrebbe avere oggi a Ceccano la figura del candidato a sindaco del centrodestra. Noi veniamo, specialmente a Ceccano, dalla tradizione di una destra sociale, di popolo, una tradizione che con il lavoro ventennale svolto da Massimo Ruspandini ha portato a Ceccano più che in altre parti d’Italia ad un vero e proprio ribaltamento delle classi sociali di riferimento del Partito”.

“Oggi ci sono vicini i giovani, gli operai, le famiglie monoreddito, i precari. Uno spaccato tradizionalmente di sinistra. Oggi con la sinistra c’è gran parte della medio alta borghesia locale, quelli che una volta venivano chiamati i notabili di un paese. Il nostro candidato ideale dovrà essere, innanzitutto, un candidato auspicabilmente  unitario che rappresenti bene il partito, ma che sia riconosciuto e apprezzato da tutte le forze del centrodestra. Riteniamo inoltre fondamentale, in questa fase così delicata, l’apertura al mondo cattolico, a quello del volontariato, all’associazionismo”. 

Quali sono i suoi obbiettivi per il partito a Ceccano e cosa si aspetta dal futuro?
Rino Liburdi

“Il primo obbiettivo è quello di costruire una coalizione competitiva che possa giocare da protagonista una partita alle prossime comunali.  Con il senso di responsabilità di tutti ed alla luce delle spaccature che registriamo quotidianamente nel campo avversario, penso che la partita non sia solo aperta e giocabile, ma possa essere vinta”.

“Dal futuro mi aspetto una Ceccano competitiva a livello politico, a livello economico, a livello culturale, che continui ad avere un ruolo chiave nei rapporti istituzionali  e nella filiera virtuosa che possiamo consolidare con la Regione e con il Governo“.