Nulla di fatto per la vendita della Ilva di Patrica. La proposta avanzata non rispettava i requisiti minimi. Ora occorre un nuovo bando.
Niente da fare. L’asta per la Ilva di Patrica è andata deserta. L’offerta della Demi Engeneering dell’ingegner Capobianco non rispondeva ai requisiti minimi indicati dal bando. È come se non fosse stata fatta. Al ministero il commento è stato: “probabilmente c’è stata troppa superficialità ed ai proclami non sono seguiti i fatti”.
Nessun dettaglio ufficiale sui motivi dell’esclusione dell’offerta. In genere però, per far scattare questa clausola, ci sono situazioni precise. Ad esempio: o l’offerta economica è stata giudicata irrisoria, o il piano industriale è stato ritenuto fantasioso, o sono venute meno le garanzie economiche a sostegno del progetto presentato.
Nei giorni scorsi non aveva nascosto il suo pessimismo il sindacato Fim Cisl. Il segretario generale Fabio Bernardini è stato molto critico nei confronti dell’impresa: ha evidenziato che “prima di partecipare ad una gara si leggono bene i requisiti, si valutano le opportunità di business, si verifica la tenuta finanziaria dell’operazione“.
Ora il passo successivo sarà quello di indire un nuovo bando. I parametri verranno resi ancora più accessibili, nella speranza di interessare altri potenziali investitori.