In attesa di risolvere il tema-ambiente Mastrangeli mette a dieta i piccioni

La vera scommessa per il sindaco di Frosinone sta tutta nella mobilità green e nella capacità di diffonderla tra i cittadini

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Chi non ricorda il famoso film a cartoni animati del 2005 “Valiant – Piccioni da combattimento”, diretto da Gary Chapman? Il film d’animazione ambientato durante la seconda guerra mondiale e prima del 6 giugno 1944 (giorno dello sbarco in Normandia delle forze alleate).

Valiant è un giovane piccione inglese che sogna di diventare un eroe e di combattere per il proprio Paese, dando un valido contributo per sconfiggere le armate tedesche. Così decide di arruolarsi nel Royal Pidgeon Service (RPS) che altro non è che un servizio di informazione segreta tra la Resistenza francese nel continente e le forze alleate stanziate in Gran Bretagna.

Come durante la guerra

(Foto © Mario Salati)

Il film senz’altro umoristico, a tratti addirittura comico, rappresenta questi piccioni come marines o berretti verdi. Rendendo onore ai volatili che realmente erano stati impegnati dagli americani nella Seconda Guerra Mondiale.

I Piccioni, forse veramente “da combattimento” come quelli del film, evidentemente dimorano da tempo a Frosinone. Se è vero che con la Ordinanza nr. 59 del 4 febbraio 2025 il sindaco Riccardo Mastrangeli ha disposto a “chiunque, il divieto di somministrare qualunque tipo di alimento ai piccioni (columbalivia domestica) presenti allo stato libero sul territorio comunale.”

Il documento rileva che al Comune sono intervenute numerose segnalazioni, circa la massiccia presenza in talune zone del territorio cittadino, di colonie di Columba livia domestica. Prosaicamente, dei comuni piccioni. Che problema danno?

Le segnalazioni in Comune

Questa presenza massiccia (di piccioni) è causa di danni ai beni architettonici ed ai beni monumentali del Capoluogo, dice l’ordinanza. Inoltre i patogeni presenti nel guano, praticamente è il prodotto della decomposizione degli escrementi di uccelli, costituiscono un potenziale pericolo per la salute pubblica.

L’ordinanza evidenzia ancora che la sovrappopolazione delle colonie citate ed il conseguente guano prodotto costituisce grave nocumento alla normale viabilità pedonale su marciapiedi, scale e selciati. Si manifesta quindi la necessità del contenimento di tali specie, promuovendo azioni finalizzate ad una gestione oculata della loro presenza.

Tra le azioni di contenimento della sovrappopolazione dei piccioni, sottolinea l’ordinanza “quella del divieto di somministrazione di alimenti, risulta essere l’intervento più immediato, incisivo ed efficace, come attività preventiva, che serve a limitare la disponibilità di luoghi di sosta e riproduzione”.

Da oggi quindi è vietato a Frosinone dare da mangiare ai piccioni. Non siamo né a Roma, nè a Venezia. Chi lo fa rischia una multa da un minimo di € 25,00 ad un massimo di € 500,00. Fin qui l’ordinanza sindacale.

Il nodo del green

Foto © Stefano Strani

Il Sindaco di Frosinone oltre ai piccioni, ha però problemi molto più grandi e seri da affrontare. Non sono né le 3 sedute del Consiglio Comunale del prossimo 12 febbraio. Tantomeno la sessione di bilancio di fine mese. La delibera verrà approvata. Non ci sono dubbi in proposito.

Le vere preoccupazioni per Mastrangeli sono legate al tema dell’ambiente. Per la cui tutela sta caratterizzando tutta la sua consiliatura. Mettendoci sempre la faccia e rischiando in prima persona, il consenso elettorale.

Il poco invidiabile primato di Frosinone come città più inquinata d’Italia, per il secondo anno consecutivo, certificato ieri da Legambiente, non lascia tranquillo il Sindaco.

Preoccupante primato

Chi lo sarebbe? Che infatti ieri a caldo ha detto: “Il report pubblicato da Legambiente sull’inquinamento atmosferico da PM10 nei capoluoghi di provincia costituisce un’occasione per riflettere, con responsabilità, sulla nostra realtà ambientale, nella consapevolezza che migliorare la qualità dell’aria non è solo un obiettivo che l’amministrazione ha il dovere di centrare, ma una questione di salute pubblica e di giustizia intergenerazionale”.

Mastrangeli ha aggiunto: “Serve anche una mutazione culturale, specie in una città, come la nostra, con il tasso di motorizzazione più alto d’Italia. Per innescare questo cambiamento, è necessario che i cittadini siano invogliati e incentivati a utilizzare infrastrutture e servizi sostenibili”.

“Questo percorso richiede il coinvolgimento di tutti, perché la transizione ecologica si realizza con un impegno condiviso e consapevole da parte di ognuno di noi. L’amministrazione sta facendo la propria parte: in tal senso, ha destinato l’80% degli investimenti del Pnrr e l’80% degli investimenti previsti dal PR FESR Lazio all’ambiente.”

La vera scommessa

La vera scommessa, per Frosinone, sta proprio in questo. Tutti vogliono arrivare a parcheggiare, praticamente dentro al negozio, con la propria macchina. La scommesa sta nel cambio di mentalità e nel diverso approccio della gente all’utilizzo dei mezzi. Privati e pubblici.

L’amministrazione Mastrangeli deve evidentemente creare le condizioni per una mobilità sostenibile vera e strutturale. A cominciare da un TPL capillarizzato che funzioni bene e a tutte le ore. Per non parlare della fruibilità dell’ascensore inclinato e del BRT. Ma soprattutto deve far si che questa “rivoluzione” sia spiegata, condivisa e partecipata. E non calata dall’alto. Come un provvedimento qualsiasi. Qui è in gioco la salute. Di tutti.

Serve quindi una gestione diversa e straordinaria del tema generale dell’ambiente. Ma anche i cittadini di Frosinone devo fare la loro parte. Dire solo alla Gino Bartali “è tutto sbagliato, è tutto da rifare” non va bene. E soprattutto non porta da nessuna parte.

Un vecchio saggio una volta disse “Ogni tanto fatevi una chiacchierata pure con il lupo, invece di ascoltare sempre e solo Cappuccetto Rosso. Può essere che cambiate idea”.