In Giunta a Frosinone scoppia il finimondo “natalizio”, ma c’è altro

Mastrangeli e Tagliaferri se le cantano talmente tanto che è apparso subito chiaro come il tema luminarie fosse mezzo movente

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Fino a lunedì scorso era stata una spcie di oasi felice per il sindaco Riccardo Mastrangeli. La Giunta comunale di Frosinone non era stata interessata dalle fibrillazioni e dalla spaccature: che invece hanno condizionato il Consiglio Comunale, generando nell’ultimo anno la posizione fuori dal coro di ben 5 malpancisti, cioè Consiglieri eletti nel centrodestra ma che oggi danno un appoggio esterno alla loro maggioranza. Nei confronti della quale hanno un rapporto critico e conflittuale.

In Giunta no. Nelle riunioni tra il sindaco ed i suoi assessori tutto filava liscio (almeno apparantemente). Le delibere venivano approvate senza particolari difficoltà e la squadra lavorava con impegno.

Fino a lunedi scorso, giorno deputato alle riunioni di Giunta. Come riferisce con dovizia di particolari il quotidiano Ciociaria Oggi, lunedì prima della consueta riunione è successo un vero e proprio terremoto, con scontri verbali al calor bianco tra il sindaco Mastrangeli, il presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri e diversi assessori.

Il sindaco minaccia le dimissioni

Motivo della rissa verbale, il posizionamento delle luminarie di Natale in città. Sembra incredibile ma è cosi. In pratica quali strade e quali quartieri del Capoluogo addobbare con le luci e quali no. Perché non sono sufficienti ovviamente per illuminare tutta la città. Facile ipotizzare quindi come ogni assessore abbia rivendicato e preteso, a gran voce, le luci natalizie sulla propria zona di riferimento. Di residenza ed elettorale, evidentemente. 

L’addobbo del Capoluogo con le luci, dove si e dove no,  evidentemente non è andato giù a più di qualcuno dei presenti e lo scontro è salito di livello. Fino ad indurre il sindaco a minacciare le dimissioni stando alla versione più accreditata del confronto.

Dimissioni che sono state “sollecitate” da Tagliaferri verso più di qualche assessore, entrato evidentemente in conflitto verbale con lo stesso Presidente.  Non è la prima volta che Tagliaferri attiva “pacate” discussioni con gli assessori e con lo stesso Mastrangeli. Per alcuni è soltanto parte dell’indole verbale del Presidente d’Aula, per altri non è né normale né irrilevante e pone una questione politica.

Non solo luminarie

Massimiliano Tagliaferri (Foto © Massimo Scaccia)

Lo scontro tra i presenti è proseguito poi anche su altri temi e su differenti punti di vista. Gli animi, ormai erano surriscaldati ed avrebbero litigato anche su quanto zucchero mettere in una tazzina di caffè.

Si sono viste scintille sul percorso del BRT cioè il bus circolare che collegherà i vari punti della città utilizzando una corsia privilegiata; quel percorso non è ancora definito. Tensioni anche sulla riapertura al doppio senso di marcia di via Marittima: annunciata da tempo dal sindaco ma tuttavia ancora non attuata.

Al di la dei motivi, veri o presunti, dello scontro di lunedì tra sindaco, presidente e assessori, alcune circostanze appaiano piuttosto chiare. E dalla indiscutibile valenza politica, che peserà per il futuro. Perché quello che è successo lunedì è un fatto grave.

Lo spiegone

Lo è per una serie di motivi. Il primo. Le tensioni in maggioranza, non solo tra Consiglieri ma anche tra gli assessori e da ultimo tra il presidente Max Tagliaferri con assessori e consiglieri di centrodestra, esistono da tempo. Ma ora i rapporti, anche di natura personale, cominciano a deteriorarsi irrimediabilmente. Chi lo nega, mente sapendo di mentire. La politica non si fa con i sentimenti, figuriamoci con i risentimenti.

Secondo motivo. Il fatto che le tensioni siano salite di livello, dal Consiglio alla Giunta, sta a dimostrare che il “malcontento” è generalizzato e diffuso in maggioranza.

Terzo motivo. Esiste un malcontento amministrativo ed uno politico. Quello amministrativo: pur avendo sottoscritto il programma del sindaco Mastrangeli e quindi avendone condiviso tutti i contenuti, alcuni Consiglieri non sono più tanto convinti di alcuni interventi sulla viabilità cittadina. Su tutti il BRT e le piste ciclabili. O se ne sono convinti hanno paura della reazione avuta dalla città: poco disposta a vivere i disagi dovuti ai cantieri ed al restringimento delle carreggiate per riervarle a ciclisti, pedoni, bus.

Ma sta proprio qui il solco che divide loro ed il sindaco: Riccardo Mastrangeli guarda Frosinone con gli occhi del 2044 quando il mondo sarà cambiato ed i motori di oggi non potranno nemmeno essere nominati. Vuole che il capoluogo sia pronto ai cambiamenti che il clima imporrà. Invece una parte della sua maggioranza teme che simili iniziative, una volta ultimate, possano far perdere consenso elettorale alla attuale maggioranza. Quindi a se stessi. Con il rischio di non essere rieletti in Consiglio Comunale, nel 2027.

A casa prima? Mai…

Riccardo Mastrangeli

Le varie iniziative di protesta (raccolta firme, flash mob, indagini epidemiologiche, da parte di cittadini, vari comitati di quartiere e commercianti) vengono viste da qualche consigliere di maggioranza come un vero e proprio campanello di allarme. Difficile da ignorare.

Su questo punto è comprensibile la posizione di Massimiliano Tagliaferri. perché la logica e coerente conseguenza di tutto questo sarebbero delle dignitose dimissioni, da parte di chi non è più d’accordo con il sindaco. Ci può anche stare. Ma a casa prima del tempo, evidentemente non ci vuole andare nessuno.

Sul piano politico: c’è un gruppo di “estremisti” (consiglieri e assessori), fedelissimi del sindaco e del suo programma di governo che non sono più disposti a tollerare le prese di distanza dall’amministrazione da parte di qualche gruppo consiliare.

I fedelissimi che non sopportano più

Alessandra Sardellitti con il nuovo Gruppo

Su tutti il gruppo FutuRa dei Consiglieri Martino-Petricca e Pallone che anche recentemente hanno criticato alcune decisioni del sindaco. Gli intransigenti chiedono quindi a Mastrangeli azioni coerenti e conseguenti. così come fu fatto con i Consiglieri Bortone e Pizzutelli, quando furono ritirate loro le deleghe assegnate. L’indecisione o la tolleranza ad libitum non paga, secondo loro.

Quattro. Il quadro politico è profondamente mutato dal 2022 in maggioranza. Ci sono state variazioni nella consistenza dei gruppi consiliari, senza tuttavia coerenti riflessi sulla Giunta. Un importante Partito politico come Forza Italia, storicamente e da sempre nella coalizione del centrodestra tradizionale da diversi mesi ha dichiarato l’appoggio esterno al sindaco. E in taluni casi l’attività politica degli azzurri si rileva vera e propria opposizione. Come dimostra la loro scelta di fare l’accesso agli atti cioè un’iniziativa tipica della minoranza. 

Da ultimo il sindaco ha in mano una sedia da assessore vuota, ancora da assegnare. Sono in molti ad averla “puntata”.

Siamo ormai al giro di boa?

Cinque. l’amministrazione Mastrangeli è giunta ormai al giro di boa. In una situazione politica nel capoluogo per nulla cristallizzata, ma assolutamente fluida dove tutto può accadere. Come in effetti è accaduto: c’è chi già sta pensando alle prossime elezioni del 2027 e come posizionarsi tra coloro che ritengono di poter essere alternativi a Mastrangeli, la prossima volta.

Ed è facile pensare che le candidature a sindaco nel centrodestra o nel centro centrodestra, questa volta saranno più di una