Le prossime ore sono decisive. Nella giornata di giovedì il Consiglio Generale di Confindustria voterà la squadra ed il programma del neo presidente designato Vincenzo Boccia. In quel team c’è un posto che potrebbe andare a Maurizio Stirpe: presidente uscente degli industriali del Lazio e presidente del Frosinone Calcio.
L’incarico ipotizzato è la strategica vice presidenza con delega alle Relazioni Industriali: Stirpe verrebbe collocato in quella casella in questo considerato un «pontiere» non ascrivibile a nessuno dei due fronti e pertanto capace di unire le due sponde nelle quali si sono divisi gli industriali italiani per arrivare all’elezione di Boccia.
Il testa a testa tra il presidente designato e l’industriale bolognese Alberto Vacchi si è risolta lo scorso 31 marzo per una manciata di voti: 100 a 91. bastavano cinque consensi spostati da una parte all’altra per ribaltare il risultato. Per questo Boccia sta lavorando in queste ore con l’obiettivo di allargare quella maggioranza risicata ed ottenere una legittimazione più ampia.
Non sarà facile. Boccia dovrà tenere conto degli equilibri e dei rapporti tra imprese grandi, medie e piccole. E poi c’è la questione delle quote rosa: il 25% del consiglio di presidenza è composto da imprenditrici.
I posti nel consiglio di presidenza sono dieci. Oltre al presidente, entrano a farne parte di diritto i presidenti delle sezioni Giovani Imprenditori e Piccola Industria (rispettivamente Marco Gay e Alberto Baban ), il futuro presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali (ancora da individuare) e sei vicepresidenti con diverse deleghe.
L’«opposizione» guidata da Emilia e Lombardia ha chiesto tre vicepresidenze. Per la precisione, quelle con delega all’Innovazione, alle Politiche regionali e all’Organizzazione. È soprattutto la delega all’Organizzazione che Vincenzo Boccia non avrebbe alcuna intenzione di cedere. D’altra parte fino a ieri sera fonti dell’«opposizione» confindustriale dicevano che proprio la delega all’Organizzazione sarebbe indispensabile a un’intesa.
Morale: non è escluso che la trattativa finisca con un nulla di fatto, come già accaduto nel 2012 con la formazione della squadra di Giorgio Squinzi.
I nomi. In campo restano Giuseppe Pedrollo a capo della Confindustria di Verona, la torinese Licia Mattioli, Antonella Mansi (oggi all’Organizzazione). Si fa il nome di Maurizio Stirpe alle Relazioni industriali. Come espressione dell’ambito pro Vacchi si sfila il presidente della Confindustria dell’Emilia Romagna Maurizio Marchesini. Resta in campo Sergio Dompé, ex presidente di Farmindustria, per la delega all’Innovazione. In serata tra i papabili è spuntato anche il lombardo Aldo Fumagalli Romario.
A capo del Consiglio delle Regioni potrebbe andare Stefan Pan, presidente degli imprenditori dell’Alto Adige. Gli ex supporter di Vacchi (che nel frattempo si è fatto chiamato fuori dalle contese confindustriali) chiedono uno spostamento di risorse e persone dalla sede di Roma a quella di Bruxelles. E una «operazione trasparenza». Che Assolombarda ha in qualche modo ha già iniziato. Mettendo online il suo bilancio .