Il sindaco di Benevento ha presentato la sua lista a sostegno di Roberto Fico e spiega come ha fatto a “digerire il rospo pentastellato”
Per parte attiva lo avevamo lasciato nel 2022, quando per le amministrative di Napoli aveva avviato le famose prove tecniche di centro con un Giovanni Toti ancora leader di “Cambiamo”. Da allora non è cambiato molto e quelle di centro sono ancora prove tecniche. Con troppi galli con la pretesa di egemonizzare quel format non si è ancora arrivati ad una crasi organica.
Perciò in Italia il centrismo è ancora come il tribalismo africano: ci si “odia” più a vicenda di quanto non si odi il “nemico” comune. Ma Clemente Mastella non è diventato a caso uno dei pochi superstiti della Prima Repubblica che ancora fa politica attiva.
Ambiguo e coerente come sempre, ha deciso di calare la sua briscola personale. Quindi l’attuale sindaco di Benevento ha depositato la lista “Noi di Centro-Noi Sud” al tribunale.
Il lizza il figlio Pellegrino

Lo ha fatto candidando nel collegio sannita Pellegrino Mastella e Giovanna Razzano. Ovvio che una formula ed una scelta così spiazzante titillasse la curiosità dei media, anche perché Mastella non è solo un ex Ministro della Giustizia, ma uno di quei jolly su cui il centrodestra sperava di mettere le mani, soprattutto in virtù del suo carisma personale nei collegi a sud di Napoli.
E Mastella è uno di quelli che, se gli chiedi conto delle sue improvvisate (che improvvisate non sono mai) non si fa certo pregare nel rispondere. Perciò, con il suo celeberrimo format di pezze geniali per buchi non troppo larghi, ha risposto alle domande di Repubblca.
E lo ha fatto chiarendo subito che lui è Clemente Mastella, sempre, “e non mi faccio certo tirare per la giacca da nessuno”.
“Io sono quello che fa vincere”

Poi ha spiegato: “Nessuno credeva che riuscissi a fare una lista, anche tra gli alleati. Poi mi hanno inseguito dal centrodestra. E io ho ragionato così: se mi inseguono, sono quello che fa vincere, allora resto dove sto. Sono il portafortuna”.
Mastella è pienamente consapevole del suo ruolo di jolly territoriale, ma essendo un furbo di tre cotte non ha aspettato la domanda delle cento pistole.
Lui, vecchio volpone di tempi in cui la politica non si improvvisava sui social la spiegazione – la pezza – ce l’aveva già bella che pronta da tempo.
Quel controsenso… molto Fico

Perciò ha giocato d’anticipo. “Ora tutti mi dicono: come fai a stare con Fico? Ma se Forza Italia, Lega e gli altri l’hanno eletto col 70 per cento presidente della Camera…”. Ovviamente la spiegazione istituzionale non basta, e Mastella lo sa benissimo.
Perciò ha rifinito il ragionamento: “E poi scusatemi: il Pd si è alleato coi 5S, la Lega col Pd nel governo precedente. E sarei io il trasformista? È singolare. La verità è un’altra”. E la “verità” di Mastella è di quelle difficilmente cassabili, anche a voler considerare certe miopie ultime sulle metamorfosi della creatura guidata da Giuseppe Conte.
“I Cinquestelle sono diventati partito. Invece il centro non esiste”.
Come Prodi ma più pratico

La considerazione “prodiana” quasi in coda all’intervista dice tutto di un politico che pascola da sempre nella Terra di Mezzo in cui ogni scelta non prende necessariamente il crisma della “giravolta funzionale”.
Una zona della politica italiana piena di presunti colonizzatori ma non ancora condensata nello stato dell’arte. Tuttavia Rosatellum docet e, al di là degli accordi di scopo, servono precondizioni più certe e collaudate.
Perciò “la sinistra senza il centro e senza l’evoluzione intelligente dei 5S non vincerà mai”.
Io, Vicienzo e i nostri figli…

Senza contare che “non ho scelto io Fico, ma il Pd. Ora tutti dobbiamo dare una mano. Io e De Luca siamo entrambi impegnati: lui col figlio Piero, diventato segretario del Pd campano, che stimo. E io con mio figlio che stimo“. Pellegrino, figlio di Clemente, è già sceso in campo in ordine al recente sisma registrato nel Sannio.
Ed ha detto: “In Consiglio regionale mi batterò perché le risorse per la sicurezza scolastica siano sempre una priorità programmatica”. E l’anomalia di un Roberto Fico, pentastellato ortodosso, come conducator di un ex democristiano? Qui Mastella sfiora il capolavoro: “Dei Cinquestelle il più democristiano che ho conosciuto è lui. Ma non lo dico per fargli perdere i connotati”.
Ed il centrosinistra vincerà perché Vincenzo De Luca “farà di tutto per evitare che Cirielli che è salernitano come lui diventi presidente“. Perché Vicienzo è così. E perché pure Clemente è così: non conosce buchi perché ha una valigia piena di pezze.



