La città che (non) sale: Brt e ascensore, due simboli in tilt

Dal Brt all’ascensore inclinato: le grandi promesse di Frosinone ferme al palo. Il futuro della nuova mobilità a Frosinone resta bloccato. Opere simbolo di due amministrazioni ma ancora zero certezze

Uno è l’opera simbolo dell’amministrazione di centrodestra targata Mastrangeli, il progetto di mobilità futura per Frosinone basato sul sistema Brt, con circolari elettriche su corsie preferenziali. L’altro è l’opera simbolo dell’amministrazione di centrosinistra targata Marzi, l’ascensore inclinato che collega la parte bassa con la parte alta di Frosinone, evitando il traffico ed accorciando sensibilmente i tempi. Ma rischiano di trasformarsi in tutt’altro, un’incompiuta, un esempio di palude burocratica, il punto di rottura tra promesse e realtà.

Per capire lo stato delle cose non servono slogan, bastano i verbali delle commissioni consiliari e le immagini attuali: recinzioni arrugginite, erba incolta, un cartello sbiadito e un cantiere lontano dall’essere completato. Due opere che dovevano cambiare il volto della città e che oggi lasciano più domande che certezze.

Due piani paralleli

La vicenda si gioca su due piani paralleli, entrambi inquietanti. Da un lato, il progetto ufficiale del Brt approvato e messo a gara: 6,2 chilometri di tracciato, un percorso di andata e ritorno tra De Matthaeis e l’area ex Permaflex, passando per via Aldo Moro, via Po, viale Europa. Un’idea tutto sommato lineare ma che una volta trasferita dalla carta dei progetti al terreno di Frosinone ha mostrato limiti e ambiguità. Molte delle soluzioni tecniche vantate pubblicamente non trovano riscontro negli atti ufficiali. E anzi: il piano approvato prevede l’utilizzo di spazi pedonali e ciclabili, senza adeguati piani di viabilità alternativa, né atti autorizzativi chiari. Tradotto: ci si è trovati tra le mani una storia diversa da quella che emerge dai documenti.

Dall’altro lato, la parte più grottesca: l’ascensore inclinato. Realizzato dall’amministrazione Marzi dopo poco tempo ha messo in luce tutti i limiti di una città costruita su una frana. L’idea è buona ma l’opera è più il tempo che sta ferma per avaria che quello trascorso a collegare centro storico e centro commerciale. Il Pnrr doveva raddoppiare quell’ascensore. Intanto facendo ripartire la prima linea. Annunciato nel 2023 come imminente, promesso per l’autunno, oggi l’ascensore è fermo in un limbo burocratico.

Foto Massimo Scaccia

Durante una commissione recente è stato reso noto che l’Ansfisa, l’agenzia che deve dare il nulla osta alla partenza del progetto, ha rilevato ben otto criticità tecniche e ambientali da risolvere. Una lettera inviata già a settembre 2024 che nessuno aveva mai reso pubblica. In questi mesi si è preferito continuare a vendere l’idea di un’opera già in marcia, invece che raccontare le difficoltà reali.

Il rischio del buco nero

In tutto questo, c’è un dato ancora più sconcertante: la data di ultimazione del progetto, ufficialmente finanziato anche dal Pnrr, è stata rinviata di un anno, dal 31 dicembre 2026 al 31 dicembre 2027. Con il rischio concreto che i tempi si dilatino ancora, mettendo in pericolo i fondi e la credibilità dell’intero intervento.

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli (Foto © Massimo Scaccia)

Il rischio principale è che alla scadenza del 2027, quando i cittadini verranno chiamati alle urne per rinnovare sindaco ed amministrazione comunale, delle due opere non ci sia ancora traccia evidente. Perché i disagi del Brt si possono anche sopportare ma solo se alla fine si vede un sistema di trasporto urbano rivoluzionato che consente di non prendere la macchina ed accorciare i tempi. Se poi nemmeno l’ascensore inclinato dovesse tornare a funzionare sarebbe un brutto biglietto da visita per le urne.

Le promesse devono essere seguite da fatti, non bastano più scenografie e Power Point. Come quelle che mostrò Nicola Zingaretti quando promise la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità tra Ferentino e Sgurgola. A quel punto il declamato “rilancio della città” si ridurrebbe ad una recinzione abbandonata in mezzo alla vegetazione.

Il Brt e l’ascensore inclinato potrebbero ancora essere una svolta per Frosinone. Ma per diventarlo, serve cambiare passo. Basta ambiguità, basta silenzi, basta rinvii. Servono trasparenza, cronoprogrammi certi e soprattutto una parola che oggi è la più assente di tutte: efficienza.