Le pecorelle pascolano allegre nella Contea: loro non sanno leggere e non immaginano che lì non si possa proprio brucare. Deportato ad Infogiovani l'addetto stampa che comunicava "dalla casa comunale"
E improvvisamente appare davanti agli occhi distratti degli automobilisti una scena bucolica meravigliosa. Un gregge di pecore al pascolo. La mente corre subito al quadro del pittore Raffaello Celommi, che ebbe i suoi natali a Firenze nel 1881. E non si può che rimanerne rapiti… sì, perché le pecore e l’agricoltura, sono le radici di questa terra.
Il rapimento dello sguardo e dell’anima dura però solo un attimo. Il tempo di realizzare che non si è dentro la tela del paesaggista, bensì, nella Contea. Esattamente zona Asi. Sulle rive di uno dei fiumi più inquinati di Italia, il Sacco.
E sì, le pecorelle accompagnate dal pastorello, brucano l’erbetta proprio lì, in una delle aree interdette che ricadono nel Sin (Sito talmente inquinato da essere di Interesse Nazionale), che non si capisce perché ma fa subito venire la bizzarra associazione mentale con Sing Sing, il carcere statunitense di massima sicurezza di Ossining, nello stato di New York.
In effetti le pecorelle, pare, che lì ci vadano spesso, ignare di avvelenare se stesse e chi poi le cucina con il sughetto. Ma d’altronde i terreni vicini al Sacco sono disseminati di balle, e non solo quelle di fieno.
C’è anche da dire che negli otto chilometri di linea rossa interdetta, ultimamente, qualche imprenditore ha investito in attività no food. Cioè? Niente roba da mangiare, che potrebbe essere avvelenata, ma giochini e attività motoristiche (che fanno storcere però il naso ai puristi, secondo i quali la Valle deve essere occupata solo da attività agricole). Le autorizzazioni comunali? Ci sono. Impossibile il contrario. D’altronde siamo nella Contea dei fieri templari. Qui si è tutti ligi alla legge.
Nel frattempo il sindaco Roberto Caligiore sembra essere sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, tanto da piagnucolare (almeno questo dicono i soliti pettegoli) con i propri assessori che non gli danno il giusto appoggio.
Pare addirittura che in un momento di sconforto abbia detto: «Non ce la faccio più». Lo stesso lamento di Magda, la povera moglie di Furio nel famoso film di Verdone.
Ma fuori da Palazzo Antonelli l’ordine è il solito: ci vogliamo bene, andiamo d’amore e d’accordo. Intanto, però, la delibera di giunta di martedì scorso è passata in sordina. La delibera ha concesso le risorse umane al IX settore, quello che è “cicciato” dopo che il sindaco aveva sbandierato in campagna elettorale che la scure della spending review sarebbe scesa implacabile sui dirigenti di Palazzo Antonelli.
In realtà viste le teste tagliate (le prime due nel 2015) le scelte, più che dettate da oculatezza economica sembrano essere state messe in atto per fini meramente politici. Il IX settore è nato nel mese di settembre, uno dei mesi più romantici dell’anno. Il sindaco Caligiore è stato “costretto” dai capricci di un consigliere che aveva da tempo un altro dirigente, quello del V settore, sullo stomaco. A capo del nuovo ufficio è stato messo il quotatissimo Emanuele Colapietro che con il Comune aveva un vecchio contenzioso (la Corte di Appello di Roma con sentenza numero 2502 si era pronunciata a suo favore).
Il rampante dirigente, che ora che ha il suo nuovo ufficio, è legato da vincoli di sangue con il presidente del Consiglio comunale. Tanto che, quest’ultimo, nell’assise in cui si dovette votare il provvedimento di liquidazione pecuniaria di Colapietro, fu costretto a sedere imbarazzato tra i banchi della maggioranza, dopo che il capogruppo democrat Giulio Conti, ironizzò davanti a tutti sul suo legame familiare.
Ora, con la delibera di giunta di martedì scorso – che ancora, se gli occhi non ci hanno ingannato, non appare sull’albo pretorio – Colapietro ha il suo staff. Tre persone. Curriculum? Non occorre: il personale di staff è a chiamata diretta.
Intanto anche un’altra risorsa umana è stata trasferita a nuovo incarico. Il vecchio addetto stampa del sindaco Caligiore, quello che firmava i roboanti comunicati “dalla Residenza comunale”. Dopo un piccolo periodo di gloria, era stato retrocesso al rango di staff del sindaco (chissà perché?).
Ebbene, ora, uomo dalle mille risorse, dicono le malelingue (che raccontano anche che stesse sugli zebedei a molti consiglieri), pare abbia trovato una collocazione nell’ufficio Infogiovani, dopo un palleggio tra vari uffici e molti dinieghi.
Ma la Contea è così, sfocia spesso nel ridicolo. A proposito, ma l’autovelox è già sulle strade cittadine? Quello mobile che l’amministrazione ha voluto fortemente per rendere le strade più sicure e non per fare cassa?
In realtà, pare che la cassa comunale faccia parecchia acqua e che più di qualcuno sia andato a bussare per essere pagato (e l’opposizione dorme).
Pagamenti, non da pochi euro, che potrebbero portare un Comune anche al predissesto… ma ovviamente i templari questo non lo permetteranno.