Le amministrazioni dei due piccoli centri ciociari nel mirino della Magistratura contabile che ha acceso un faro sulla gestione finanziaria. Contestate diverse irregolarità e ritardi. Forte il richiamo ad una maggiore trasparenza ed al rispetto dei principi computistici
Nella seduta del 16 ottobre 2025, la Corte dei Conti torna a puntare i riflettori sulla provincia di Frosinone. La Sezione regionale di controllo per il Lazio presieduta dal dottor Stefano Siragusa, ha approvato due deliberazioni che riguardano da vicino i Comuni di Roccadarce e Trevi nel Lazio. Al tavolo della Camera di Consiglio anche il consigliere Pasquale Angelosanto (l’ex comandante del Ros dei carabinieri che aveva arrestato Matteo Messina Denaro) e la relatrice, primo referendario, Rosita Liuzzo.
Due provvedimenti che chiamano in causa la gestione amministrativa e finanziaria degli enti locali e che segnano un nuovo passaggio di verifica e trasparenza nella vita istituzionale del territorio.
Roccadarce, contestate debolezze strutturali
La Corte dei Conti ha passato al setaccio i Bilanci 2021-2023 del Comune di Roccadarce, riscontrando una serie di criticità contabili.

Il primo rilievo è l’errata contabilizzazione del Fondo Anticipazione di Liquidità (FAL) per oltre 629 mila euro. Il FAL è uno strumento finanziario gestito da Cassa Depositi e Prestiti. È destinato ai Comuni che devono fare fronte a momentanei problemi di cassa e anticipare i pagamenti ai fornitori. L’anticipazione viene rimborsata con un piano di rientro fino a trent’anni, consentendo al Comune di usare la sua cassa per spese più recenti senza doversi indebitare.
Cosa non va nel rendiconto di Roccadarce? È stato usato un criterio contabile che la Corte Costituzionale ha bocciato proprio dal 2021 (sentenza n. 80/21). E infatti da allora non è stato più utilizzato. Secondo i giudici contabili, ha falsato i saldi di Bilancio nascondendo un rosso da circa 42mila euro.

C’è poi il nodo del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) in conto capitale, che non è stato correttamente costituito. Di cosa si tratta? È un meccanismo che consente di “accantonare” le risorse per coprire spese di investimento decise in un bilancio ma che saranno pagate negli anni successivi. In pratica, serve a garantire che le entrate attuali vengano riservate per coprire uscite future.
La Corte dei Conti contesta al Comune di aver registrato una spesa nel bilancio di un determinato anno, senza che in quell’esercizio ci fosse una reale copertura finanziaria. In sostanza, l’obbligazione è diventata esigibile, ma mancavano le risorse effettive per onorarla. Una violazione del principio della “competenza finanziaria potenziata” che rischia di compromettere la veridicità dei conti.
Scarsa riscossione, pagamenti lenti

Infine, la Corte rileva che c’è una scarsa capacità del Comune nel farsi pagare le tasse dai cittadini e tempi troppo lunghi nei pagamenti delle fatture: fino a 196 giorni nel 2021. Per chiudere: la mancata determinazione della cassa vincolata per il 2021 Cioè le somme vincolate che non si possono toccare) e le incomplete verifiche negli anni successivi.
In sintesi, la Sezione regionale della Corte dei Conti ha evidenziato debolezze strutturali nella gestione finanziaria, richiamando l’Ente a una rigorosa applicazione delle regole contabili per evitare squilibri e falsi avanzi di amministrazione.
Irregolarità nel Piano di riequilibrio di Trevi

Anche per Trevi nel Lazio, nella stessa Camera di Consiglio e con lo stesso collegio giudicante, la Corte ha analizzato lo stato di attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale (2019-2023) approvato nel 2021, individuando gravi irregolarità e ritardi da parte dell’ente. Si tratta del Piano con il quale il Comune ha spalmato su quattro anni 1,83 milioni di debiti, impegnandosi ad una rigorosa cura sui conti per rientrare e rimettere ordine. Tuttavia, i monitoraggi più recenti mostrano persistenti criticità. Ecco quali sono.
Basse percentuali di riscossione per entrate tributarie e extratributarie (sotto il 15% per alcuni residui del Titolo 1). Tempi medi di pagamento del tutto fuori norma, con picchi di 209 giorni nel 2021 e 175 nel 2022. C’è stata una netta riduzione nel 2023 (63 giorni) ma ancora non basta.

La Corte punta il dito poi sul Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) cioè le somme che con molta probabilità il Comune non riuscirà a farsi pagare e pertanto non le può considerare. Nel calcolo sono stati esclusi alcuni residui ACEA e per i magistrati è una violazione del principio contabile applicato. Invece il Fondo anticipazioni di liquidità (FAL) è stato sovrastimato di circa 9.600 euro rispetto ai valori effettivi risultanti dai piani di ammortamento. Inoltre il Fondo contenzioso risulta privo di adeguata deliberazione e criteri di calcolo, nonostante un incremento significativo negli ultimi anni.
Il Fondo garanzia debiti commerciali (FGDC) risulta determinato con errori di continuità e mancato adeguamento alle prescrizioni della legge di bilancio 2019. La Corte ha invitato l’Amministrazione comunale ad adottare misure correttive immediate, in particolare sulla corretta quantificazione dei fondi accantonati e sul rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori.
Il richiamo della Corte: ora gestione più trasparente

In definitiva, la Magistratura contabile richiama entrambi i Comuni a una gestione più trasparente e rispettosa dei principi contabili. Nel caso di Trevi nel Lazio “Prende atto del raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati nel Piano di Riequilibrio Finanziario per gli anni 2021 – 2022 – 2023”.
Le due pronunce della Corte, al di là delle singole specifiche criticità, mettono in luce una realtà comune a molti piccoli enti italiani: bilanci formalmente in ordine, ma sostanzialmente fragili, con difficoltà nella riscossione dei tributi, gestione opaca dei fondi vincolati e lentezza nei pagamenti.
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