La Corte dei Conti dice alla Regione Lazio che ha messo in fila benissimo le parole. Ma i numeri da mettere in colonna sono un'altra cosa. Nel mirino le quattro commissioni di riequilibrio politico, la Asl 0, le spese su Astral e le sentenze.
Le pagine sono 108, la deliberazione è la n. 102/2024/rq della Sezione Regionale di Controllo per il Lazio della Corte dei Conti. È quella con la quale i magistrati Stefano Siragusa (presidente) Vanessa Pinto (consigliere) Giuseppe Lucarini (relatore) hanno espresso il parere sulla quantificazione degli oneri. Su quella e sulla loro copertura finanziaria nella legislazione di spesa relativa al 2023 della Regione Lazio. Tradotto dal linguaggio contabile? Gli oneri sono gli interessi ed i costi di gestione connessi all’indebitamento. Ancora più potabile?
In particolare i magistrati della Corte si sono soffermati su due aspetti. La legislazione regionale di spesa dell’esercizio 2023. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio determinati da sentenze. Specie quelle in materia sanitaria. Proviamo a spiegare.
Le “leggi pluriennali di spesa” sono quelle con le quali la Regione definisce l’insieme delle sue spese, quale che sia la ripartizione nei vari anni. I “debiti fuori bilancio” sono le somme impreviste ed imprevedibili che vanno però messe nel conto e non erano state considerate proprio perché imprevedibili. Un esempio? Un’alluvione che impone di realizzare una serie di lavori urgenti e non rinviabili. E le “sentenze”? Ogni Ente pubblico ha dei contenziosi avviati: le Regioni in particolare hanno le responsabilità sui casi di sanità per i quali le Asl e gli ospedali vengono chiamati a processo.
Tutti i rilievi evidenziati dalle toghe
Per quanto riguarda le leggi di spesa 2023, a pagina 91 del provvedimento la Corte dei Conti scrive una cosa importante. Che “La legislazione regionale di spesa dell’esercizio 2023 nel Lazio, analizzata sotto il duplice profilo delle tecniche utilizzate per la quantificazione degli oneri e della loro copertura finanziaria, continua a presentare diverse criticità“. Per capire va fatta una premessa, scansando le foglie di fico: per anni i primi bilanci falsi sono stati quelli dello Stato e dei suoi Enti; poi è intervenuta la norma di ‘armonizzazione‘ che ha imposto ai bilanci italiani di seguire i criteri europei. Fine delle voci di Bilancio impossibili. Anche qui un esempio aiuta a capire.
Prima un Comune con 10 milioni di lire di debito prevedeva di incassare 10 milioni dalle contravvenzioni per divieto di sosta anche se non paese non c’erano divieti; poi al momento di fare la verifica metteva quei 10 milioni tra le somme che non erano entrate ma prevedeva che entrassero prima o poi. Oggi non si può fare: se non ci sono i soldi li devi fare entrare. Altrimenti scatta il dissesto.
Con l’arrivo di quelle norme, alcuni anni fa il Lazio era tecnicamente fallito. Quando Nicola Zingaretti presentò il suo primo Bilancio, la Corte dei Conti disse con chiarezza che se la Regione fosse stata un’azienda privata sarebbe già stata dichiarata fallita.
Cosa rimprovera la Corte? Innanzitutto il modo in cui sono stati calcolati gli oneri. E poi il modo con cui si sostiene che verranno coperti. Ci sarebbero criticità “analoghe a quelle già accertate in occasione del precedente referto sulla legislazione onerosa del 2022”. E “nonostante la presenza di miglioramenti sotto alcuni profili”.
Nello specifico
I Magistrati poi vanno nello specifico dei rilevi. E osservano che: “In proposito, continua ad essere presente, anche nella legislazione di spesa del 2023, l’utilizzo della formula… Quale formula? Quella “secondo cui la quantificazione degli oneri è effettuata ‘tenuto conto delle disponibilità di bilancio’“. Cioè io calcolo il debito sulla base di quello che posso pagare. Per la Corte dei Conti così è troppo comodo: i debiti si mettono tutti.
Insomma: non si può ignorare “il necessario studio preliminare dei nuovi o maggiori oneri”. (Oneri) “che il legislatore, nell’esercizio della sua autonomia, ritiene opportuno introdurre per il perseguimento di determinati fini pubblici“. Tradotto? Se ritieni che sia indispensabile per la crescita della Regione allargare la superstrada che collega Cassino con Formia hai tutto il potere di prevederlo perché c’è un fine pubblico da garantire. Ma quei debiti vanno calcolati tutti e per intero.
Nuovi o maggiori oneri: a volte ci sono
Ma c’è di più. Quando la Regione Lazio nella propria produzione legislativa – quando fa le leggi in pratica – utilizza la formula “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” la Corte contesta come non sempre, sia effettivamente così.
E cita degli esempi concreti. Come a pagina 102 della deliberazione. Cioè quando dice: “Si può menzionare, in proposito, la legge n. 6/2023 che, nell’istituire quattro commissioni speciali presso il Consiglio regionale. Con la relativa struttura amministrativa”. Lì la Pisana “precisa che ciò avviene ‘senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’”. Ma “omettendo, tuttavia, di considerare l’esistenza di oneri, quantomeno potenziali. E riferibili alla retribuzione di risultato da corrispondere alle nuove quattro figure dirigenziali ‘ad interim’ istituite dalla norma stessa“.
Più nel pratico. La Regione Lazio ha creato quattro nuove Commissioni ed ha detto che sarebbero state istituite a Costo zero. Bene. Ma la Corte dei Conti dice che ‘costo zero’ non esiste perché quanto meno i 4 nuovi dirigenti che devi nominare per far camminare le 4 nuove macchine amministrative che hai creato li devi pagare.
Quattro dirigenti e un commissario
Oppure. “Analoga criticità, sempre afferente alla (quantificazione della) spesa del personale, è stata riscontrata in sede di analisi della legge n. 13/2023. Il cui art. 6 ha istituito un commissario straordinario per gli adempimenti necessari all’avvio della “Azienda Lazio.0“. Tradotto?
La Regione ha cercato di razionalizzare le spese delle Aziende Asl. Anziché lasciare a ciascuna di loro il compito di fare le spese ha creato una Asl Zero che esiste sulla carta con la funzione di concentrare lì la spesa in modo da spuntare prezzi più bassi. Invece di fare dieci gare per le siringhe da usare in dieci Asl se ne fa una alla Asl 0 che compra per tutte e dieci e reclama un prezzo più basso. Dove sta il problema per la Corte dei Conti?
“Come evidenziato in sede di analisi della norma, questa non quantifica nuovi oneri. E prevede che ‘dalle disposizioni del presente articolo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale’. Tuttavia, la relazione tecnica, lungi dal fornire la dovuta dimostrazione dell’assenza di nuovi oneri, afferma che dalla nomina del commissario derivano nuovi oneri, senza tuttavia quantificarli“. Praticamente: la Regione ha scritto che non ci saranno nuovi costi dalla Asl 0. Poi dice che deve nominare il Commissario della nuova Asl e non specifica quanto lo paga e come.
Riequilibri politici e costi
Riassumendo. La Corte dei Conti rileva che né le nuove 4 commissioni istituite presso il Consiglio Regionale (sono servite lo scorso anno per trovare gli equilibri politici in maggioranza con l’attribuzione delle relative presidenze) né il Commissario straordinario dell’azienda Lazio.0 saranno a costo zero. Quindi senza oneri per la finanzia pubblica. Elementare Watson. Dici che non costano ma invece costeranno.
La Corte fa riferimento ad un ulteriore esempio di scarsa coerenza tra l’espressione “senza oneri per il bilancio regionale” e la realtà dei fatti. Lo fa a pagina 103. Quando scrive: “La medesima criticità è stata inoltre riscontrata nella legge reg. n. 18/2023. Il cui art. 5 ha autorizzato la società controllata ASTRAL SpA a contrarre debito fino a 80 milioni con Cassa Depositi e Prestiti“. Questo “per l’acquisto di n. 392 autobus. La menzionata disposizione contiene la clausola secondo cui ‘dall’applicazione del presente articolo non derivano oneri per il bilancio regionale'”.
La Corte fa capire che la Regione ha messo in fila benissimo le parole. Ma i numeri da mettere in colonna sono un’altra cosa. Perché se compri 392 bus è vero che li sta comprando Astral e non la Regione, pertanto la fattura la deve pagare Astral. Ma altrettanto è vero che la regione deve prevedere le spese e la loro copertura “anche quando ricadano sul bilancio di altre Partecipate, come avviene nel caso di specie”. Dicono i magistrati: i conti Astral vanno a finire nel Consolidato (il conto più quello delle Partecipate) della Regione e quindi anche la copertura delle sue spese va calcolata. I costi di Astral ricadono comunque nel bilancio regionale, essendo una società partecipata regionale. Altro che senza oneri per il bilancio della Regione Lazio.
Debito fuori bilancio e Sanità
L’altra fattispecie di “reprimenda” da parte della Corte dei Conti, nei confronti della Regione Lazio, è relativa ai debiti fuori bilancio. Quelli determinati da sentenze.
In proposito i Magistrati della sezione regionale di controllo a pag. 105 scrivono cose in merito. “Sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio, derivanti da 426 sentenze, per il complessivo importo di € 98 milioni 110.743,53, di cui € 87 milioni 237.676,08 in materia sanitaria“. E ancora: “In proposito, è opportuno osservare che il fenomeno dei debiti fuori bilancio da sentenze continua ad assumere dimensioni finanziarie molto consistenti per la Regione Lazio”.
Il tutto “con conseguente impatto negativo sugli equilibri di bilancio e di cassa che, nei primi mesi del 2024, ha registrato un rilevante incremento della quota pignorata, in controtendenza rispetto all’andamento discendente registrato dal 31.12.2020 sino al 31.12.2023, periodo in cui la quota pignorata si è ridotta da circa 129,00 a 70,00 mln di euro“.
“Pagate e non sarete pignorati”
La corte conclude la sua delibera raccomandando all’Ente di Via Cristoforo Colombo maggior oculatezza e puntualità. “Appare, dunque, opportuno segnalare alla Regione la necessità di introdurre misure adeguate ad assicurare il tempestivo riconoscimento dei Debiti Fuori Bilancio da sentenze. In modo da evitare pignoramenti e conseguenti squilibri nelle coperture finanziarie previste per il pagamento dei nuovi oneri recati da sentenze“. Come si evitano i pignoramenti? Facendo esattamente come i Comuni: quando c’è una causa si calcola di poterla perdere e prima che arrivi a sentenza si accantonano i soldi per pagarla.
La stessa Corte si riserva ai successivi controlli la verifica dell’adozione, da parte della Regione, di statuire misure idonee a superare le criticità accertate. Cioè: fate voi. Ma se non fate, vi diciamo noi come dovete fare.