La Corte dei Conti rimprovera la Provincia di Frosinone

Sette criticità rilevate dalla Magistratura contabile nella gestione dei controlli interni della Provincia di Frosinone. Ed ora la Corte ha trasmesso copia agli organi competenti dell'ente di governo

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Ventiquattro pagine: piene di circostanze precise, riferimenti normativi, situazioni concrete ed altre che andavano invece attuate al loro posto. È la delibera della Corte dei Conti che ha preso in esame un aspetto preciso della Provincia di Frosinone. I magistrati hanno esaminato il sistema di controlli interni per gli anni 2022 e 2023.

Cosa è il sistema di controlli interni? In un ente pubblico è un insieme di regole, procedure e strutture organizzative che serve a garantire, con un buon grado di sicurezza, che le attività vengano svolte in modo efficace ed efficiente. Che le informazioni di Bilancio siano affidabili e che vengano rispettate le leggi. Questo sistema aiuta l’ente a identificare, valutare, gestire e controllare i rischi a cui può essere esposto.

La Delibera che ha esaminato quelle due annualità l’hanno firmata i Magistrati contabili Stefano Siragusa (Presidente), Pasquale Angelosanto (Consigliere relatore) e Giulia Ruperto (Referendario). IPorta il numero di protocollo 59/2025/VSGC del 17 aprile 2025.

L’oggetto della delibera

(Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

In quelle 24 pagine i tre magistrati mettono in evidenza luci ed ombre nel sistema dei controlli interni adottato dalla Provincia di Frosinone Riconoscono che ci sono stati passi in avanti rispetto al passato ma comunque hanno accertato diverse carenze nel funzionamento del sistema di controllo. Per questo hanno richiamato l’Amministrazione Provinciale all’adozione di misure correttive specifiche.

Che cosa contesta la Corte? Innanzitutto prende di mira il Controllo strategico: cioè l’attività che serve a verificare se gli obiettivi di fondo e le scelte strategiche dell’ente vengono effettivamente realizzati e se sono ancora coerenti con i bisogni dei cittadini. In altre parole, non controlla solo quello che si fa, ma perché lo si fa e se le scelte fatte portano davvero benefici concreti agli amministrat

Cosa dice in proposito la Corte? Che la Provincia non ha predisposto report specifici relativi al controllo strategico. Le verifiche sullo stato di attuazione dei programmi sono state limitate a delibere aventi contenuto prevalentemente contabile. Le linee di controllo strategico e di gestione risultano non integrate fino al 2023.

Cosa si doveva fare? Secondo i magistrati contabili, l’ente avrebbe dovuto preparare dei report regolari e separati, utili a verificare il raggiungimento degli obiettivi strategici, in linea con quanto previsto dal TUEL (il testo che raccoglie tutte le norme sugli enti locali). Inoltre, era necessario integrare il controllo strategico nel ciclo di bilancio e della performance, utilizzando indicatori adeguati per monitorare le decisioni politiche e programmatiche.

Controllo di regolarità amministrativa e contabile

Foto © AG IchnusaPapers

L’altro aspetto sul quale la Corte dei Conti si è concentrata è il controllo di regolarità amministratiuva e contabile. Serve a verificare che gli atti e le attività dell’Ente siano conformi alle leggi, ai regolamenti e ai principi contabili. In pratica, questo tipo di controllo si assicura che: le procedure siano corrette (ad esempio: che un appalto venga svolto nel rispetto delle regole); le spese siano legittime e coerenti con il bilancio approvato; i documenti contabili siano chiari, completi e attendibili.

Questo controllo si esercita prima che un atto venga approvato (controllo preventivo) oppure dopo, per verificare che tutto sia stato fatto correttamente (controllo successivo). In sintesi, è il “filtro” che garantisce che l’amministrazione agisca in modo legale, trasparente e responsabile nella gestione delle risorse pubbliche.

A Frosinone, per quelle due annualità sono emerse incongruenze tra i dati delle relazioni e quelli forniti in sede istruttoria, in merito al numero di atti controllati. L’Ente ha fatto il controllo ‘a campione’ estraendo a caso le pratiche da verificare. Per i magistrati invece una pratica non vale l’altra: bisogna considerare i criteri di rischio, ci sono pratiche che comportano più rischi di altre. Le irregolarità contabili rilevate nel 2022 (n. 157) non risultano sanate.

Cosa si doveva fare? La Provincia avrebbe dovuto garantire coerenza e correttezza dei dati. Integrare il campionamento con criteri qualitativi e quantitativi. Sanare le irregolarità rilevate.

Controllo di gestione

(Foto via Imagoeconomica)

È stato poi esaminato il Controllo di gestione. È uno strumento che serve a misurare e valutare come vengono utilizzate le risorse pubbliche, per capire se l’ente sta operando in modo efficiente, efficace ed economico. In parole semplici, aiuta a rispondere a domande come: Possiamo migliorare i servizi offerti ai cittadini? Stiamo raggiungendo gli obiettivi che ci siamo posti? Stiamo usando bene il tempo, il personale e i soldi disponibili? E ci sono indicatori precisi per misurare il tutto.

Il referto sul controllo di gestione previsto dall’art. 198-bis del TUEL è stato trasmesso dalla Provincia solo nel 2025 e dietro sollecito da parte della Corte. Nel 2023 non sono state impartite direttive alle articolazioni decentrate. Per la Corte non sono stati usati indicatori per misurare le attività e i risultati. Inoltre, gli obiettivi non sono stati valutati con attenzione e il controllo sul lavoro svolto in modalità agile è stato debole.

Cosa si doveva fare? L’ente avrebbe dovuto trasmettere il referto nei termini previsti. Fornire istruzioni uniformi alle strutture decentrate. Adottare un sistema completo di indicatori e un meccanismo di ponderazione degli obiettivi. Monitorare il lavoro compiuto in smart working tramite obiettivi assegnati, report e valutazione della performance. In pratica: stando a casa cosa hai fatto? Quali obiettivi hai raggiunto? Hai lavorato meglio o peggio di come lavoravi in presenza?

Lo smart working

Le percentuali dichiarate di dipendenti in smart working sono risultate discordanti, inoltre non è stato fornito il numero complessivo dei dipendenti, rendendo non verificabili le percentuali.

Non solo. Il monitoraggio del lavoro agile è stato fondato su indicatori qualitativi (percezione della qualità da parte degli utenti) e su indicatori quantitativi (numero di dipendenti in smart working). In pratica misuravano la soddisfazione soggettiva dei dipendenti (es. miglioramento conciliazione vita-lavoro) e non le performance effettive.

Inoltre, l’unico indicatore attinente alla valutazione era: “% dirigenti/posizioni organizzative soddisfatte del lavoro agile dei propri collaboratori” che però resta un dato assolutamente soggettivo e non misurabile in termini di produttività. Il fatto che un lavoratore sia soddisfatto di lavorare a casa non significa che stia lavorando meglio.

Cosa si doveva fare? La Provincia avrebbe dovuto attuare un sistema oggettivo di monitoraggio della prestazione lavorativa, basato su obiettivi assegnati per ciascun dipendente; Report periodici delle attività svolte; Misurazione dei risultati conseguiti.

Controllo sugli organismi partecipati

La Provincia possiede alcune società in house o partecipa al capitale di altre possedendone una parte delle azioni, come nel caso della Saf per la gestione dei rifiuti prodotti dai cittadini. Per la Corte dei Conti la ricognizione delle partecipazioni risulta incompleta e disomogenea. La verifica dei rapporti finanziari con le società partecipate è solo parziale. Non esiste un programma completo per valutare i rischi aziendali di tutte le partecipate.

Inoltre, non viene fatto un monitoraggio regolare dei contratti di servizio e manca la pubblicazione della Carta dei Servizi. Per essere più chiari: un contratto di servizio è un accordo formale tra due parti: un committente (ad esempio, un ente pubblico) e un fornitore (come una società partecipata). In questo contratto, il fornitore si impegna a svolgere determinati servizi per conto del committente, in cambio di un compenso. In pratica: il Cotral con i suoi bus, le Ferrovie Laziali con i treni locali… La Carta dei Servizi è invece un documento che descrive in modo chiaro e trasparente i servizi offerti da un ente pubblico o da un’azienda che eroga servizi pubblici; lì sono indicati diritti e doveri di chi eroga il servizio e degli utenti.

Cosa si doveva fare? Fare un controllo completo di tutte le società partecipate. Richiedere conferme da tutti gli organi di controllo. Verificare che ogni società pubblica rediga ogni anno un rapporto sulla sua gestione. Assicurarsi che la Carta dei Servizi e i contratti di servizio siano pubblicati e regolarmente controllati.

Rotazione del personale e Pnrr

La Provincia ha attestato la mancata rotazione del personale: è una norma che vuole evitare il rischio di corruzione facendo girare più persone intorno alla stessa funzione, così che non ci sia sempre lo stesso funzionario a gestire lo stesso servizio. Perché la Provincia non ha fatto ruotare il personale? La mancata rotazione è stata giustificata prima dall’assenza di rischio (2022) e poi dalla scelta organizzativa (2023) ma in sede istruttoria ha spiegato ai magistrati di avere fatto rotazioni parziali. Sono emerse contraddizioni.

Cosa si doveva fare? Applicare sistematicamente la rotazione del personale o, in alternativa, motivare in modo chiaro e adottare misure preventive equivalenti.

Nel biennio 2022-2023 non sono stati attuati controlli sui soggetti esterni attuatori del Pnrr. Cioè non sono stati controllati quelli che dovevano attuare materialmente il Piano. Un mancato controllo giustificato con la fase di programmazione.

Cosa si doveva fare? Attuare fin da subito forme di verifica sui soggetti esterni anche in fase progettuale, predisponendo strumenti adeguati a monitorare la realizzazione degli interventi.

Le “criticità accertate”

Fin qui i rilievi della Corte, che a pagina 24 infine scrive: Per tutti questi motivi la Corte “Accerta la presenza di criticità relative al funzionamento del sistema integrato dei controlli interni. Ritenuta la sussistenza di possibili margini di miglioramento, invita l’Ente ad adottare idonee misure correttive secondo le considerazioni e le raccomandazioni espresse”.

Inoltre, accertato che alcune incongruenze rilevate in fase istruttoria sono frutto di errori di compilazione, “invita l’Amministrazione ad affrontare lo schema di relazione–questionario evitando la logica del mero adempimento formale, procedendo, altresì, alla puntuale verifica dei dati forniti”.

I Magistrati hanno altresì disposto che “Una copia della presente deliberazione sia trasmessa al Presidente della Provincia, al Presidente del Consiglio provinciale, al Segretario generale, nonché al Presidente del Collegio dei revisori dei conti”. Ed “all’Organismo di valutazione della Provincia di Frosinone, per quanto di rispettiva competenza e per la doverosa informazione al Consiglio provinciale”.

Così che tutti sappiano e non possano dire un domani di non essere stati avvisati dalla Corte.