L'assessorato alla Cultura è stato uno dei temi chiave della campagna elettorale vinta dal sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca. Che poi però non ha mantenuto la promessa. Se questa estate sarà efficace sul piano dei con tenuti, lo diranno i numeri. Tra poco.
La storia inizia dalla candidatura del sindaco Maurizio Cianfrocca: non era stata appoggiata con convinzione da tutti i Partiti del Centrodestra. Su tutti, l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli: a chiare lettere aveva espresso dubbi sulla tenuta caratteriale del candidato. E per marcare le distanze aveva condotto una campagna elettorale senza mai portare sui suoi palchi Maurizio Cianfrocca né metterlo suoi suoi manifesti.
L’unica lista che nelle riunioni preliminari aveva certezza che questo candidato a sindaco sarebbe stato all’altezza del ruolo è stata ‘’Alatri Comunità’’, lista civica derivata da un’esperienza interna del circolo giovanile di Alleanza Nazionale. L’accordo pre elettorale prevedeva che in caso di vittoria il sindaco Cianfrocca avrebbe riconosciuto ad Alatri Comunità l’assessorato alla Cultura: che rappresentava uno dei punti fondanti della campagna elettorale. Perché? Le precedenti amministrazioni di centrosinistra non avevano assegnato quella delega ad un assessore.
Così era, così è rimasto
Una promessa non mantenuta. Alatri conta circa trentamila abitanti, possiede un peso notevole nello scacchiere politico provinciale: e non ha un assessore alla Cultura. Perché? Quando sono emersi i risultati delle elezioni che lo hanno indicato sindaco, Maurizio Cianfrocca si è accorto che l’assessorato esterno (quindi, ad un Consigliere non eletto o una personalità esterna ai candidati) non avrebbe garantito l’accesso in Consiglio comunale ad Erica Santobianchi una delle poche donne candidate.
È stata coinvolta con un ruolo nella Giunta comunale. Non la Cultura, decidendo di conferirle l’assessorato all’Ambiente. La lista ‘’Alatri Comunità’’ ha ottenuto in questo modo la gestione della Cultura tramite il consigliere delegato Sandro Titoni, che ricopriva fino al 2021 il ruolo di vicepresidente nella Pro Loco. Il consigliere delegato alla Cultura però possiede un peso politico minore poiché esente dalla partecipazione alla Giunta. Soprattutto non possiede alcun potere esecutivo.
Nella lettera che nei giorni scorsi hanno inviato al sindaco i quattro consiglieri di Fratelli d’Italia che gli hanno revocato la fiducia (Gianluca Borrelli, Giuseppe Pizzuti, Umberto Santoro e Mattia Santucci) viene espresso chiaramente il dissenso nei confronti del sindaco. E si chiede in maniera esplicita la riassegnazione delle deleghe sia assessorili che e consiliari. Tra i vari punti sollevati dai consiglieri comunali dissidenti c’è anche la mancanza dell’assessorato alla Cultura. La questione si interseca con quella che le opposizioni definiscono “la povertà delle manifestazioni culturali estive”. Sostengono che manchino le iniziative.
Un’occhiata al calendario
Scorrendo il calendario si notano la XXII edizione di Alatri Jazz con tre serate curate dal direttore artistico Mauro Bottini. C’è la 53ma edizione del Festival Internazionale del Folklore con l’esibizione di 267 artisti in 4 giorni. E poi la rassegna “Teatro tra storia e spiritualità” nel chiostro di San Francesco dove la compagnia Attori&Company diretta da Mario Antinolfi ha portato in scena la commedia “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo. Il calendario completo è lungo. All’altezza del passato? Al passo con i tempi?
Nei Comuni vicini, Veroli e Fumone quest’estate hanno fatto il pienone. Con iniziative che derivano dal passato ma anche una buona dose di rinnovamento ed adeguamento ai tempi.
Anche per Alatri ‘è la somma che fa il totale‘: a fine estate si conteranno le presenze. Quelle in piazza, nei bar, nei B&B, nei ristoranti: perché Cultura è anche economia. E saranno i numeri, anche quei numeri, a dire se l’estate di Cianfrocca ha funzionato o no.