La damnatio memoriae della Lega per Bortone

Commissariata la Lega a Frosinone. Disconosciuto Bortone "non è un nostro iscritto". Nelle ore scorse, come capogruppo del Carroccio, aveva ritirato la fiducia al sindaco. I 30 milioni su cui si gioca il futuro. L'assedio al modello Ottaviani

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il tempo della mediazione è finito. Gli spazi per le incertezze non ci sono più. Il Riccardo Mastrangeli ha deciso di andare avanti: o la va o la spacca. In gioco ci sono oltre 30 milioni di euro e non intende passare alla storia come il sindaco che ha perso tutti quei soldi per le opere pubbliche.

L’assedio continua, le contromisure si susseguono. Nelle ore scorse alla revoca della fiducia decisa da Forza Italia per passare all’appoggio esterno si sono aggiunte le analoghe decisioni annunciate da ciò che resta della Lista Mastrangeli e dal capogruppo Domenico Bortone della Lega. Il che rende paradossale la situazione: a cercare di mettere all’angolo il sindaco sono la sua personale lista civica ed il Partito che lo ha scelto come candidato seppure civico. (Leggi qui: Quell’appoggio esterno che non cambia le cose. Tranne a Forza Italia).

Bortone chi?

Giovanni Bortone

La reazione del coordinatore provinciale leghista Nicola Ottaviani (due volte sindaco prima di Mastrangeli che fu suo assessore, oggi deputato a Montecitorio) non si è fatta attendere. Ha commissariato il Partito a Frosinone ed affidato la reggenza a Dino Iannarilli.

Ma è solo il primo passo. Per Domenico Bortone è scattata la sconfessione totale. Come primo atto infatti il commissario cittadino Dino Iannarilli è andato a controllare la posizione degli iscritti ed ha scoperto che «il consigliere comunale Bortone non risulta tra gli iscritti in regola con il tesseramento del Partito».

Per lui è scattata una sorta di Damnatio memoriae: come faceva i romani che procedevano alla totale e deliberata cancellazione di un cittadino dalle fonti storiche, cancellandone il nome dagli atti e dai monumenti, distruggendone i ritratti. Iannarilli dice ora che le cose dette da Bortone «rappresentano, anche con una evidente approssimazione, opinioni del tutto personali».

Ma non era il suo capogruppo in Consiglio comunale? La risposta del Commissario è al cianuro: «Come possa politicamente fregiarsi ancora della qualifica di capogruppo della Lega, dopo essere confluito in un altro gruppo al Comune, rimane un mistero dello sdoppiamento della personalità politica. Che, lungi dall’imbarazzare il diretto interessato, costituisce una valida alternativa per il Teatro tra le Porte, quando alla commedia cede il passo la rappresentazione drammatica».

Difesa totale

Dino Iannarilli con Mario Abbruzzese

La Lega fa quadrato intorno al sindaco che ha scelto di candidare a Frosinone. All’inizio della crisi lo aveva tutelato con una copertura nazionale: cioè qualunque cosa fosse accaduta nel capoluogo avrebbe avuto riflessi al tavolo tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni ed Antonio Tajani. Poi il Carroccio ha alzato l’asticella e mandato a dire a Forza Italia: se volete il rimpasto in Regione prendendo un assessorato alla Lega e assediate Frosinone per questo allora sappiate che il rimpasto si farà anche in Lombardia che ha votato nello stesso giorno.

Ora c’è la conferma dell’appoggio incondizionato. «Sul BRT, sulla pizza pedonalizzata allo Scalo, sulle Isole pedonali, sul Biodigestore, e su tutte le altre politiche ambientali, la Lega continua ad essere in totale sintonia con il Sindaco Riccardo Mastrangeli, sulla scorta del programma lealmente sottoscritto prima delle elezioni, peraltro in continuità con la programmazione della precedente amministrazione Ottaviani».

Poi il messaggio agli addetti ai lavori. Iannarilli aggiunge «Chi concepisce le liste ed i partiti come autobus (non elettrici) su cui scendere e salire senza pagare il biglietto, sottraendo il posto a quelli che lealmente hanno concorso, é libero di farlo, interpretando con soddisfazione il ruolo della meteora, per sottolineare la fugacità di un passaggio silente nei corridoi di Palazzo Munari. La Lega, grazie al Cielo, è un’altra cosa».

Chi è la meteora

Alessandra Sardellitti con il nuovo Gruppo

Chi è la meteora? C’è chi giura siano fischiate le orecchie all’ex assessore alla Smart City Alessandra Sardellitti dimessasi a marzo dopo l’imbarazzo per la fuga di un video dal suo assessorato e finito sul Corriere della Sera, nonostante fosse materiale fondamentale per l’indagine sulla sparatoria mortale tra due gruppi albanesi in via Aldo Moro.

Passata la bufera, Alessandra Sardellitti ha cambiato il suo punto di vista sull’amministrazione della quale fini a poco prima aveva fatto parte. Voci dall’interno non confermate dicono che sarebbe voluta rientrare in assessorato; lei ha sempre negato confermando il clima da coltellate alla schiena che l’aveva indotta ad andare via.

In questi giorni il suo sguardo è fisso su ciò che non va in città: sulla sua bacheca Facebook ci sono angoli della città con le erbacce, la fontana di Corso della Repubblica con sporcizia all’interno. E venerdì sera era alla manifestazione contro due progetti dell’amministrazione: il Bus Rapid Transit ed i lavori allo Scalo.

In realtà la nota di Iannarilli non prende di mira l’ex assessora. Ma Bortone: un modo per dirgli che la prossima volta si può scordare la candidatura e l’appoggio elettorale della Lega.

Assedio al Modello Ottaviani

Ottaviani e Mastrangeli

In ogni caso Riccardo Mastrangeli non ha intenzione di mollare. I numeri per governare li ha ancora. Sul piano amministrativo sa che se salta il progetto BRT Frosinone perde 20 milioni di euro del Pnrr. E con loro ne saltano altri 12 per l’ascensore inclinato e gli altri progetti approvati. Al Ministero sono pronti e non aspettano altro: Raffaele Fitto ha disperato bisogno di tagliare e dirottare fondi verso altre opere più famose del BRT di Frosinone.

Sul piano politico è evidente che sia in atto un attacco da destra al modello di Nicola Ottaviani. Che gli ha consentito di governare Frosinone per dieci anni e diventare poi deputato. I Partiti alleati non fanno salti di gioia all’idea di dover assistere per altri due mandati a quel tipo di governo. Forza Italia ha agito, Fratelli d’Italia tace per non inquinare il clima.

È evidente che il ritiro della fiducia ed il passaggio all’appoggio esterno annunciati dal capogruppo del Partito che ha espresso il sindaco e dalla sua lista civica personale sono un durissimo colpo all’immagine politica dell’amministrazione. Sia chiaro: sul piano dell’immagine e non su quello politico dal momento che Bortone ha parlato a titolo assolutamente personale e dietro di lui c’era il nulla. Chissà se nella Lega si stanno domandando se sia stato un errore averlo scelto per un incarico così delicato.

Le opere pubbliche e quei 30 milioni di lavori ora sono fondamentali a Mastrangeli ed Ottaviani per poter dire alla città “mentre gli altri discutevano di politica noi cambiavamo il volto al capoluogo”. Ecco perché non molleranno. Altrimenti sarebbe la fine del modello Ottaviani. Che forse è il vero obiettivo.