
Il Centrodestra non sta nell'angolo. E fa capire subito alla nuova amministrazione Querqui che graffierà. E quando potrà affonderà il colpo. Subito i primi affondi, tanto per gradire
A Ceccano il silenzio dura sempre poco. E se la nuova amministrazione di Andrea Querqui sta ancora sistemando carte e incastri in Giunta, dall’altra parte del fiume la destra ceccanese inizia a posizionare le prime pedine sul tavolo dell’opposizione.
Il primo a muoversi è Rino Liburdi, Segretario cittadino di Fratelli d’Italia e regista della coalizione che ha sostenuto Ugo Di Pofi. Nessuna polemica urlata, nessuna dichiarazione barricadera. Anzi: il galateo politico viene rispettato fino in fondo. «Un sincero in bocca al lupo alla squadra di Andrea Querqui», apre Liburdi. Ma poi, dietro il saluto istituzionale, arriva il primo messaggio politico vero. Quello che serve a far capire che l’opposizione ci sarà.
Il nodo delle deleghe: il manuale Cencelli torna in scena

«È fondato qualche primo segnale di perplessità per una Giunta in cui le deleghe sono state assegnate in modo straniante, confuso, non omogeneo».
Parole misurate, ma che entrano dritte nel cuore delle dinamiche di palazzo. Perché sotto traccia, nei corridoi della politica ceccanese, il tema delle deleghe è stato il primo a far discutere.
Lavori Pubblici a uno, Urbanistica a un altro, Patrimonio ad un terzo, Area Vasta e rapporto con enti separati, Programmazione strategica, Fondi europei ognuno in mani diverse. Un mosaico che, secondo Liburdi, rischia di trasformarsi in un ingorgo amministrativo.
La trasparenza (per ora) è scomparsa

«Ho sempre espresso contrarietà al criterio delle deleghe a tutti perché finisce per ingessare l’azione amministrativa. Qui si è voluto accontentare tutti, ma l’efficienza potrebbe pagare il prezzo». Un ragionamento che, a onor del vero, Liburdi aveva sostenuto anche ai tempi dell’amministrazione Caligiore, quando proprio nel centrodestra le deleghe erano state spesso spezzettate, con competenze suddivise su più mani e ambiti frammentati. Una impostazione che, oggi come allora, secondo il coordinatore di FdI rischia di rallentare l’operatività concreta della macchina comunale.
E c’è un’assenza che la destra ceccanese non ha mancato di notare. Tra le tante deleghe, manca proprio quella alla Trasparenza, cavallo di battaglia della campagna di Querqui. Un’assenza che diventa il primo appunto annotato sul taccuino dell’opposizione: «Ancora non si possono trarre giudizi definitivi, ma questa, di fatto, resta la prima promessa rimasta senza attuazione».
Bianchini e lo scuolabus: il banco di prova dei fatti

Accanto a Liburdi, Ginevra Bianchini alza il velo su un altro fronte: il trasporto scolastico. Durante la campagna elettorale, Querqui aveva promesso il ripristino “quanto prima” del servizio. Oggi, invece, arriva la doccia fredda: servizio rinviato probabilmente a gennaio 2026, causa mancanza di copertura finanziaria.
Ma c’è un dettaglio che l’opposizione non lascia passare sotto silenzio. Il bilancio 2025, quello su cui si sta lavorando ora, non è stato redatto dalla nuova amministrazione, ma dal commissario straordinario che ha gestito il Comune nei mesi precedenti al voto. E proprio in quella manovra finanziaria il capitolo per il servizio scuolabus non era stato rimpinguato.
«Quelle risorse non le avevamo trovate nemmeno noi, ma per anni abbiamo garantito il servizio, anche senza proclami e senza esporre l’Ente a nuovo indebitamento», sottolinea Bianchini. “Ora chi aveva promesso soluzioni immediate, secondo l’opposizione, si ritrova costretto a fare i conti con la stessa realtà economica che, fino a poche settimane fa, sembrava poter essere risolta con una promessa elettorale”.
Benvenuti nella realtà

Sulla vicenda è intervenuta anche Alessia Macciomei, eletta con la lista Grande Ceccano. Anche lei ha sottolineato come, al di là degli slogan elettorali, la nuova amministrazione stia già scoprendo le difficoltà di bilancio che chi ha amministrato prima conosce bene: «Alla fine – osserva Macciomei – ci si ritrova a percorrere le stesse strade che in campagna elettorale venivano tanto contestate. Alla prova dei fatti, la gestione quotidiana è molto più complessa delle promesse facili».
Sotto la superficie del confronto c’è anche un richiamo, appena accennato, a chi, secondo il centrodestra, oggi siede in maggioranza “in prima persona o per interposta persona”, dopo aver contribuito negli anni passati alle difficoltà finanziarie dell’Ente. Una frase che non grida, ma pesa. Perché i ceccanesi la storia amministrativa recente la conoscono. E i nomi, anche senza pronunciarli, li hanno ben chiari.
La campagna è finita, ora si gioca sui bilanci

La linea che l’opposizione sembra voler tracciare è quella di una minoranza presente e propositiva. Collaborativa dove possibile, ma sempre con il faro acceso. «Abbiamo il dovere di vigilare, ma anche la volontà di collaborare. Il bene della città viene prima di tutto. Ma è giusto che i cittadini sappiano distinguere tra chi lavora con serietà e chi ha costruito campagne su promesse facili».
La partita vera comincia adesso. I proclami hanno lasciato il posto ai numeri, ai conti, ai vincoli di bilancio.
Il centrodestra guarda, studia e avverte: le promesse sono finite, ora si misurano i fatti.