
Cristofari, Pizzutelli e Venturi hanno lanciato segnali forti e circostanziati. Impossibili da ignorare ma le marce sono del tutto diverse
Ormai siamo in presenza di una verità acclarata. Gruppo consiliare del Partito Democratico a Frosinone e Circolo cittadino o comunque quello che ne rimane, viaggiano a velocità completamente diverse. Esponenziali. E sono a distanze siderali.
Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi parlano di contenuti, di strategie (dentro e fuori l’Aula consiliare), di orizzonti, di alleanze, di programmi, di proposte alternative all’amministrazione Mastrangeli. In sintesi fanno politica. (Leggi qui: L’urlo di Cristofari: «Pd è ora di cambiare rotta»).
Chi rappresenta il Partito nel Capoluogo invece sembra avvitato su se stesso. In una situazione di perenne apnea, in straordinaria solitudine, come se le campagne elettorali si vincessero da soli. Il Pd di Frosinone è totalmente assorbito da sfiancanti discussioni sui massimi sistemi, dove il decidere di non decidere, su nulla, è diventato il copione ormai ingiallito di un film visto e rivisto decine di volte.
Due strade divergenti

Per non parlare delle ataviche spaccature interne. Una Segreteria, per mutuare una celebre frase di Winston Churchill, simile a “un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico”.
Impossibile, in questo momento, individuare una velocità di crociera sostenibile. Il Gruppo consiliare ed il Circolo cittadino viaggiano su due strade che rischiano di non incontrarsi mai. Angelo Pizzutelli (787 voti) Fabrizio Cristofari (385 voti) e Norberto Venturi (314 voti) da soli hanno messo insieme alle elezioni comunali del 2022 qualcosa come 1486 voti.
Sono più di un terzo del totale dei voti di tutta la lista del Pd, che ne ha presi 4.045. In qualsiasi Partito, a qualsiasi latitudine, tre portatori di voti di questa potenza godrebbero di ben altra considerazione da parte dei vertici, cittadini e provinciali.
Anche, ma non solo, in sede di candidature per enti diversi. Non fosse altro, per la base di partenza dalla quale Venturi Cristofari e Pizzutelli iniziano dal Comune Capoluogo. A Frosinone però nel Partito Democratico non funziona così.
La base di partenza

Non esiste cinghia di trasmissione tra Gruppo consiliare e Circolo cittadino. Dovrebbe essere la Segreteria a dettare la linea politica ed a suggerire temi di confronto con l’amministrazione Mastrangeli. Specialmente per quelli che costituiscono una criticità.
I Consiglieri Comunali dovrebbero invece essere i marines che “aggrediscono” sul campo e su vari temi di carattere amministrativo. A Frosinone questo non succede. Il Gruppo consiliare canta e porta la croce. Senza alcun supporto o condivisione. L’impressione è che Pizzutelli – Cristofari – Venturi siano “sopportati”, piuttosto che “supportati” dal circolo cittadino. Una sorta di fastidiosa presenza.
Come se essere titolare di un significativo consenso personale, ergo di un ruolo amministrativo in Consiglio Comunale, fosse una nota di demerito. Evidentemente non è così.
Il “grido di dolore”

Il Gruppo Consiliare da diverse settimane ha alzato la voce. Prima Angelo Pizzutelli, con una nota ch assomiglia in tutto e per tutto ad un manifesto politico per le prossime elezioni; se lo avesse fatto il Pd satebbe stato perfetto, lo ha fatto lui e così si evidenzia ancora di più la distanza. Nei giorni successivi è sceso in campo Norberto Venturi e in queste ore ci ha pensato Cristofari. Non solo nei confronti dell’amministrazione Mastrangeli ma, soprattutto, verso il Partito Democratico al proprio interno.
Una sorta di “grido di dolore”, certamente costruttivo nelle intenzioni, nei confronti di una situazione che si sta incancrenendo. E che, a lungo andare, rischia di diventare insostenibile e ingestibile. Anche in prospettiva elezioni comunali del 2027.
Cristofari, Pizzutelli e Venturi hanno lanciato segnali forti e circostanziati. Impossibili da ignorare. Non si acconteranno più delle solite promesse, puntualmente non mantenute, o rinviate sine die, dai vertici provinciali Dem. Chiedono di essere ascoltati e seguiti. Adesso.
In fin dei conti rappresentano “solo” quasi 1500 cittadini.