La lezione di Ceccano per il centrosinistra di Frosinone ed Anagni

La vittoria di Andrea Querqui nella Contea le incomprensibili divisioni pelose che invece attanagliano il Pd da Frosinone alla Città dei Papi

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

La vittoria al primo turno di Andrea Querqui a Ceccano, con una coalizione di centrosinistra ampia e coesa, non è solo un successo locale, ma un chiaro segnale politico che risuona ben oltre i confini della cittadina ciociara.

Un messaggio forte e chiaro, soprattutto per realtà come Frosinone ed Anagni. Dove, al contrario, le dinamiche del centrosinistra appaiono ancora frammentate e il rischio di un terzo mandato consecutivo del centrodestra si è fatto realtà nel capoluogo, si fa sempre più concreto ad Anagni.

Il contesto favorevole, però…

Andrea Querqui abbraccia la moglie dopo il risultato

A Ceccano, il centrodestra arrivava appesantito da una situazione complessa, segnata dal “terremoto giudiziario” che aveva annichilito la giunta Caligiore. (Leggi qui: Ceccano torna rossa: Querqui sindaco, il centrosinistra riprende la sua Stalingrado).

Un contesto indubbiamente favorevole per le opposizioni, ma che da solo non basta a spiegare l’ampiezza e la rapidità della vittoria di Querqui. Il vero artefice di questo successo è stato la capacità di aggregare, di superare le logiche divisive e di presentarsi uniti. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di martedì 27 maggio 2025).

A Ceccano, insomma, il centrosinistra ha dimostrato che quando si fa fronte comune, si può non solo vincere, ma vincere bene. Ed è qui che la lezione di Ceccano diventa dirompente per Frosinone ed Anagni. Da troppo tempo, il centrosinistra Frusinate è frammentato: il Gruppo consiliare non dialoga con il Circolo; il Circolo si è diviso tra l’area che sta con Rete Democratica e le aree del Comitivo Schlein ed Area Dem. Il centrosinistra anagnino è preda di una logica della “purezza” ideologica e di una ricerca spasmodica della leadership che ne ostacola l’unificazione.

La virgola che non combacia

Fabrizio Cristofari Norberto Venturi ed Angelo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

Si discute, ci si divide, si cerca la virgola che non combacia, mentre il tempo passa e l’attuale amministrazione di centrodestra si rafforza, forte delle divisioni altrui. A Frosinone e ad Anagni.

Il dialogo tra le componenti, mediato a Roma nella sede nazionale, ha portato all’intesa di Ceccano. Un lavoro simile diventa urgente anche a Frosinone. E mettere in chiaro quale deve essere il perimetro dell’alleanza e chi deve guidarla. Va recuperato il rapporto interno tra le componenti e con altrettanta urgenza quello con i Socialisti ed il Movimento 5 Stelle. Ma è semplice come pacificare la Striscia di Gaza. Perché il Psi, stanco di aspettare un dialogo interrotto da quindici anni, si è già messo in moto ed ha pronto il suo Vincenzo Iacovissi; nel Pd c’è il capogruppo Angelo Pizzutelli che ad ogni elezione sposta quasi mille preferenze personali ed è il più votato in assoluto o dello schieramento. Nel Comitato Schlein c’è l’ex Consigliere Stefano Pizzutelli e la sua candidatura potrebbe essere la pedina di scambio giocata a Roma per il via libera ad Andrea Querqui a Ceccano.

Se a fine anno il Pd non manda un segnale chiaro ad Angelo Pizzutelli, il Campo Largo partirà monco. Il segnale è la candidatura alle Provinciali e sostenuto in maniera massiccia dal Partito: il capogruppo ha già fatto sapere ai fedelissimi che in assenza di quel segnale lui riterrà di avere le mani libere.

Ad Anagni, il momento è adesso

Luca Santovincenzo

Il risultato di Ceccano dice invece Ad Anagni che se il centrosinistra vuole aspirare alla rielezione è ora di porre fine a questa estenuante gara a chi è più puro e di sinistra. La vittoria di Querqui dimostra che l’unità non è un compromesso al ribasso, ma la condizione necessaria per essere competitivi e per offrire un’alternativa credibile ai cittadini. Vista dal centrosinistra: Anagni non può più permettersi il lusso di assistere da spettatori non paganti al prolungamento di un’amministrazione che, pur con le sue criticità, continua a governare grazie alla debolezza delle opposizioni.

Francesco Sordo, Segretario Pd di Anagni

Per replicare il risultato di Ceccano, il momento per unire le forze ad Anagni è adesso. Il centrodestra, seppur apparentemente solido, presenta al suo interno delle fragilità strutturali che un centrosinistra unito potrebbe sfruttare.

I rapporti tra le liste civiche e i partiti tradizionali, le diverse visioni sui problemi della città rappresenterebbero terreno fertile per una critica costruttiva e per la proposizione di alternative. Non mancherebbero nemmeno i problemi concreti a cui fare riferimento per picchiare duro sul governo in carica: sanità, lavoro, infrastrutture.

La visione condivisa

Foto © Andrea Apruzzese

Temi su cui il centrosinistra può e deve costruire una proposta forte e unitaria, se intende essere competitivo. Ma per farlo, è indispensabile superare i personalismi e le velleità di leadership che hanno finora frenato ogni tentativo di aggregazione.

Anagni ha bisogno di una visione, di un progetto condiviso e di una leadership che sappia mettere da parte le ambizioni individuali in favore del bene comune. La vittoria di Querqui a Ceccano è un faro che illumina il percorso: l’unità non è un’opzione, ma una necessità per invertire la rotta e offrire ad Anagni un futuro diverso.

Il centrosinistra ad Anagni è pronto a cogliere la lezione di Ceccano o vuole ad assistere passivamente al terzo mandato consecutivo del centrodestra?