
La vittoria di Andrea Querqui nella Contea le incomprensibili divisioni pelose che invece attanagliano il Pd da Frosinone alla Città dei Papi
La vittoria al primo turno di Andrea Querqui a Ceccano, con una coalizione di centrosinistra ampia e coesa, non è solo un successo locale, ma un chiaro segnale politico che risuona ben oltre i confini della cittadina ciociara.
Un messaggio forte e chiaro, soprattutto per realtà come Frosinone ed Anagni. Dove, al contrario, le dinamiche del centrosinistra appaiono ancora frammentate e il rischio di un terzo mandato consecutivo del centrodestra si è fatto realtà nel capoluogo, si fa sempre più concreto ad Anagni.
Il contesto favorevole, però…

A Ceccano, il centrodestra arrivava appesantito da una situazione complessa, segnata dal “terremoto giudiziario” che aveva annichilito la giunta Caligiore. (Leggi qui: Ceccano torna rossa: Querqui sindaco, il centrosinistra riprende la sua Stalingrado).
Un contesto indubbiamente favorevole per le opposizioni, ma che da solo non basta a spiegare l’ampiezza e la rapidità della vittoria di Querqui. Il vero artefice di questo successo è stato la capacità di aggregare, di superare le logiche divisive e di presentarsi uniti. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di martedì 27 maggio 2025).
A Ceccano, insomma, il centrosinistra ha dimostrato che quando si fa fronte comune, si può non solo vincere, ma vincere bene. Ed è qui che la lezione di Ceccano diventa dirompente per Frosinone ed Anagni. Da troppo tempo, il centrosinistra Frusinate è frammentato: il Gruppo consiliare non dialoga con il Circolo; il Circolo si è diviso tra l’area che sta con Rete Democratica e le aree del Comitivo Schlein ed Area Dem. Il centrosinistra anagnino è preda di una logica della “purezza” ideologica e di una ricerca spasmodica della leadership che ne ostacola l’unificazione.
La virgola che non combacia

Si discute, ci si divide, si cerca la virgola che non combacia, mentre il tempo passa e l’attuale amministrazione di centrodestra si rafforza, forte delle divisioni altrui. A Frosinone e ad Anagni.
Il dialogo tra le componenti, mediato a Roma nella sede nazionale, ha portato all’intesa di Ceccano. Un lavoro simile diventa urgente anche a Frosinone. E mettere in chiaro quale deve essere il perimetro dell’alleanza e chi deve guidarla. Va recuperato il rapporto interno tra le componenti e con altrettanta urgenza quello con i Socialisti ed il Movimento 5 Stelle. Ma è semplice come pacificare la Striscia di Gaza. Perché il Psi, stanco di aspettare un dialogo interrotto da quindici anni, si è già messo in moto ed ha pronto il suo Vincenzo Iacovissi; nel Pd c’è il capogruppo Angelo Pizzutelli che ad ogni elezione sposta quasi mille preferenze personali ed è il più votato in assoluto o dello schieramento. Nel Comitato Schlein c’è l’ex Consigliere Stefano Pizzutelli e la sua candidatura potrebbe essere la pedina di scambio giocata a Roma per il via libera ad Andrea Querqui a Ceccano.
Se a fine anno il Pd non manda un segnale chiaro ad Angelo Pizzutelli, il Campo Largo partirà monco. Il segnale è la candidatura alle Provinciali e sostenuto in maniera massiccia dal Partito: il capogruppo ha già fatto sapere ai fedelissimi che in assenza di quel segnale lui riterrà di avere le mani libere.
Ad Anagni, il momento è adesso

Il risultato di Ceccano dice invece Ad Anagni che se il centrosinistra vuole aspirare alla rielezione è ora di porre fine a questa estenuante gara a chi è più puro e di sinistra. La vittoria di Querqui dimostra che l’unità non è un compromesso al ribasso, ma la condizione necessaria per essere competitivi e per offrire un’alternativa credibile ai cittadini. Vista dal centrosinistra: Anagni non può più permettersi il lusso di assistere da spettatori non paganti al prolungamento di un’amministrazione che, pur con le sue criticità, continua a governare grazie alla debolezza delle opposizioni.

Per replicare il risultato di Ceccano, il momento per unire le forze ad Anagni è adesso. Il centrodestra, seppur apparentemente solido, presenta al suo interno delle fragilità strutturali che un centrosinistra unito potrebbe sfruttare.
I rapporti tra le liste civiche e i partiti tradizionali, le diverse visioni sui problemi della città rappresenterebbero terreno fertile per una critica costruttiva e per la proposizione di alternative. Non mancherebbero nemmeno i problemi concreti a cui fare riferimento per picchiare duro sul governo in carica: sanità, lavoro, infrastrutture.
La visione condivisa

Temi su cui il centrosinistra può e deve costruire una proposta forte e unitaria, se intende essere competitivo. Ma per farlo, è indispensabile superare i personalismi e le velleità di leadership che hanno finora frenato ogni tentativo di aggregazione.
Anagni ha bisogno di una visione, di un progetto condiviso e di una leadership che sappia mettere da parte le ambizioni individuali in favore del bene comune. La vittoria di Querqui a Ceccano è un faro che illumina il percorso: l’unità non è un’opzione, ma una necessità per invertire la rotta e offrire ad Anagni un futuro diverso.
Il centrosinistra ad Anagni è pronto a cogliere la lezione di Ceccano o vuole ad assistere passivamente al terzo mandato consecutivo del centrodestra?