La lezione di Mattarella a Latina: basta nostalgia serve futuro

Semplice, per dirla con Lucio Dalla: "L'impresa eccezionale è essere normale". Ma è una cosa che andrebbe fatta subito

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sergio Mattarella è venuto a Latina, ma non nella Latina della retorica nostalgista ma in una Latina nuova. La Bsp è un leader mondiale nella produzione di farmaci antitumorali, nasce da una intuizione di Aldo Braga che ha lavorato sodo vedendo quello che non c’era, anzi dove producevano tetrapak lui ha visto medicinali.

Così è nata da una utopia industriale una realtà industriale mondiale. Del resto se fai uno stabilimento sull’Appia, la prima “autostrada” del mondo non puoi non pensare che il mondo non ha confini.

Parlare di cose italiane

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

L’allarme per le morti sul lavoro, di fronte alle quali «non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione». E la preoccupazione per l’aumento del costo della vita. Con tante, troppe famiglie italiane che non reggono più. «Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia». Il presidente della Repubblica viene qui e parla di potere di acquisto, di salari, di equità. Cioè parla di cose italiane in una azienda italiana. E parla di aperture in un mondo che si chiude, che non ha “speranza” ma paura. Bello sentirci trattati da italiani e non da “redenti”, sentirci italiani e non “coloni” come se qui fossimo colonia.

Certo un poco ingenui siamo: con i bimbi con le bandierine, la strada manutenuta per non fare brutta figura ma questo è umano. Qui a Latina si lavora e si lavora sodo, c’è chi scommette su sulle sue capacità e intuisce nuove realtà.

Che lezione trarre?

Come con Dalla

L’intervento del presidente Sergio Mattarella

Semplice che, per dirla con Lucio Dalla “l’impresa eccezionale è essere normale”. Credo che questo vada fatto e il Presidente ci ha detto di guardare verso il meglio possibile e non celarsi dietro la rincorsa ad un passato reinventato.

Così servono salari più alti ma non per i pontini ma per gli italiani. E servono imprenditori capaci ma per l’Italia.

E con la particolarità che noi, noi pontini, siamo “a tempo perso” per citare Cicerulacchio del film di Luigi Magni, In nome del Popolo sovrano, siamo italiani e siamo europei che l’Appia portava in Grecia e non ai Gricilli.