La lotta all’Autonomia mette insieme i Progressisti

L'iniziativa contro l'Autonomia Differenziata è la prima prova di Campo Largo Progressista ad Anagni. Che potrebbe diventare cartello elettorale con cui contrapporsi al centrodestra nelle prossime Comunali

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Senz’altro un appuntamento importante per supportare anche ad Anagni il referendum abrogativo contro l’Autonomia differenziata. Per ribellarsi ad una legge che potrebbe spaccare la nazione. E per mettere un po’ di agitazione in una maggioranza nazionale in cui, al momento, i rapporti tra Lega e Forza Italia, e soprattutto dei due suddetti partiti con Fdi, non sembrano idilliaci.

Nella Città dei Papi però la questione della mobilitazione per il referendum contro la legge sull’autonomia differenziata assume, evidentemente, anche un altro significato. Più locale, ma non per questo meno importante. Perché sottolinea la volontà di cominciare, per la prima volta concretamente, un percorso politico comune per realizzare una vera e propria alternativa politica. Che potrebbe tradursi, entro qualche tempo, in una vera alternativa, finora assente, al governo del centrodestra cittadino capitanato dal sindaco Daniele Natalia

La prima tutti insieme

Ad Anagni c’è stata la prima iniziativa comune dell’opposizione progressiata unita nei confronti del centrodestra anagnino. La prima uscita pubblica del Comitato per promuovere il referendum sull’abrogazione della legge sull’Autonomia differenziata. In mattinata, a partire dalle 10 e fino alle 13 presso il viale Regina Margherita, e poi ancora dalle 18 fino alle 21 a Porta Cerere, è stato possibile firmare per aggiungere, volendo, anche la propria alle oltre 500.000 firme che sono state già raccolte per stoppare la norma.

Nel presentare l’iniziativa ad Anagni, gli esponenti locali del comitato hanno chiarito che “la legge cosiddetta Spacca Italia non garantisce alcun beneficio agli italiani; aumenterà solo la differenza di benessere tra le varie regioni“; questo perché “sanità, istruzione, politica ambientale sono le categorie che più risentiranno della regionalizzazione“. La conseguenza sarà “l’aumento della disuguaglianza delle prestazioni sanitarie, la diversità dei programmi scolastici e del reclutamento del personale docente“. Di qui la volontà di portare avanti la strada del referendum abrogativo.

Una strada già legittimata dalle oltre 500.000 firme raccolte a livello nazionale sulle varie piattaforme online. A tutto questo si è aggiunta (a mezzogiorno erano più di cento le firme raccolte) anche la risposta del popolo anagnino. In una ideale continuità con “Brandelli d’Italia“, l’iniziativa che si è tenuta a Frosinone presso il caffè Minotti, e che ha visto, tra gli altri Sara Battisti del Partito Democratico esprimere tutte le proprie perplessità sulla legge. (Leggi qui: Galeotta fu l’autonomia differenziata: l’esordio della ReteDem del Centro Italia).

Valenza locale

Ma, al di là dell’indubbia importanza in vista del referendum abrogativo nazionale, l’iniziativa in programma presso il viale Regina Margherita ed a Porta Cerere rappresenta, come detto, un elemento importante anche a livello di strategia locale per i prossimi mesi.

Di fatto è la prima concreta iniziativa politica del nucleo di quello che si potrebbe chiamare Campo Largo progressista. Non che non si sia stato nulla. Però, fino ad ora, si era trattato di questioni concrete, come il congresso promosso sulla sanità qualche mese fa; o incontri legati a celebrazioni di particolare solennità, come quella del 25 Aprile (anche per le polemiche sollevate dal caso Scurati).

In questo caso invece si è vista la nascita di un vero e proprio coordinamento politico. Che ha visto lavorare assieme per la raccolta delle firme il Pd, Sinistra Italiana, i 5 Stelle, Possibile, ed il Partio Comunista. Presenti anche, per la società civile, Legambiente, Arci e la Cgil. Il nucleo, insomma, di quello che molti sperano possa diventare un Campo progressista.

Francesco Sordo

Del resto qualche mese fa il segretario del Partito Democratico Francesco Sordo aveva chiarito di voler seguire proprio la strada di una collaborazione più ampia possibile, stringendo alleanze con gli esponenti dell’area progressista cittadina. L’obiettivo, a questo punto, è quello di far sì che il lavoro per il referendum non rimanga soltanto una prospettiva specifica. Ma diventi un’attività più ampia. Creando un coordinamento che non si limiti soltanto ad agire in prospettive nazionali Ma che diventi una sorta di opposizione extra consiliare. Per poter cominciare a lavorare, una volta tanto, in anticipo, in modo da arrivare preparati al momento delle comunali del 2028.