La situazione politica ad Alatri. Dove l'incontro al vertice Cianfrocca - Iannarilli ha prodotto meno di nulla. Le prospettive. Il dramma nel Pd: per nulla pronto ad un'eventuale crisi. La divisione Fantini - Buschini. La manovra di Di Fabio
Die Hard – Vivere o morire. Esistono attinenze piuttosto evidenti tra la fase politica che sta vivendo Alatri e la saga dedicata al poliziotto John McClane. Solo che i protagonisti non sono Bruce Willis e Justin Long, ma il sindaco Maurizio Cianfrocca ed il commissario dell’Ater di Frosinone Antonello Iannarilli. (Leggi qui: La vittoria di Cianfrocca. E quella di Iannarilli).
Poco si è saputo dell’incontro di qualche giorno fa tra i due protagonisti del confronto politico in atto all’interno della maggioranza. Non si stanno simpatici, non si stimano politicamente: Iannarilli disse da subito che Cianfrocca non era un buon candidato sindaco; Cianfrocca ripagò dicendo alla maggioranza che se alla prima seduta avessero eletto Iannarilli come presidente d’Aula lui si sarebbe dimesso da sindaco.
E non è un caso che siano loro i protagonisti del nodo politico che sta portando nella palude l’amministrazione. (Leggi qui: Cianfrocca senza maggioranza: il centrodestra va in frantumi).
Nessuna notizia? Pessima notizia
Quel faccia a faccia doveva essere risolutivo. Era stato annunciato dal primo cittadino come il banditore che leggeva ad alta voce per le vie della città le disposizioni delle autorità. In politica quando però un confronto tanto atteso e tanto importante non produce alcuna comunicazione ufficiale vuol dire chiaramente che non ha sortito alcun risultato. Dunque inutile attendere effetti risolutori di una crisi che va avanti, di fatto, dal giorno dell’insediamento del Consiglio comunale targato, appunto Cianfrocca ma segnato dalle distanze tra i due protagonisti.
Il veto posto dal sindaco all’elezione di Iannarilli come presidente d’Aula è stato il principio di un susseguirsi d’eventi, fatti politici ed amministrativi, battute d’arresto. Alcune gravissime come iin occasione delle elezioni Provinciali e Regionali… Appuntamenti nei quali la maggioranza consiliare si è presentata senza una strategia comune ma con un tana libera tutti che ha prodotto zero tituli per la città dei ciclopi. In pratica: zero eletti in Provincia (prima poteva vantare il Consigliere Giuseppe Pizzuti) e zero eletti in Regione (se Iannarilli fosse stato appoggiato avrebbe avuto concrete possibilità di tornare in quella Regione dove è stato Capogruppo ed Assessore).
Il che ha contribuito a rendere molto più fragile l’amministrazione. Perché una cosa è provarci e perdere. Ma ben altra cosa è non provarci nemmeno e lasciare tutti liberi di fare come vogliono con il risultato di trovarsi con nulla in mano. (Leggi qui: Dacci oggi la nostra crisi trimestrale).
Fragilità amministrativa
Quelle scelte hanno contribuito alle rotture politiche con Giuseppe Pizzuti (Lega) ed Antonello Iannarilli (FdI). Rotture politiche alle quali vanno aggiunti i risultati amministrativi. Vicesindaco Roberto Addesse a parte, dicono dalle parti di Fratelli d’Italia che la giunta non porta risultati. Anzi si distingue per mastodontici errori, come il caso del “Chiosco di civita“ fermo al palo per mancanza di pareri necessari all’approvazione del progetto. Ancora la Cultura, passando per l’area mercatale di Tecchiena o la ristrutturazione del “Gino Sevi“, cantieri che non brillano certo per velocità.
Pesano incarichi amministrativi e mancati obiettivi. Tra le tante cose pesa la mancata condivisione sull’impostazione degli uffici, degli incarichi e delle responsabilità affidate alla struttura comunale. Su di loro il sindaco ha voluto imporre tutta la sua autonomia. Legittimo. Ma è proprio questa mancanza di collegialità poi a generare tensioni. Un caso emblematico è la scelta di concedere il patrocinio al Gay Pride: legittimamente il sindaco ha scelto da solo. Scatenando però un pandemonio politico dal momento che i suoi Consiglieri volevano essere informati per poter almeno dissentire e lasciare a lui il peso politico della scelta.
Stesso principio vale per l’organizzazione interna. Verissimo che la scelta spetta al sindaco. Ma se le cose non funzionano o semplicemente la gente si lamenta, tutto il peso del malcontento è suo perché non c’è stato un passaggio di condivisione con gli alleati. Ci sta, si può fare: ma l’esperienza porta a fare la condivisione perché in quel modo eventuali problemi sono di tutti.
La maledizione delle urne
È come se si fosse abbattuta una sorta di maledizione sulla amministrazione Cianfrocca e su tutti i cavalli di battaglia della campagna elettorale.
Dal canto suo l’ex Presidente della Provincia ed ex Deputato Antonello Iannarilli appare fermo sulle posizioni, critiche verso Cianfrocca e company. Ma sa che non potrà essere lui a compiere il gesto estremo: ne pagherebbe il prezzo politico e lo farebbe pagare a Fratelli d’Italia su ogni tavolo Provinciale e Regionale. Non potrà caldeggiare la sfiducia, non potrà esserne il regista, neppure occulto. Dovrà attendere.
Attendere che tutto accada da solo e per consunzione. Aspettare che quella faglia si allarghi non più e non soltanto agli addetti ai lavori, ma diventi sentiment: “patrimonio collettivo“ direbbe la vecchia politica. Solo allora potrà valutare il da farsi. Solo allora potrà accettare di sedersi ad un tavolo. Di centrodestra o civico, modello Veroli e Ferentino (come anticipato su Alessioporcu.it) e poter dire in alatrense stretto “ve l’er ditt”.
Qui centro sinistra, tempo di ferie
Se Atene piange, di certo in questo caso Sparta non ride. Dalle parti del quartier generale del Pd guardano con preoccupazione la situazione che si va generando. Ufficialmente preoccupati per l’immobilismo amministrativo, sostanzialmente terrorizzati dalla possibilità che la situazione precipiti, trovando l’ex vicesindaco Dem Fabio Di Fabio e compagni impreparati su ogni fronte, alleanza e leader. Se domani mattina Maurizio Cianfrocca si dimettesse il centrosinistra starebbe ancora fermo all’Anno Zero, senza alcun passo in avanti rispetto a quelli fallimentari che l’hanno portato alla sconfitta nella scorsa tornata elettorale.
A questo va aggiunto l’autunno caldo che riguarderà anche il circolo Dem alatrense, alle prese con una situazione del tutto nuova e per nulla sottaciuta. In parte è il riverbero dello scenario provinciale: la rottura politica e partitica tra il Segretario provinciale Luca Fantini e il suo ex mentore Mauro Buschini. I due, un corpo ed un’anima fino a qualche anno fa si sono via via allontanati, situazione arrivata al culmine con la scelta di Fantini di schierarsi al fianco di Sara Battisti, scelta opposta all’ingresso di Buschini in Areadem di Francesco De Angelis.
Occorrerà vedere quale riverbero si avrà su Alatri: con il Congresso alle porte e con una situazione potenzialmente esplosiva. Di certo, ad oggi, se i problemi della maggioranza danno la percezione paralisi amministrativa, il Pd non ha brillato per iniziativa e per tenacia dell’opposizione, ad eccezione degli screzi tra di Fabio ed Addesse. L’ex vice sindaco della giunta Morini sta studiando la situazione, lavorando a fari spenti per indicare, quando ce ne sarà l’opportunità, l’avvocato Francesca Gatta, già candidata del Pd alle elezioni politiche ed a lungo segreteria del circolo alatrense. Troverà sulla sua strada un Luca Fantini in questi giorni particolarmente attivo. Ferie comprese.
Pavia, affrettiamoci lentamente
Dalle parti dell’avvocato Enrico Pavia, candidato sindaco alla guida di uno schieramento civico, gelano le aspettative e respingono al mittente l’illazione di un accordo già chiuso con il gruppo di Antonello Iannarilli.
Di certo, grazie soprattutto ai consiglieri Pelorossi e Costantini, il fronte unico delle opposizioni ha retto, fino a spingersi al comunicato unitario contro l’amministrazione comunale. Se questo potrà tradursi in una grande coalizione si vedrà.
Peserà l’opinione di quel Tarcisio Tarquini, padre fondatore del movimento che sfioro’ la vittoria e che farà pesare la sua capacità di pensiero politico.