La delibera di assegnazione dello Stadio Del Bianco alla società di Pace per 15 anni scoperchia un problema. C'è chi mormora. E non lo dice, affrontando apertamente i problemi. Anche per questo Natalia vuole riunire la maggioranza per un confronto
Non c’è soltanto (come è legittimo che sia) la minoranza del Consiglio comunale di Anagni a scagliarsi contro la decisione di affidare ad un privato, per i prossimi 15 anni, la gestione del nuovo campo sportivo. Campo inaugurato pochi mesi fa dopo un’odissea durata diversi anni. A fare le pulci al progetto che è stato approvato qualche giorno fa sono infatti anche alcuni esponenti della maggioranza cittadina.
Che criticano non tanto il merito, quanto il metodo: ovvero, il fatto che un tema così importante sia stato trattato sostanzialmente a porte chiuse, senza il contributo delle altre anime della maggioranza. Cosa che, sempre secondo il parere di quelli che hanno sollevato la questione, lascia sempre più pensare ad una maggioranza cittadina nella quale sono molto pochi quelli che decidono davvero. Mentre gli altri sono, se va bene, destinati a ratificare il tutto a cose fatte.
Una situazione che crea da un po’ diversi mal di pancia.
L’interrogazione di LiberAnagni
Partiamo dai fatti. Qualche ora fa il gruppo consiliare di LiberAnagni annuncia un’interrogazione nei confronti della delibera n. 218 del 13/08/2024. Ovvero la delibera con la quale “la Giunta Comunale ha concesso lo stadio Del Bianco alla ASD Città di Anagni Calcio del Presidente Simone Pace per 15 anni“. Una decisione che, secondo la minoranza, presenta diversi punti critici: a partire dal fatto che manca “una gara pubblica per l’assegnazione”.
Poi che gli interventi proposti per la gestione dell’impianto sembrano “limitarsi a interventi di manutenzione ordinaria anziché straordinaria. Come richiesto invece dalla normativa”. Ma soprattutto, viene fatto notare che “gli oneri, comprese le utenze, sono tutti a carico del Comune”. Non si può pensare, per LiberAnagni, “che tali decisioni vengano prese con tanta fretta e leggerezza, esponendo il Comune al rischio di contenziosi giudiziali”.
E poi c’è soprattutto il fatto che, con questo affidamento, la struttura sarebbe, di fatto, monopolio della società che la prenderà in gestione. Questo mentre “deve essere garantito l’accesso all’attività sportiva a tutti quei soggetti e associazioni che operano ad Anagni. E portando avanti i sani valori e princìpi dello sport”.
Tutto “fatto a porte chiuse”
E fin qui saremmo all’interno della dialettica maggioranza/opposizione. Cioè con la seconda che, come è legittimo, attacca la prima sulla base di una questione importante per l’abilità della città. Le cose cambiano però se, come detto, a scagliarsi contro il progetto sono alcuni esponenti della maggioranza. Esponenti piuttosto critici nei confronti di questo come di altri progetti.
Ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento è non tanto il progetto, ma il fatto che tutto sia stato fatto a porte chiuse. Non sono stati pochi, nei giorni scorsi, gli esponenti della coalizione di centrodestra che hanno lamentato il fatto di essere stati avvertiti soltanto a cose fatte. Una cosa che, sempre a giudicare dai malpancisti della maggioranza di Natalia, si verifica piuttosto spesso. Molte anime della maggioranza vengono avvertite soltanto quando tutto è stato già fatto.
Un atteggiamento che, evidentemente, comincia a dare fastidio. Soprattutto perché ratifica, di fatto, la presenza, all’interno della maggioranza, di una sorta di direttorio formato, oltre che dal sindaco, da pochi esponenti a lui vicini. Che decidono ciò che c’è da decidere, e poi avvertono gli altri.
Nessuna rottura, solo malumore
Per adesso, almeno a giudicare da quanti si esprimono in questo modo, non ci sono minacce di separazione, di scissione o di spaccatura. Anche perché, sempre secondo gli esponenti della maggioranza critici, viene considerato più utile rimanere, sia pure come voce critica, all’interno della maggioranza. Per un fatto evidente: il sindaco può contare sul 90% del Consiglio comunale dalla sua parte. Anche nell’ipotesi che dovesse scendere all’80% gli resterebbe intorno una maggioranza comunque bulgara.
Il panorama di fondo resta però poco tranquillizzante. Non per il fatto che ci sia qualcuno con il mal di pancia in maggioranza. Ma che se lo tenga e non lo dica. Non lo faccia presente al sindaco proponendo un assetto più collegiale. La differenza è tanta. Perché una maggioranza che discute, cresce; una che mormora, alla lunga può generare divisioni.
Ed a questo punto diventa sempre più utile la riunione annunciata qualche giorno fa dal sindaco. Un summit per fare chiarezza su questa oltre che su molte altre questioni. (Leggi qui: Natalia fa il padre saggio della maggioranza e convoca un summit).