La marginalità dei Partiti a Frosinone

La scelta di Riccardo Mastrangeli che lo ha portato a puntare sull'amministrazione ha reso marginali i Partiti. Che non riescono ad uscire dalla palude nella quale il sindaco di Frosinone li ha impantanati

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Prima l’Amministrazione e solo dopo la Politica, prima le piazze ed i lampioni solo poi la discussione filosofica: è l’impostazione che ha stabilito dall’inizio della consiliatura il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Che dietro ai modi affabili ed al garbo nasconde la feroce determinazione di fare le cose al Comune. E farle “come dice lui”: altrimenti meglio non farle. Dando l’assoluta precedenza all’aspetto amministrativo del suo mandato e rendendo marginale quello politico. C’è anche questo dietro alle recenti tensioni che hanno caratterizzato l’ultimo anno di governo cittadino.

Infatti, una parte della maggioranza di centrodestra eletta insieme a Riccardo Mastrangeli non apprezza questa proporzione. E vorrebbe più politica all’interno dell’amministrazione. La verifica che ne è seguita, andata avanti per mesi, non ha portato cambiamenti nello spartito: la musica è rimasta la stessa. Questo, di fatto ha reso marginale a Frosinone il pur importante ruolo dei Partiti: quelli di maggioranza ovviamente; ma per paradosso pure quelli di opposizione.

Vediamo perché.

LO SPIEGONE

I vertici di Forza Italia Pasquale Cirillo, Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

Forza Italia a livello comunale a Frosinone è ormai all’opposizione della Giunta Mastrangeli, mentre a livello nazionale sta giocando una autonoma partita di riposizionamento al centro affrancandosi sempre di più dal centrodestra. Negli obiettivi del responsabile nazionale azzurro Antonio Tajani c’è una collocazione precisa per il suo Partito: dovrebbe rappresentare il centro del centrodestra ma anche un po di sinistra della politica italiana. Il target è chiaro: ci sono 7 milioni di voti rimasti senza rappresentante nelle recenti elezioni Europee. Sono quelli di Azione (Carlo Calenda) e di Italia Viva (Matteo Renzi).

La suggestione è una sorta di Democrazia Cristiana 3.0: così l’ha tratteggiata Gianfranco Rotondi il già Segretario nazionale della Dc per le Autonomie. Il tutto con la benedizione (a tratti la sollecitazione) dei figli di Silvio Berlusconi, Marina e Piersilvio.

Gli altri Partiti della coalizione che ha sostenuto Mastrangeli nel 2022 (quindi Lega e FdI) stanno recitando la parte dei comprimari, comunque sempre subalterni alle decisioni del sindaco. La Lega ovviamente non può che essere allineata sulle scelte (sia amministrative che politiche) del primo cittadino: Riccardo Mastrangeli è un civico ma ad indicarlo è stato il Carroccio. Nonostante questo però non può condizionarlo né sollecitarlo più di tanto. Perché?

INTOCCABILE (PER ORA)

Giovanni Bortone

In primo luogo perché Mastrangeli è di fatto espressione del partito di Salvini. L’espressione “civico in quota Lega” è un dolcificante al posto dello zucchero. In secondo luogo perché il Gruppo consiliare della Lega ha come Capogruppo Giovanni Bortone che è uno dei “malpancisti ufficiali” che contestano l’amministrazione un giorno si e l’altro pure. Quindi il peso specifico del Partito a Frosinone è ridotto al 50%: essendo 2 i consiglieri eletti in Consiglio ed 1 (Bortone) non è più allineato.

Fratelli d’Italia è il primo Partito in Aula. Conta 4 Consiglieri. Nel corso della verifica politica sulla crisi ha provato a fare la voce grossa con il sindaco, sostenendo che in Giunta non potevano sedere assessori senza alcun consigliere di riferimento in Giunta. Chiaro il rimando alla posizione dell’assessore al Bilancio Adriano Piacentini che stava per perdere il sostegno di Forza Italia (passata formalmente all’appoggio esterno, dopo che si era vista rifiutare l’azzeramento della Giunta). Mastrangeli ha ascoltato con attenzione ma poi alla fine ha fatto come diceva lui. Ha tenuto dentro Piacentini come suo assessore tecnico esterno di fiducia. Fine dei giochi.

Anche in questo caso, come ad inizio di verifica, la capacità dei Partiti di maggioranza (o ex tale come FI) di influenzare o comunque di orientare le scelte del sindaco, si sono rivelate prossime alla zero.

SE SPARTA PIANGE

Angelo Pizzutelli (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Ma anche i Partiti che stanno all’opposizione (Partito Democratico e Partito Socialista) non riescono ad incidere sull’amministrazione Mastrangeli. Per niente. In primo luogo per la totale mancanza di strategia politica, dentro e fuori l’Aula consiliare. In  seconda battuta, perché tra i due Partiti c’è un dialogo inferiore a quello che avviene tra i sordi, i quali almeno a gesti si capiscono. L’unità, necessaria per provare ad impensierire Mastrangeli, è come la cometa di Halley che ha periodi orbitali compresi tra i 20 e i 200 anni. L’incomunicabilità tra Pd e Psi a Frosinone è di “soli” 15 anni.

Partito Democratico e Socialisti dovrebbero essere quelli che tracciano la rotta (a proposito di comete) della intera opposizione in Consiglio. Invece ognuno va per conto proprio e nessuno, in primis le liste civiche della minoranza, ed ancor più la lista Marzi, intendono riconoscere la leadership di alcun Partito.

Mastrangeli intanto ringrazia, tutti, nessuno escluso. E continua con la sua azione amministrativa di governo della città, insieme ai suoi assessori. Così come l’aveva cominciata e come la finirà nel 2027.  Senza condizionamenti da parte dei Partiti.

Così è se vi pare.