Quella squadra di ragazze che vince l'oro nella pallavolo. E che ricorda tanto Latina: nata da tanti 'foresti' che si riunirono 'a coorte' per dare vita ad una visione nuova del mondo
Beh, io dico che non capisco chi guarda le cose che non contano senza emozionarsi delle cose per cui vale la pena farlo. Delle ragazze italiane sono sul tetto del mondo per la Pallavolo e durante la festa di assegnazione dell’oro olimpico cantano l’inno di Mameli credendoci.
Quell’inno è un impegno, una risposta all’Italia che chiama. E chi dice Sì è pronto alla morte se ci siamo riuniti a coorte: cioè abbiamo fatto squadra, dal momento che la coorte era l’unità base dell’esercito romano, composta di tre manipoli.
E ad osservare bene la coorte della squadra azzurra di Pallavolo che ha trionfato a Parigi, tre di loro “non hanno i tratti somatici che rappresentano la maggioranza degli italiani” per usare le sgradevoli parole utilizzate anche in queste ore dal deputato europeo della Lega Roberto Vannacci. Sono di colore Paola Egonu, Miriam Sylla, Loveth Omoruyi. Ed una, Ekaterina Antropova, ha un cognome del grande Nord ma non italiano. Eppure sono lì a portarci al centro del mondo e cantare a Parigi “schiava di Roma” non è cosa da poco.
Un posto dove meravigliarsi
L’ Italia è un posto dove ci passi, dove ti fermi, ma soprattutto è un posto dove meravigliarsi non è reato. Ti facevi romano a mano a mano che Roma coltivava la sua grandezza: tanto che ne facemmo un’altra di Roma nel Bosforo. Creammo Costantinopoli e la facemmo capitale come Roma, due imperi romani uno ad Oriente ed uno ad Occidente. Nessuna città fece mai il suo doppio
Ecco ti fai italiano, ti fai per Dante e il suo amore per una donna per cui vale salire in Paradiso passando per l’inferno. Dante ti fa italiano, Machiavelli ti fa italiano, la madre universale che chiami quando ogni speranza è perduta ti fa italiano. Lì dove suona dolce il sì.
Ho visto Miriam Sylla piangere davanti alle parole di un ragazzo che morì per la Repubblica romana nell’idea di una Italia repubblicana. Il tutto nella Parigi dei cugini di oltre Alpi, romani pure loro.
La storia di Latina
E se ci pensi bene, questa squadra di Volley è come Latina. Che nasce dalla coorte fatta da veneti, triveneti e cispadani venuti su questa terra per costruire insieme una vita nuova. Ed a nessuno importava se l’altro fosse più veneto o più padano: importava che si stesse a combattere le paludi per costruire una città nuova.
E Latina è venuta su dalla forza di tante culture riunite a coorte. Festeggia un secolo tra poco, significa che è rimasta su ed è cresciuta bene grazie a tante differenze unite in un’unica coorte.
E un poco lo dico a chi non capisce nella sua veneranda età che l’Italia si salverà non per purezza cretina ma per la scelta consapevole di giovani ragazzi di sentirsi italiani. Si sceglie di unirsi a coorte per destarsi e non essere mai più schiavi e non fare schiavi, ma accogliere liberi ragazzi che qui vogliono scrivere il futuro. In italiano