La paura di Porta Pia, fortuna che ci fecero italiani

Domani è l'anniversario di un avvenimento che ha segnato la storia dei laziali: da fedeli diventarono cittadini, la responsabilità prese il posto della misericordia

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Oggi è l’anniversario della presa di Porta Pia (20 settembre 1870). Per noi laziali non è uno scherzo: da fedeli diventammo cittadini, da preganti ci facemmo italiani. Ma lo rimuoviamo. Sono figlio di queste terre dove la Madonna guarisce più del medico, dove il curato cura il male dentro di Freud. Qui una benedizione vale più del migliore antibiotico e mi taccio dei vaccini.

I bersaglieri italiani entrarono a Porta Pia ma noi ci sentiamo… Come se avessimo fatto un torto al Padre. Sono risorgimentale, liberale, patriota italiano ma quei colpi di cannone a Porta Pia ci lasciarono come senza protezione.

Mio padre era comunista, odiava i preti, ma quando passava davanti ad una edicola con la Madre Santissima si segnava la fronte.

Responsabilità e misericordia

La breccia di Porta Pia (Ludovico Tuminello (1824-1907)

Essere cittadino ti porta responsabilità, restare fedele ti porta la misericordia di chi ti ha anche negato come umano per farti orante.

La libertà pesa, per sparare la prima cannonata contro il Papa Re chiamarono un ebreo perché, il Papa, aveva annunciato scomunica a chi lo avesse fatto. Il Papa disse che l’Italia era una offesa e i suoi non ci dovevano partecipare. Siamo nati, come stato, senza l’assenso del Padre Eterno e con la paura di finire all’inferno delle sue creature.

Prima eravamo un… cimitero

“I Bersaglieri a Porta Pia” di Michele Cammarano, Museo di Capodimonte (Napoli)

Vedete perché scrivo questo pezzo per dire che per fortuna ci fecero italiani pieni di chiacchiere sul mondo, con liberi comuni e parti che litigano su tutto perché prima eravamo un cimitero dove al massimo potevi recitare il rosario e la festa era la messa vespertina.

Il più moderno di Roma era Mastro Titta, il boia, che con la scusa di salvare le anime perse staccava la testa dal corpo e poi il curato benediva l’assassinio in nome del Papa che era pure Re.

Fortuna che ci fecero italiani.