Mozione approvata e tutti concordi in Consiglio: la Provincia è il primo ente ad entrare nella Fondazione del centenario. L'occasione per il rilancio di un territorio. Il successo di un dibattito che ha avuto la capacità di superare gli steccati
«Il Piano di finanziamento strategico proposto dalla legge 130/2024 per celebrare il Comune di Latina in occasione del ricorrere del centesimo anno di fondazione “1932-2032” può apportare all’intero territorio provinciale enormi vantaggi. In termini di rievocazione della storia dell’argo pontino, valorizzazione dei luoghi simbolici e di sviluppo turistico del territorio». E per questo «il Consiglio provinciale impegna il presidente della Provincia a compiere ogni azione o attività utile che consenta alla Provincia di aderire in qualità di socio fondatore alla Fondazione “Latina 2032”».
È con questa mozione, approvata all’unanimità dei presenti dal Consiglio provinciale di Latina, che l’ente di via Costa diventa il primo in assoluto a votare l’ingresso nella futura Fondazione Latina 2032. Fondazione istituita dalla legge sul centenario di Latina, di cui primo firmatario fu il senatore pontino Nicola Calandrini.
Calandrini c’era, ed ha spronato tutti
Calandrini stesso ha partecipato alla seduta odierna del Consiglio provinciale, da un lato per presentare la legge, dall’altro per fornire chiarimenti ai consiglieri. «Auspico che la Provincia rivesta un ruolo da capofila e faciliti l’ingresso nella fondazione, magari sotto forma di board istituzionale, di tutte le amministrazioni comunali del territorio. Latina deve tornare a essere la capitale della provincia e questo sarà possibile solo con il contributo di tutti».
E precisando come «oggi tutti insieme dobbiamo lavorare. Sabato ho incontrato tutti i gruppi di opposizione a Latina chiedendo anche a loro una mano per lavorare insieme affinché si possa sbagliare il meno possibile. Sarà un lavoro di squadra, e un segnale per la comunità provinciale. La nostra è una provincia bellissima, come una città bellissima, in cui non è nato nessuno dei genitori della nostra generazione. I nostri figli invece sono nati qui, parlano la stessa lingua. Ecco l’importanza di trovare un’identità, alla base della legge».
L’anima del provvedimento sta tutta qui. Latina nacque con una sfida vinta da quell’Italia che dove un tempo c’erano le paludi scelse di piantare il seme di una nuova esistenza. Una scommessa valida ancora oggi: a Littoria si incontrarono e si fusero lingue e culture di un’Italia che aveva i nonni nati nelle province Austroungariche e nei Granducati. Fu la loro capacità di amalgamarsi a consentirgli di vincere la sfida. Mentre ai giorni di oggi quel capolavoro di integrazione ha insegnato nulla.
“Scelte coraggiose e condivise”
Per il senatore, dunque, «ora occorrono scelte coraggiose, di altissimo profilo e condivise». Su questo, come già aveva fatto sabato sera all’evento CommonCity Fest, Calandrini ha precisato che «non è di mia competenza la presidenza della Fondazione. Ma, se mi dovesse essere chiesto, io direi che non mi appassiona che sia di Latina o meno. Serve piuttosto una figura con cultura, intelletto, fantasia, con un aplomb come quello di un Prefetto, ma un Prefetto ovviamente non potrà essere, e anche conciliante».
È il segnale politico. Nicola calandrini in pratica dice che la Fondazione deve qualificarsi per ciò che fa e per ciò che è: non deve essere un pennacchio da calzare sulla testa di qualcuno che così ne ricava prestigio.
Poi, il fatto che la legge «non nasce per finanziare opere pubbliche», ma, al tempo stesso, prefigura che, con i quasi 8 milioni di euro di finanziamenti, «si potrebbe lasciare un segno alla città. Bisogna pensare a un logo del centenario con un concorso nazionale, prendendo a simbolo qualcosa, come le Poste, che possano tornare ad avere la scala rampante, proiettata nel futuro. Oppure rifare il mercato annonario coperto e consegnarlo al patrimonio della città per i prossimi 100 anni».
Il dibattito e l’unanimità sul tema
Una legge per celebrare i fasti del Ventennio? Dopotutto Littoria – Latina fu uno dei simboli di quella stagione. Nicola Calandrini ha avuto l’abilità politica di portare in approvazione alle Aule del Parlamento un testo che celebrasse il centenario ma coinvolgesse tutti. A quel testo hanno messo mano anche le forze progressiste: in maniera costruttiva e non preconcetta. Arrivando ad una norma sulla quale tutti possono riconoscersi. (Leggi qui: Se la legge sul Centenario guarda l’Italia in modo nuovo).
Una contaminazione che si è ripetuta anche in queste ore con il dibattito in Provincia. È stato ampio, in cui i Consiglieri di tutte le forze politiche si sono detti concordi sull’occasione offerta dalla legge per lo sviluppo del territorio. Per Dario Bellini (Lbc) «rimarrà un passaggio storico; adesso però bisogna sfruttare fino in fondo le opportunità che il territorio ha di crescere culturalmente». Anche per Luca Magliozzi (Pd), «per tramutare la legge in opportunità molto conterà il percorso successivo, occorre una visione condivisa e costruita insieme al territorio».
Per il vice presidente del Consiglio, Vincenzo Mattei (FI) che ha presieduto la seduta (il presidente, Gerardo Stefanelli, era assente per una indisposizione) la rotta è evidente. «Quando una cosa va nel favore dello sviluppo del territorio, è corretto essere tutti concordi. Vogliamo essere i promotori anche in questo caso, come in altri nel passato».
Comunque vada, un risultato è già stato raggiunto: Nicola Calandrini è riuscito a creare un terreno di confronto senza steccati. Nel quale è il territorio a stare al centro. Non la politica.