Il rinvio della Direzione Pd che doveva discutere della Commissione Congresso. Cosa c'è dietro. La telefonata di Pompeo. Il ruolo centrale dell'area degli ex renziani di Base Riformista
Tutto rinviato. Di una settimana. Lo hanno deciso i due uomini forti del Pd nel Lazio: Daniele Leodori (Segretario Regionale e guida di AreaDem) e Claudio Mancini (deputato e fondatore di Rete Democratica). La Direzione Provinciale del Partito Democratico di Frosinone prevista per oggi è stata spostata di sette giorni: per evitare la conta, favorire la riflessione sui segnali mandati in questi giorni dai due fronti. Non sono stati ancora metabolizzati: troppe tensioni, troppi veleni.
La Direzione doveva occuparsi della Commissione che deve preparare i lavori del Congresso provinciale: quello che eleggerà la futura governance del Pd sul territorio, terminato il periodo del Segretario uscente Luca Fantini. Nei giorni scorsi le tensioni sono state palpabili: hanno preso forma quando è stata avanzata la proposta di ripartizione dei posti in Commissione. Lo schema proposto prevedeva 3 o 4 rappresentanti ad AreaDem (Francesco De Angelis), altrettanti a Rete Democratica (Sara Battisti), 2 all’area dell’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo, 1 all’area della Segretaria Nazionale Elly Schlein e 1 alla componente di Gianni Cuperlo.
Il No di Francesco De Angelis è stato netto: per lui le proporzioni non sono queste. Ed ha sfidato alla conta direttamente in Direzione.
La telefonata
A suggerire di calciare il pallone in tribuna e rinviare di una settimana, secondo una vulgata è stata una telefonata. Quella compiuta dall’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo al Segretario Regionale Daniele Leodori. Spiegandogli che il quadro è molto più lacerato di quanto appare: ha messo a disposizione i suoi 2 posti in Commissione “se servono per garantire gli equilibri. Ma guarda che qui la questione non è di posti in Commissione”.
E allora qual è? Antonio Pompeo ha avuto chiaro il quadro quando nei giorni scorsi ha lanciato un segnale preciso: serviva per verificare il tipo di risposta e capire così i contorni precisi dello scenario. Ha ricordato a tutti la presenza della sua Area: un modo per far capire che se occorreva un punto di sintesi tra i due fronti (AreaDem e Rete Democratica) lui era disponibile a fare il punto di sintesi. (Leggi qui: Congresso Pd, Pompeo batte un colpo).
Ma era una provocazione. Con cui mettere in chiaro lo scenario. E cioè: il Congresso Provinciale di Frosinone è intimamente legato all’assetto della governance regionale nel Partito. Lì Francesco De Angelis è Presidente Pd del Lazio ma Rete Democratica ha posto una questione: con il passaggio di De Angelis in Area Dem la componente di Dario Franceschini ha al tempo stesso il Segretario ed il Presidente, privando di rappresentanza la componente di Claudio Mancini.
Il ruolo di Pompeo
L’area di De Angelis ritiene che quella presidenza sia il risultato delle migliaia di voti che il loro leader ha espresso al Congresso regionale. Ma se occorre liberare la casella si sono detti disponibili lanciando al tempo stesso un’Opa Ostile sulla Segreteria Provinciale.
Mentre si lavorava su una sintesi, sono arrivate le parole di Sara Battisti che hanno incendiato l’aria. Innescando la reazione dell’altro fronte: stop ad ogni dialogo. (Leggi qui: Battisti: “Nel 2014 non votai De Angelis” e incendia il dibattito dentro al Pd).
A riaprirlo ci ha pensato Claudio Mancini, intervenendo l’altro giorno all’assemblea provinciale di Rete Democratica. (Leggi qui: I tre segnali di Mancini per stemperare il Congresso).
A cercare di favorire una decantazione è stato Antonio Pompeo. Con la telefonata a Daniele Leodori ed un incontro con gli esponenti di Rete Democratica e di Area Dem. Un’attivismo che ha un forte significato politico.
Il ritorno di Base Riformista
Antonio Pompeo è stato a lungo il delfino di Francesco Scalia: sindaco di Ferentino, presidente della Provincia, assessore e consigliere regionale, Senatore della Repubblica. Ha ereditato da lui la componente dei post renziani quando Scalia ha scelto di tornare all’insegnamento universitario ed alle cause in tribunale. Negli ultimi due anni è stato vicinissimo a Daniele Leodori ed al mondo di Area Dem. Ma sarebbe un errore considerarlo organico a quella componente.
Infatti, Antonio Pompeo è di Base Riformista e continua a coltivare quell’area politica ex popolare ed ex democristiana. Come dimostra la riunione con un’ottantina di persone tenuta nelle serate scorse al Mulin Rouge di Ceprano.
Il che pone la questione su basi diverse. E spiega perché non fosse presente a Villa Ecetra la sera in cui Francesco De Angelis ha ufficializzato la sua adesione ad AreaDem. Perché ‘basi diverse‘ e quali? Se Antonio Pompeo rivendica il perimetro elettorale della sua area è evidente che un tema di dialogo e riequilibrio si pone. E quel dialogo fino ad oggi (fino a prima dell’adesione di De Angelis) avveniva in maniera spontanea e naturale con AreaDem. Se continuerà in quella direzione (anche con De Angelis dentro) è evidente che molti veti dovranno essere rivisti e molti ponti dovranno essere riattivati.
All’interno del Partito. Ed all’interno del perimetro politico del Comune di Ferentino. Dove Pompeo è stato sindaco due volte, da dove ha costruito la sue elezione a presidente della provincia, due volte.