Come in "Thirteen Days" e "come Kennedy": perché la politica è un format ed a Frosinone quel format si chiama secondo mandato
Ambientato nel 1962, Thirteen Days, film di Roger Donaldson, riproduce la storia del Presidente John F. Kennedy, interpretato da Bruce Greenwood, mentre si trova a pianificare un’azione insieme ai suoi consiglieri per contrastare i Sovietici. Alcune fotografie dell’U-2 rivelano che l’Unione Sovietica è in procinto di installare delle armi nucleari a Cuba: se divenissero operative, queste armi avrebbero la capacità di spazzare via l’intero Sud degli Stati Uniti.
La Casa Bianca, dunque, si trova nelle condizioni di dimostrarsi superiore, iniziando a predisporre delle truppe militari per essere pronti ad invadere Cuba. Tuttavia, Kennedy non è convinto che questa sia la soluzione migliore, perché spingerebbe i Sovietici verso l’Europa. Così, la crisi che si verifica sembra non avere una via d’uscita.
In una scena del film uno dei consiglieri diplomatici del Presidente gli chiede: “Si può sapere che cosa vuole ottenere?” La risposta è diventata un cult della politica planetaria: “Voglio quello che vuole ogni amministrazione al primo mandato, ottenere un secondo mandato”. Un obiettivo politico di universale sensibilità che, evidentemente, ha nel mirino anche il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli.
Il quale è consapevole di non avere alcuna difficoltà di tenuta numerica nella sua maggioranza da qui al 2027, nonostante le continue e spesso incomprensibili fibrillazioni interne. Sta cominciando seriamente a pensare a quale strategia adottare e quali alleanze costruire per ottenere un secondo mandato. Ecco come.
Lo spiegone: no problem con la minoranza
L’opposizione non costituisce alcun tipo di problema per la maggioranza e per il sindaco durante questa consiliatura. È un fatto oggettivo e incontestabile. Addirittura qualche pezzo dell’opposizione attuale potrebbe sostenere Mastrangeli tra poco più di due anni. Inevitabile pensare alla lista dell’ex sindaco Michele Marini che con il suo consigliere Andrea Turriziani ha dato ampissima disponibilità ad entrare in maggioranza.
Di fatto vota come e con il centrodestra. Senza tuttavia fino ad oggi riuscire a fare il passo decisivo. Non è dato sapere se per indecisione sempre dell’ultimo momento o per mancanza dell’invito ufficiale da parte del sindaco ad accomodarsi al tavolo della maggioranza. Ma in prospettiva 2027 la lista Marini potrebbe candidarsi con Mastrangeli.
Due fattori: Marini e Marzi
Un ulteriore spunto di riflessione con il medesimo orizzonte (prossime elezioni) lo fornisce la lista del già sindaco di Frosinone Domenico Marzi. Con una arguta e sottile strategia politica ha rilanciato il tema della perdita di residenti nel capoluogo. Lo ha fatto proponendo a Mastrangeli una collaborazione bipartisan per ottenere il potenziamento della linea dell’Alta Velocità nel capoluogo. (Leggi qui: Alta Velocità, la sottile strategia di Marzi e Mastrangeli).
Il sindaco non s’è l’è fatto ripetere due volte e subito ha accettato e metaforicamente stretto la mano a Marzi annunciando la convocazione di un Consiglio straordinario a breve. Proprio per discutere il tema e sollecitare interventi in favore della TAV a Frosinone da parte degli stakeholders locali e nazionali. Prove tecniche di dialogo in prospettiva 2027?
E’ presto per dirlo, ma c’è un fatto oggettivo.
I “ganci”: Mandarelli e Gagliardi
Due consiglieri della lista Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi, provengono dal centrodestra. È un punto di partenza significativo.
Ci sono poi le posizioni critiche in maggioranza. Quelli che stanno di traverso a Mastrangeli ufficialmente. Cioè i 5 malpancisti (Giovanni Bortone, Anselmo Pizzutelli, Maria Antionietta Mirabella più il gruppo di Forza Italia composto da Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo). E quelli che forse stanno per diventarlo: il gruppo FutuRa dei consiglieri Giovanbattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone.
Proprio tra il delegato allo Sport e il sindaco è stata fragorosa la polemica di questi ultimi giorni. Polemica sul rifiuto della giunta di approvare il patrocinio del Comune ad una manifestazione pugilistica che doveva svolgersi nel capoluogo. Le vere motivazioni non sono per niente chiare. E in ogni caso Pallone non l’ha presa bene: lo ha detto a chiare note attraverso un accalorato sfogo sui social.
Cazziatone pubblico
Ovviamente sostenuto in questo dal suo gruppo consiliare e dalla madre putativa della lista l’ex assessore Alessandra Sardellitti, mai tenera nei confronti del sindaco e della giunta. A Mastrangeli tutta questa vicenda e soprattutto il post risentito di Pallone non è piaciuto. Per niente. Tanto che, con un comunicato stampa per spiegare le ragioni della mancata approvazione della delibera, tra le altre cose, il sindaco ha detto cose.
“Al termine della Giunta io stesso ho informato telefonicamente il delegato allo sport Francesco Pallone sull’esito della seduta ed egli ha voluto testimoniare la sua amarezza con una dichiarazione sui social diretta a prendere le distanze dalla decisione della giunta comunale. Dimentica, così facendo, di essere il mio delegato allo Sport e per questo ogni sua parola o azione è sempre e comunque riferibile alla mia persona. Va da sé che censuro senza equivoci questo atteggiamento, a cui sono totalmente estraneo”.
Un cazziatone pubblico in piena regola. Difficile ipotizzare che l’intera vicenda non abbia ulteriori strascichi nel breve e nel medio periodo.
Futuristi ma non… “Marziani”
Anche perché, secondo una vulgata piuttosto accreditata, sarebbero molti in maggioranza tra assessori e consiglieri (uno in modo particolare) che suggeriscono a Mastrangeli di recidere il cordone ombelicale con il gruppo consiliare lista Futura. E togliere la delega allo Sport a Pallone.
I futuristi, per non farsi mancare nulla, hanno anche censurato senza mezzi termini qualsiasi ipotesi di collaborazione con Marzi. O con chiunque siede nella parte opposta della sala consiliare.
Ed allora per Mastrangeli la sintesi di tutto questo in prospettiva futura, per provare ad essere rieletto, potrebbe essere rappresentata da due operazioni. Complesse ma non impossibili.
Due scenari per il sindaco
1) Tentare di recuperare il gruppo di Forza Italia. Gli altri tre malpancisti (Bortone, Pizzutelli e Mirabella) sono considerati ormai irrecuperabili.) Ad agevolare il percorso potrebbe essere dalla settimana prossima la soluzione che risolverà la crisi interna al Centrodestra in Regione Lazio. Si troverà, come sembra, la quadratura: attraverso la riequilibratura politica con tutte le forze della coalizione che sostiene il presidente Rocca, quindi FdI-Lega ed anche Forza Italia.
La chiave per riaprire il dialogo con gli azzurri al comune potrebbe essere l’attribuzione dell’assessorato ancora in capo a Mastrangeli al gruppo di FI. Dirittamente ad uno dei consiglieri oppure a qualcuno indicato da loro. In questo modo, il sindaco ricondurrebbe nel perimetro della coalizione del centrodestra tradizionale anche FI. E sarebbe difficile poi smarcarsi da Mastrangeli per gli azzurri nel 2027. Si ricomporrebbe così lo stesso schieramento che lo ha sostenuto nel 2022.
2) Altra operazione. Dichiarare fuori dalla maggioranza, o comunque creare le condizioni per il gruppo consiliare FutuRa per incompatibilità “ambientale”.
Di converso, tirare dentro la lista di Michele Marini attribuendo al suo Consigliere Andrea Turriziani la delega allo Sport, oggi ancora di Pallone, . Al termine delle due operazioni dal punto di vista numerico in Aula nulla cambierebbe. Cioè: si perdono Martino, Petriccae Pallone ma si imbarcano Scaccia, Cirillo e Turriziani, ed anche in politica -3 + 3 fa sempre 0.
Ma sarebbe un importante e strategico investimento per la prossima campagna elettorale. Fantapolitica? Come disse Lucio Battisti: “Lo scopriremo solo vivendo”. Ma certo è che sono in tanti in maggioranza a spingere per questa soluzione.