Destra e Sinistra come le abbiamo conosciute finora stanno per sparire. I segnali arrivati da Ferentino e Veroli ma forse anche da Alatri. Che si possono declinare anche a Frosinone
Nel rapporto tra Fratelli d’Italia, Lega e FI a breve termine non accadranno cose clamorose che possano portare ad una rottura dei rapporti politici e quindi alla caduta del Governo Meloni: nessuno sega il ramo dell’albero sul quale è seduto. Ma tra qualche tempo potrebbe avere effetti il riposizionamento nazionale di Forza Italia: al Centro del centrodestra e meno appiattito su sovranisti ed autonomisti.
Una ridefinizione della rotta politica con cui gli azzurri tentano di incrociare i naufraghi di Azione ed Italia Viva rimasti senza rappresentante a Bruxelles dopo le scorse Europee. Un bacino potenziale che ha contato 7 milioni di preferenze verso il quale sta manovrando il Coordinatore nazionale Antonio Tajani su indicazione di Marina e Piersilvio Berlusconi.
L’aggiustamento della rotta produrrebbe effetti anche sui territori, modificando spesso gli attuali assetti di un centrodestra che fatica ad amalgamarsi. A Frosinone gli effetti si vedranno in particolare alle elezioni comunali del 2027.
La situazione cristallizzata ad oggi al Comune Capoluogo è chiara. Forza Italia ha dichiarato ufficialmente l’appoggio esterno all’amministrazione Mastrangeli. In realtà è all’opposizione sia dentro che fuori l’Aula consiliare. I suoi due Consiglieri comunali Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo, costituiscono insieme ai tre “malpancisti ufficiali” Giovanni Bortone, Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella la vera e per certi versi unica area critica nei confronti della maggioranza di centrodestra. Un paradosso? Fino a qualche tempo da certamente si. Oggi non più di tanto.
LO SPIEGONE
Il perché è spiegabile, in proiezione nazionale, dall’analisi delle dichiarazioni di queste ore formulate degli alleati di Governo sul concetto dello Ius Scholae. Cioè la possibilità di riconoscere la cittadinanza a chi ha completato con profitto il suo ciclo di studi.
Ha esordito Antonio Tajani dicendo ai giornalisti: “Svegliamoci, il mondo è cambiato. Il Paese è maturo per lo Ius scholae”. lo ius scholae, secondo il progetto di legge di riforma della cittadinanza in discussione da mesi alla Camera dei Deputati prevede “l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte del minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che risieda legalmente in Italia, qualora abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi la scuola primaria, è necessario aver concluso positivamente il corso medesimo.
A stretto giro di posta, è arrivata la replica di FdI e Lega: “Basta idee di sinistra”. Perché Meloni e Salvini, o chi per loro, hanno usato il plurale: idee? Perché il 26 giugno scorso In un’intervista al Corriere della Sera la figlia di Silvio Berlusconi, Marina, quindi non un comune attivista azzurro, ma la primogenita del fondatore del Partito, ha spiegato che «ognuno deve essere libero di scegliere». In particolare su «aborto, fine vita e diritti LGBTQ (…) per questi temi mi sento più vicina alla sinistra di buon senso”. E siamo a due.
TEMPO DI RIFLESSIONE
Se tre indizi fanno una prova, due fanno comunque riflettere. E Lega con Fratelli d’Italia stanno riflettendo parecchio sulle reali strategie dell’alleato azzurro in previsione futura. Il riposizionamento al centro appare comunque evidente, come appare chiaro il tentativo di provare a costituire una nuova forza politica, moderata, liberale, modernamente europeista. Una sorta di Democrazia Cristiana 3.0 che dialoghi evidentemente con la destra ma anche con la sinistra. Mutatis mutandis, una forza politica di ispirazione centrista aperta al civismo ergo all’ambientalismo ma anche orientata alla tutela dei diritti civili e sociali.
Potrebbe rappresentare la vera novità a Frosinone quando bisognerà votare per il rinnovo dell’amministrazione comunale nel 2027. Sarebbe una calamita in grado di attrarre elettori: certamente di destra ma anche di sinistra. Il ruolo di catalizzatore potrebbe essere svolto proprio da Forza Italia. Che sganciata dalla logica della coalizione tradizionale del centrodestra potrebbe avere ampia facoltà di dialogo ed orizzonte con tutti. Anche a sinistra.
Ciò anche in virtù del fallimento totale, per il momento, del dialogo all’interno dell’intero centrosinistra cittadino, civiche comprese. Quell’area non riesce in alcun modo a trovare una strategia comune per mettere in difficoltà il sindaco civico di indicazione leghista Riccardo Mastrangeli e proporsi come alternativa di governo cittadino, per i prossimi anni.
MODELLI SUPERATI
Il dualismo al quale abbiamo assistito nelle elezioni Comunali 2022 con Riccardo Mastrangeli per il centrodestra da una parte e Domenico Marzi per il centrosinistra dall’altra, potrebbe non essere più replicabile nel 2027.
Così come hanno dimostrato ampiamente le recenti elezioni a Veroli e prima ancora quelle a Ferentino. Forse pure le prossime ad Alatri. Sinistra e destra come li abbiamo conosciuti finora sono schemi superati sul piano territoriale: centrale sta diventando sempre di più il progetto amministrativo e la capacità del candidato sindaco di realizzarlo. Intorno a quei due elementi si sono costruite le coalizioni a Ferentino e Veroli, vincendo a mani basse le Comunali già al primo turno. Ad Alatri si stanno prendendo le misure.
Fantapolitica? Come disse Lucio Battisti “lo scopriremo solo vivendo“.