La convinzione che a Ceccano ci sarà una vittoria facile contagia anche il Centro. L'attacco frontale di Gizzi a Corsi. I segnali di scollamento (in una parte) a sinistra
L’aria di vittoria facile alle prossime Comunali di Ceccano non la respirano solo dal fronte del centrosinistra. Anche al Centro c’è la stessa convinzione. E cioè che per eleggere il sindaco basti criticare il sindaco decaduto Roberto Caligiore, agli arresti domiciliari con l’accusa di avere preso tangenti per pilotare gli appalti comunali finanziati con fondi Ue. (Leggi qui: A Ceccano c’è aria di vittoria: tutti sulla strada della candidatura).
Il segnale arriva dall’iniziativa presa in queste ore da Stefano Gizzi: randella a destra e manca, opposizione e maggioranza nonostante sia stato assessore per 7 anni con Roberto Caligiore.
Corsi nel mirino
Stefano Gizzi venne messo alla porta dall’amministrazione Caligiore per le sue posizioni a sostegno dell’invasione russa all’Ucraina. Arrivò a sostenerle anche con un collegamento in diretta da Ceccano sulla televisione russa.
Nelle ore scorse ha attaccato frontalmente Marco Corsi, cioè uno di quelli che ha dato la sua disponibilità per essere candidato sindaco. Resta da capire a chi l’abbia data. Ma a Stefano Gizzi tanto è bastato per aprire il fuoco della polemica. Accusa Corsi di non aver fatto opposizione “alla Gizzi” cioè con urla e tanto rumore. Lo ha definito il camaleonte politico, attaccandolo senza troppi giri di parole per i suoi vari cambi di casacca politica negli ultimi anni.
Gizzi non è di primo pelo. Sicuro è sempre stato a destra: ma negli anni non è stato esente da riposizionamenti. Nella Lega e poi fuori dalla Lega, un passaggio nell’Udc, un breve flirt con Forza Italia fino alla più palese delle strambate: da caligioriano di ferro ad oppositore durissimo del sindaco dopo la cacciata del consigliere Alessio Patriarca revocandogli la delega alla Cultura. Patriarca non aveva votato a favore dell’affidamento del servizio Tributi ad una società esterna e soprattutto, aveva detto con chiarezza di essere contrario all’attivazione dei parcheggi a pagamento. (Leggi qui: Ed il Centrodestra mette alla porta Patriarca).
La cacciata di Alessio Patriarca è del 4 giugno 2024 cioè quattro mesi fa e non quattro anni. Su due provvedimenti che giacciono nell’Albo Pretorio dove moriranno ormai senza applicazione. Segno evidente che aldilà di Gizzi, su certe cose la convinzione della maggioranza stessa non fosse così unanime e granitica.
Le aspirazioni di Gizzi
I tiri d’artiglieria politica su Marco Corsi non sono casuali. E nemmeno sono dovuti alla sua blanda opposizione, a differenza di quanto sostiene Gizzi. Il dubbio è legittimo se si considera che dalle critiche è stato esentato il consigliere Tonino Aversa: del quale ci sono ancora meno tracce all’opposizione. Segno chiaro che quella che Gizzi ha verso Corsi è sì una disistima politica ma c’è tanto di personale.
Mentre Gizzi lancia il suo cartello “Per amore di Ceccano”, dalle colonne di Facebook Orietta Cecconi, voce social di Mario Sodani, si dice triste perché “la sinistra fa la corsa alle candidature. Anche chi dice di riunirsi, parlare, creare una coalizione, in realtà vuole candidare un suo prestanome o molto vicino a lui.” Chiaro riferimento al duo Gizzi – Patriarca.
La verità anche qui sta tra le righe. Può essere riassunta così: anche il professor Sodani, ex assessore della giunta Caligiore alla pari di Gizzi, vuole candidarsi a sindaco. Molto semplice.
Segnali di scollamento
A sinistra intanto ci sono i primi fisiologici segnali di assestamento in un’area che vanta tanti pretendenti ad una vittoria che considera certa. È di stamattina il confronto (quelli bravi direbbero “normale dialettica”) tra Mariangela De Santis battagliera oppositrice in Consiglio comunale e Gaspare Ferri, ideologo della compagine “Nuova vita” ed ex cognato del sindaco Ciotoli.
L’ideologo ha fatto notare alla sua sodale che si sta lasciando troppo spazio al Comitato del Centro Storico, che dopo le critiche a Caligiore in tempi non sospetti su piazza Mancini, è stato il promotore della marcia per la legalità capace di riunire lo scorso fine settimana oltre mille persone. E oggi convoca una seconda adunata, diventando ormai centrale nel dibattito politico fabraterno. (Leggi qui: La rabbia di Ceccano e l’orgoglio della città).
Il tema è stato, nella sostanza, il rischio di “creare mostri” che poi un domani toglierebbero spazio a chi già pregusta una facile vittoria. Una preoccupazione concreta che allarmando Gaspare Ferri.
E come sempre… avanti un altro.