L’alta tensione Lega – FI da Bruxelles a Frosinone, Viterbo e Regione

Tajani dice alla Lega che è ininfluente. Dal carroccio gli ribattono "Imbarazzanti”. Le ultimissime dal fronte. Cosa sta accadendo tra quelli che sembrano sempre meno alleati. Da Bruxelles a Viterbo dove la rottura nel centrodestra ora è totale e rischia di allargarsi ai Comuni. Esattamente come già accaduto a Frosinone. Ed anche qui c'è il caso Regione Lazio

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il fronte si allarga, la tensione sale tra Lega e Forza Italia. Da Bruxelles fino a tutto il Lazio: le distanze tra i due Partiti alleati sono sempre più ampie. Gli ultimi segnali arrivano nel giro di poche ore proprio dalla sede del Parlamento Ue, da Roma e da Viterbo. Delineando uno senario sempre più nitido.

Ininfluenti ed imbarazzanti

Le fiamme sono già alte quando alle 16.47 ‘fonti della Lega affidano alle agenzie di stampa una brevissima dichiarazione ufficiale. Poco più di un telegramma: “Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante“. È benzina sul fuoco dei rapporti con l’alleato, una chiara risposta alla dichiarazione fatta poco prima dal presidente di Forza Italia Antonio Tajani. Che ha detto “Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre“.

Matteo Salvini ed Antonio Tajani (Foto: Luigi Mistrulli © Imagoeconomica)

La temperatura è altissima tra Lega e Forza Italia dopo il voto che ha eletto i vertici europei. Antonio Tajani nel pomeriggio non lascia spazio a dubbi e dichiara che un’altra maggioranza in Ue “ha eletto i vicepresidenti di Metsola. Sono stati eletti i vicepresidenti dei conservatorie specifica ”non sono stati eletti i vicepresidenti dei patrioti che ancora una volta si dimostrano ininfluenti”. Non basta, aggiunge “il problema è che anche i patrioti italiani rischiano di essere ininfluenti all’interno dei patrioti europei“.

Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia stanno su due pianeti politici differenti e distanti. La misura viene fornita dalla frase successiva quando Antonio Tajani dice che in Europa “il Ppe ha vinto, darà le linea e darà le carte. Noi di Forza Italia staremo nella cabina di comando“.

Si innesta qui la risposta arrivata all’ora del té da ‘ambienti della Lega’: “Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante. Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre“.

Posizione condivisa

Marina Berlusconi (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

L’ulteriore presa di distanze da Patrioti e Sovranisti attestando sempre di più il Partito su una posizione liberale e centrista che fu quella di Silvio Berlusconi, arriva a poco più di ventiquattrore dal pranzo che ha visto insieme a tavola Antonio Tajani con il fidatissimo consigliere politico di famiglia Gianni Letta, Marina e Pier Silvio Berlusconi.

I due eredi di prime nozze del Cavaliere nei giorni scorsi avevano fatto dichiarazioni politiche dirompenti. Di indirizzo politico opposto ma unite da un denominatore comune: la rivendicazione di una posizione forzista distinta da quella di Lega e Fratelli d’Italia. Marina aveva detto al Corriere della Sera che in materia di diritti Lgbtq+ si sentiva più vicina alle posizioni della sinistra che quelle della destra; Pier Silvio nelle ore scorse alla presentazione dei palinsesti Mediaset ha detto che «Al prossimo giro penso che ci potrebbe essere un’opportunità pazzesca: i moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente».

I maliziosi l’avevano letta come un rimprovero ad Antonio Tajani. Chi frequenta il presidente nazionale di Forza Italia giura che ci fosse proprio nulla da chiarire. E che la situazione sia chiara già da mesi. Semmai quel pranzo, programmato da tempo ed assolutamente periodico, è servito per fare il punto sulla situazione politica ed economia sia italiana che internazionale, verificare la taratura della bussola politica di Forza Italia. I Berlusconi non vogliono andare a sinistra, non vogliono una deriva a destra, reclamano una posizione per il loro Partito che sia liberale e di centro. Il resto verrà da se.

Il fronte del Lazio

Claudio Fazzone (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Sta proprio in questa volontà di non essere subordinati agli alleati la posizione assunta da Forza Italia in Regione Lazio, al Comune di Frosinone da qualche ora anche in provincia di Viterbo. Il Partito guidato da Antonio Tajani e nel Lazio da Claudio Fazzone ha messo in campo le sue rivendicazioni dopo avere ripassato bene i numeri. Infatti le urne delle Europee hanno detto che il Partito non è evaporato con la scomparsa di Silvio Berlusconi, gode di ottima salute; in Regione ha letteralmente svuotato la Lega lasciandole un solo Consigliere in Aula mentre Forza Italia ha raddoppiato le sue truppe. Per questo ha reclamato un riassetto della Giunta. Stesso principio anche al Comune di Frosinone.

Da giovedì sera si aggiunge anche il fronte di Viterbo. Dove Forza Italia interrompe ogni forma di collaborazione con Fratelli d’Italia. Avviando una seria e puntuale riflessione sulla politica provinciale e su quella di ogni comune della provincia“. Punto. È la decisione presa dal coordinamento provinciale degli azzurri presieduto da Alessandro Romoli: che potrebbe avere conseguenze importanti ed a cascata su alcuni Comuni, come quello di Civita Castellana.

Alessandro Romoli

Perché si è arrivati alla rottura? La Direzione provinciale di Forza Italia mette nero su bianco la posizione ufficiale: “Il tema dei concorsi a palazzo Gentili su cui hanno chiesto chiarimenti quelli di FdI è una sterile e infondata polemica politica creata ad arte da mani altrettanto politiche con il solo e pericoloso scopo di minare agli occhi dei cittadini la credibilità del presidente Romoli e della classe dirigente di Forza Italia e della Provincia, oltre che di ledere la sua e la nostra rispettabilità e onorabilità”. La ferita è aperta, il messaggio è evidente: “Nonostante la questione concorsi sia stata ampiamente chiarita, rimane tuttavia l’amarezza per l’indecoroso comportamento tenuto dagli “alleati”, che hanno alimentato e cavalcato queste assurde e diffamatorie accuse per colpire pretestuosamente il presidente Romoli e l’intera classe dirigente di Forza Italia”.

Il nervo scoperto in Regione

Riccardo Mastrangeli e Francesco Rocca

La questione diventa più chiara se si spiega che alla provincia di Viterbo governa non la coalizione tradizionale del centrodestra ma una aggregazione politica “anomala” formata da FI-PD e Civici. Esattamente lo stesso quadro politico che il senatore Claudio Fazzone è stato capace di costruire alla Provincia di Latina affidandone il timone ad un presidente di Italia Viva e cioè il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli.

Anche a Latina i rapporti sono tesi. Con un reciproco rimpallo di responsabilità, nei fatti sulla nuova governance di Acqualatina Fratelli d’Italia e Lega stanno nella stanza dei bottoni mentre Forza Italia ne è stata messa fuori. Il problema a Viterbo è più ampio e richiama ancora una volta la situazione di tensione in Regione Lazio con il presidente Francesco Rocca. Perché dice sempre il coordinamento provinciale «Fratelli d’Italia nella Tuscia e nel Lazio continua imperterrita ad operare in maniera irrispettosa e autoritaria nei confronti delle altre forze politiche del centrodestra, mostrando una mancanza di rispetto politico-istituzionale senza precedenti, non c’è dialogo nè alcun confronto”. Scusate se è poco.

Ovviamente non si è fatta attendere la replica del segreterio provinciale di Fdi Massimo Giampieri  nella cui testa resta scolpito quel passaggio sulla riflessione in ogni Comune. “Non c’è problema, facciano pure: in tanti Comuni si governa d’amore e d’accordo. Io non vedo criticità: a Vetralla noi appoggiamo un sindaco di Forza Italia – conclude Giampieri – a Civita Castellana noi appoggiamo uno di Forza Italia”. Due amministrazioni non citate a caso.  In pratica FdI dice: nessun problema a fare “riflessioni” in ogni Comune della provincia di Viterbo, ma anche in quelli dove il sindaco è di FI. Poi vediamo che succede.

Da Viterbo a Frosinone ed alla Pisana

Pasquale Cirillo con Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

È di tutta evidenza che quanto sta succedendo a Viterbo in queste ore non è altro che la declinazione del nuovo corso di Forza Italia sui territori. Ed ogni volta l’azione di Forza Italia è incisiva e potenzialmente dirompente.

È iniziata alla Regione Lazio, dove il Coordinatore regionale del Partito azzurro Claudio Fazzone hao chiesto al Governatore Francesco Rocca (civico ma di espressione FdI) di rivedere gli assetti di Giunta, in considerazione del nuovo peso numerico del gruppo consiliare azzurro alla pisana. Rocca ha detto Niet. Per il momento. Stessa cosa  al Comune di Frosinone, dove FI sta logorando il sindaco Riccardo Mastrangeli (civico ma in quota Lega) in collaborazione con altri tre Consiglieri “malpancisti“. Anche qui è stato chiesto senza ottenerlo l’azzeramento della Giunta, la risposta di Mastrangeli è stata la stessa di Rocca: niet. I consiglieri azzurri del capoluogo Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo da quel momento hanno deciso di garantire solo l’appoggio esterno.

Il tutto ovviamente con le benedizioni del coordinatore provinciale azzurro Rossella Chiusaroli e regionale Fazzone. La stessa strategia di “incisivo disturboverrà adottata presto da FI anche in altre amministrazioni. Per il momento del Lazio.

Lo spiegone 1

Antonio Tajani a Fiuggi (Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica)

Perché i fatti di Viterbo sono più incidenti per Forza Italia  rispetto a quanto accaduto in Regione ed a Frosinone?

Viterbo è la nuova Fiuggi. Quando il Partito in Provincia di Frosinone stava in mano a Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli e Nicola Ottaviani, la convention annuale di Tajani “L’Italia e l’Europa che vogliamo” veniva organizzata a Fiuggi al palazzo della Fonte. Di fatto erano gli Stati Generali del Partito e nella città termale arrivava il Presidente Silvio Berlusconi seguito dai vari Ministri del suo Governo, parlamentari senatori e amministratori provenienti da ogni parte d’Italia.

Nessuno poteva sottrarsi dal partecipare. Ogni anno a Fiuggi c’era una straordinaria dimostrazione di forza elettorale per Forza Italia in provincia di Frosinone. Per questo Fiuggi era considerato il “feudo” elettorale di Tajani. Ed anche perché il Ministro degli esteri trascorre sempre qualche giorno di vacanza nella città termale. Quando Ottaviani, Ciacciarelli ed Abbruzzese hanno aderito alla Lega di Salvini, con loro sono andati via anche una buona parte di voti e quadri di Forza Italia. Si è posto quindi il problema di individuare una nuova location nel Lazio per organizzare gli stati generali del Partito.

Da qualche anno Tajani ha deciso di celebrarli a Viterbo, dove c’è il fidatissimo onorevole Francesco Battistoni e tanti altri amministratori storici del Partito. Una garanzia di buon funzionamento. Viterbo è diventato quindi il nuovo feudo elettorale di Tajani. Impensabile che quello che accade in Tuscia non abbia la sua benedizione. Ecco perché ogni notizia di significativa  valenza politica che viene da Viterbo, ha un significato particolare. 

Ma come si è arrivati a questo new deal azzurro?

Lo spiegone 2

Pier Silvio Berlusconi (Foto: Daniele Schiavello © Imagoeconomica)

A scatenare tutto, c’è la volontà di Marina e Pier Silvio di recuperare il ruolo storico voluto da papà Silvio per Forza Italia. Un’operazione di riposizionamento che alcuni definiscono una vera e propria “rotazione sferica” circa la politica del Partito, innescata dai figli del fondatore di Forza Italia. Forza Italia, secondo la famiglia Berlusconi, non “sfida” i suoi alleati ma ne condivide tutte le decisioni senza battere i pugni sul tavolo. Nasce da qui il cambio di atteggiamento.

A cominciare dal capitalizzare le percentuali ottenute dal Partito alle ultime elezioni Europee dove Fi ha superato la Lega ed è il secondo Partito della coalizione del centrodestra. Non è figlia di un dio minore.

Qual è il punto di approdo delle operazioni di queste settimane? Nell’immediato sicuramente accadrà nulla. Ma in autunno o con il nuovo anno qualcosa potrebbe cambiare. Non è forse un caso che Matteo Renzi abbia ripreso a dialogare con la segretaria nazionale del PD Elly Schlein in ottica nuovo Campo Largo. Il fondatore di Italia Viva non sarà il campione del mondo dell’affidabilità politica ma sa annusare gli scenari futuri prima e meglio degli altri. A futura memoria (elettorale).

E’ chiaro che questa richiesta di maggiore incisività azzurra comporta la messa in stand by delle normali dinamiche politiche della coalizione, ancorché temporanea, in alcune amministrazioni dove FI, Lega e FdI governano insieme. E così infatti sta agendo da qualche tempo Fazzone nel Lazio. Di fatto FI sta posizionando i pezzi sullo scacchiere politico. Ad ogni livello.

Attestarsi su nuove posizioni

Claudio Fazzone ed Antonio Tajani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Come in una guerra ancora tutta da combattere, sta schierando le batterie balistiche: per dimostrare non al nemico, ma agli alleati, quale potrebbe essere il potenziale bellico in caso di vero un conflitto interno. E’ una evidente strategia di deterrenza finalizzata ad ottenere un importante risultato politico.

Se ci saranno dei veri e propri lanci lo dirà solo il tempo ma intanto qualche schiaffo è già volato. Alla Regione, a Viterbo e a Frosinone. Per ora.