L'Authority Anticorruzione esamina cosa ha fatto la Asl di Frosinone per evitare cattive gestioni negli appalti e nelle gare. Quello che è stato fatto fino ad ora è stato valutato senz'altro positivo. Tuttavia non è da considerarsi ancora sufficiente. Perché...
La pec è stata inviata il 4 settembre scorso. Mittente: ANAC autorità Nazionale Anticorruzione. Destinatario: ASL di Frosinone: protocollo UVMACT n. 878/2024/SA. La firma è quella dell’Avvocato Giuseppe Busia, Presidente ANAC. La nota dell’Autorità anticorruzione riguarda il procedimento di “vigilanza in materia di prevenzione della corruzione, nei confronti della ASL Frosinone”.
In pratica, cosa sta facendo l’azienda sanitaria e quali procedure adotta, relativamente al conferimento degli incarichi di consulenza e alle misure specifiche dell’Area Contratti pubblici. Il Consiglio dell’Autorità, nell’adunanza del 30 luglio 2024, ha deliberato di inviare alla ASL ciociara una “raccomandazione”.
La “raccomandazione” alla Asl ciociara
Tecnicamente si chiama cosi. Ed è una raccomandazione per l’integrazione della sottosezione Rischi corruttivi e trasparenza del PIAO. Che cos’è il PIAO e cosa riguarda quella richiesta?
Si tratta del Piano Integrato di Attività e Organizzazione: è il documento unico di programmazione e governance che dal 30 giugno 2022 ha assorbito molti dei Piani che fino a quella data le amministrazioni pubbliche italiane erano tenute a predisporre annualmente.
In pratica, cosa ha intenzione di fare una Pubblica Amministrazione, in relazione agli obiettivi di performance, fabbisogni del personale, parità di genere, lavoro agile e, ovviamente, anticorruzione. Il PIAO di fatto è una semplificazione della burocrazia a vantaggio delle amministrazioni: invece di predisporre una serie di Piani in cui ogni settore spiegava cosa intendeva fare e come, ora se ne fa uno soltanto. Il che – nelle intenzioni – dovrebbe permettere all’Italia di compiere un altro passo decisivo verso una dimensione di maggiore efficienza, efficacia, produttività e misurazione della performance.
Cosa non va a Frosinone?
La teoria dell’Analisi del Rischio
La “raccomandazione” dell’ANAC chiede alla ASL di compiere due operazioni: “Integrare – nell’ambito del processo di aggiornamento della mappatura dei processi già in corso – la valutazione del rischio“. Questo “mediante l’utilizzo di un approccio qualitativo o misto in luogo di quello quantitativo basato esclusivamente sul rapporto probabilità/impatto”. Tradotto dal burocratese? Per capirlo dobbiamo entrare nella Teoria dell’Analisi del Rischio. In questa scienza vengono individuati vari tipi di approccio al rischio connesso ad un’impresa: Qualitativo, Quantitativo, Misto. Serve per capire cosa può andare male nella gestione di una gara, quanto è probabile che accada, quanto è possibile che ci sia corruzione e quanto danno può fare, come possiamo intervenire per abbassare il rischio.
Per gli appassionati: come funziona e quali sono le differenze. L’Analisi Qualitativa utilizza una scala descrittiva per classificare la probabilità e l’impatto di ogni rischio. Si basa su un giudizio esperto e non richiede competenze matematiche avanzate. Il suo vantaggio è la semplicità e la rapidità di esecuzione, mentre lo svantaggio è la potenziale soggettività delle valutazioni.
Invece l’Analisi Quantitativa che finora è stata usata come metodo dalla Asl di Frosinone impiega metodi statistici per quantificare la probabilità e l’impatto dei rischi. Questo approccio fornisce una valutazione più precisa e oggettiva ma richiede competenze matematiche e la disponibilità di dati storici. Il suo vantaggio è la maggiore precisione mentre lo svantaggio è la complessità di esecuzione e la necessità di dati affidabili.
Le due cose che Anac ha chiesto
L’Authority Anticorruzione ha chiesto di passare ad una Analisi Semi-Qualitativa. Cioè? Un approccio intermedio tra le due metodologie. Assegna un punteggio numerico a probabilità e impatto, combinandoli poi per ottenere un valore complessivo per ogni rischio. Questo metodo offre una maggiore coerenza rispetto all’analisi qualitativa pura, pur rimanendo più semplice dell’analisi quantitativa.
La seconda cosa chiesta da Anac è “sviluppare – nell’ottica del principio di gradualità – un piano di monitoraggio, che preveda tempistiche e modalità chiare. Rammentando la centralità di tale fase che consente un miglioramento ciclico e costante del sistema di gestione del rischio”.
Si tratta di interventi di ulteriore miglioramento dell’area rischi corruttivi e trasparenza. Perché la ASL di Frosinone si era già efficacemente attivata, in seguito ad alcune contestazioni passate rilevate dalla stessa Autorità.
Valutazione positiva “nel complesso”
Tanto è vero che l’ANAC scrive: “Alla luce dell’istruttoria condotta, l’operato della ASL è stato valutato nel complesso positivamente. Dal momento che sono stati posti in essere dei correttivi per superare le criticità rilevate da questa Autorità nella delibera n. 562/2023 e che l’Azienda sta programmando un aggiornamento della mappatura dei processi che appare – per la maggior parte – in linea con le indicazioni dei PNA”. Tradotto? Nel 2023 vi avevamo detto che nelle vostre procedure c’erano criticità da correggere e migliorare, lo state facendo ed anche bene. Proprio per questo vi suggeriamo anche due cosette in più che possono aiutarvi.
E ancora: “Anche le misure di prevenzione analizzate, sia nell’Area contratti pubblici, che con riferimento al processo del conferimento incarichi esterni, appaiono idonee a presidiare il rischio del verificarsi di eventi corruttivi“. Quello che è stato fatto fino ad ora dall’Azienda sanitaria, in termini di prevenzione della corruzione, è stato valutato senz’altro positivo. I rischi di corruzione sono stati abbassati. Ma ancora non basta.
Gli appalti finiti nel mirino un anno fa
Infatti l’ANAC scrive: “Tuttavia, è altresì emersa la persistenza di alcune criticità che – se superate – potrebbero apportare un significativo miglioramento dell’intero sistema di prevenzione della ASL.
“L’istruttoria ha evidenziato che – nonostante la previsione di misure idonee alla prevenzione dei rischi corruttivi – nel caso di specie si sono comunque verificati una serie di eventi di mala gestio. Sia con riferimento alle procedure di affidamento, che con riguardo alla assegnazione di incarichi esterni”.
Sotto la lente di ingrandimento dell’autorità l’anno scorso sono finiti alcuni appalti e consulenze, ritenuti poco cristallini. Per tutti questi motivi, l’Autorità Nazionale Anticorruzione “raccomanda” alla ASL di comunicare il proprio riscontro. E di farlo entro il termine di 45 giorni dal ricevimento della pec del 4 settembre, precisando quali atti intenda adottare ed entro quale termine.
L’Autorità verificherà, quindi, l’adeguamento alle indicazioni fornite. Con l’avviso espresso che l’omesso adeguamento darà impulso all’adozione di un atto di constatazione del mancato adeguamento dell’amministrazione alle indicazioni dell’Autorità. Di fatto un non adempimento a quanto stabilito dall’ANAC. Il che non è una bella cosa. Difficile pensare quindi che la ASL risulterà inadempiente.