
Autore, insieme a Coluzzi, di una serie di mozioni inerenti la Società logistica merci in fallimento, il forzista attacca tutti
Latina di nuovo nella bufera. L’eroe epico stavolta è Mauro Anzalone (Forza Italia) che, a fronte della sua mozione finalmente giunta in Consiglio comunale dopo mesi, inizia a prendersela un po’ con tutta la sua maggioranza. Per difendere, tutelare e valorizzare non Itaca, ma la “sua” Latina Scalo, dall’Intermodale all’isola ecologica.
Non è crisi nella maggioranza, ma poco ci manca. Stavolta è Anzalone contro parte della Giunta. E se la prende un po’ con gli Uffici: rei, a suo dire, di non avere predisposto tutte le documentazioni per far riaprire l’isola ecologica, pronta dalla fine dello scorso anno. E un po’ con parte della sua maggioranza, non convinta di acquistare l’Intermodale. Ed ancora sul restyling dell’isola pedonale del centro storico di Latina.
Per capire bisogna compiere un passo indietro.
Un passo indietro

Anzalone è autore, insieme a Giuseppe Coluzzi, di una serie di mozioni inerenti la Società logistica merci in fallimento di Latina Scalo. Ovvero, l’ex Intermodale, che nei primi anni Duemila prese il posto dell’ex zuccherificio. L’idea pareva buona (era attaccata alla ferrovia peraltro) ma evidentemente gestita male. (Leggi qui: Lo Zuccherificio come l’Interporto: a volte ritornano).
La società ora è in fallimento e i beni sono all’asta. Tre lotti, uno dei quali è l’ex zuccherificio, andato all’asta a dicembre per 1,9 milioni di euro, per tacitare almeno il creditore privilegiato Monte dei Paschi di Siena, che avanza 1,6 milioni di euro di rate di mutuo non saldate. Il bene, a dicembre, se l’è aggiudicato una società che ha versato i 190mila euro di caparra. Al momento del saldo però, a marzo, i restanti soldi non sono stati versati.
Così, ci sarà una nuova asta. Anzalone ha preso la palla al balzo: il Comune deve comprarla. Anzi, tecnicamente, ri-acquistarla, dato che la S.l.m era sua al 97%. La mozione arriva in aula, “edulcorata”: via l’impegno all’acquisto, resta un generico impegno a verificare con la Soprintendenza la possibilità di apporre il vincolo di bene storico e culturale.
Infervorato ed accalorato

Ieri si arriva in Consiglio comunale. Anzalone, presentando la mozione, si infervora: “Il Comune deve partecipare all’asta, in quel bene può andare una facoltà universitaria, un centro culturale, un impianto sportivo: deve essere della collettività”. E fa anche i conti: “Un mutuo per 1,9 milioni di euro, in trent’anni, alla fine sono 6-7 o 8mila euro al mese. Non mi direte che non li abbiamo?”.
Anzalone parla, sempre più entusiasta, infervorato, accalorato, mentre, dai banchi della giunta, l’assessore al Bilancio e Patrimonio, Ada Nasti, scuote la testa. “Presidente, è possibile dare la parola all’assessore Nasti?” chiede Dario Bellini dai banchi Lbc. E la Nasti non si fa pregare: “In primo luogo, occorre avere un progetto, che non abbiamo. Non si possono spendere soldi pubblici per un bene, senza progettualità. Poi bisogna capire quanto costerebbe”.

“Non è solo l’acquisto, che costa 1,9 milioni di euro, peraltro bisognerebbe capire, in caso di asta, se si debba richiederlo prima. C’è la ristrutturazione: quanto costa realizzare il progetto che si ha in mente? Possono essere 5-10 milioni di euro”. E poi, il tema più delicato. La Nasti la pronuncia, quella parola: turbativa. “Apporre un vincolo su un bene, che era del Comune, durante una procedura esecutiva, mi sa di turbativa”. Turbativa d’asta, dunque. Che non sarebbe uno scherzo.
L’attacco ad Addonizio

Anzalone si infervora ancora di più, e stavolta se la prende anche con l’assessore all’Ambiente Franco Addonizio: “Ha dichiarato che io vado sulla stampa per farmi campagna elettorale, non è così, non ho parlato contro di lei: ma l’isola ecologica di Latina Scalo è pronta, però non si può aprire perché mancano dei documenti. Gli uffici non fanno quello che devono, allora l’assessore vada negli uffici e spacchi anche le scrivanie, se necessario. Spero che abbia capito, sono avvelenato. Ho aspettato che rientrasse in aula, per dirglielo in faccia”.
Tiero lo riprende: “Consigliere, non è attinente, il tema è un altro”. Nicola Catani (Noi moderati) difende il suo assessore: “Duole constatare che alcuni colleghi di maggioranza vadano fuori tema, attaccando l’assessorato all’Ambiente, e questo è un dispiacere”.
Opposizione alla finestra
L’opposizione sta alla finestra e se la gode, questa ennesima baruffa chiozzotta. Daniela Fiore (Pd) non lo manda a dire: “Ci godiamo questa ennesima puntata della Casa Vianello della maggioranza e vedremo se sarà ‘che noia che barba’”. E Loretta Isotton (Lbc): “Abbiamo altre priorità, il verde, le scuole, i marciapiedi, le strade. Non ci sono fondi per fare tutto”.

La posizione di Anzalone è prontamente difesa dal capogruppo leghista, Vincenzo Valletta, che, senza se e senza ma, parla chiaramente dell’ex zuccherificio come di un bene su cui “avere il coraggio di sognare”. La minoranza si guarda attorno: qualcuno nota che ci sono spazi vuoti nei banchi della maggioranza. La Fiore chiede il numero legale.
Valletta non ci sta
Valletta non ci sta: “Sto parlando, non si chiede il numero legale mentre un consigliere parla, è mancanza di educazione, aspetti che io abbia terminato”. Interviene il presidente del Consiglio, Raimondo Tiero: “La richiesta di verifica del numero legale è immediata”. Valletta se la prende anche con lui. Ma il presidente ribatte: “Vuole insegnare a me come si presiede?”. Il numero è a 16, il minimo indispensabile, si prosegue.
Cesare Bruni (FdI) ci mette una pezza: “Vero è che non è che la maggioranza, negli ultimi tempi, abbia brillato per unità, ma non in questo caso. È stato il proponente a fare gli emendamenti, non gli è stato imposto nulla. Io condivido il fatto che abbiamo altre priorità per le quali occorrono milioni e milioni di euro. Ma questo non vuol dire che non si debba verificare la possibilità di acquistarla, e la possibilità di mettere un vincolo. Poi, può anche darsi che la Soprintendenza non sia d’accordo”.
Alla fine si vota

Alla fine si vota, la mozione passa con gli stretti numeri della maggioranza in aula. Ma quello cui si è assistito è un altro spettacolo di crisi. Non tanto nella maggioranza, FI e Lega contro FdI, Noi Moderati, Lista Celentano, quanto piuttosto di un Mauro Anzalone che se l’è presa un po’ con tutti.
Non ultimo, nei giorni passati se l’era presa pure con il restyling del centro storico, in particolare sul costo, 300mila euro, che secondo lui si sarebbero potuti spendere per altro. Restyling di cui è autore l’assessore all’Urbanistica, Annalisa Muzio.
La risposta di Fare Latina
E Fare Latina, il movimento dell’assessore, gli ha pure risposto: “La sorpresa è grande perché le dichiarazioni (di Anzalone, ndr) sono in netto contrasto con le decisioni prese dalla maggioranza nei mesi scorsi e appaiono come una critica interna non condivisibile”.

“Ci si aspetta che i membri della maggioranza lavorino insieme per raggiungere gli obiettivi comuni e non esprimano pubblicamente critiche che potrebbero indebolire la coesione del gruppo, soprattutto se queste critiche sembrano far trasparire l’intento di raccogliere un facile consenso demagogico tra i cittadini, cavalcando magari le opinioni sui social media. Piuttosto che governare e amministrare, Anzalone cosa fa? Segue la scia della pancia delle persone che magari non sanno nemmeno quale è il progetto?”.
“Capire se è posizione personale”
Dunque, “a questo punto è importante capire se la posizione di Anzalone è personale, e sarebbe grave, oppure se la posizione del consigliere risponde a nuove direttive politiche di Forza Italia, e sarebbe ancora più grave”.
Un chiarimento interno, dunque: se non è crisi, poco ci manca.