
Al Congresso FdI gli strascichi di una "litigata" che dura ormai da dieci giorni nel bel mezzo del centro destra del Capoluogo Pontino
«In tutte le migliori famiglie capita di litigare»: già, ma la “litigata” di dieci giorni fa tra Lega e FI da un lato e FdI e Noi moderati dall’altro al Comune di Latina ha lasciato strascichi. Che ancora ieri, in occasione del Congresso comunale del capoluogo pontino, sono riesplosi. In particolare ai saluti dei Partiti “alleati”. E soprattutto nelle parole di Giuseppe Di Rubbo, coordinatore provinciale pontino di Forza Italia. (leggi qui i precedenti: Matilde Celentano porta la crisi in discarica. Qui: Latina, i rifiuti, le accuse reciproche e le posizioni individuali. E leggi anche Latina, l’Aventino dei rifiuti: salta il Consiglio comunale sull’ABC).

È stato lui a sottolineare che «dobbiamo fare un salto di qualità come coalizione: trovare ulteriori strumenti e modi per confrontarci e cercare la sintesi. Perché su alcune cose abbiamo un modo diverso di vedere le istanze e questa sarà la sfida che dobbiamo risolvere, insieme al nuovo coordinatore: cominciare un nuovo percorso, cercando di alzare il livello della sfida».
E Di Rubbo ha anche elencato i punti: «Occorre confrontarsi sul nuovo ospedale, perché la Regione ha stanziato i fondi»; e soprattutto, «sull’università, cui occorre chiedere di fare altre facoltà e altri corsi, e di investire in termini di risorse umane»; e poi «la Mare-Monti, intervento strategico per il quale potremmo mettere in campo tutte le risorse possibile».
La “pezza” della Celentano
In definitiva, «dobbiamo trovare un metodo di confronto e trovare una sintesi, perché mettersi insieme è un inizio, ma lavorare insieme è il vero successo».

Riferimenti ai litigi passati sono giunti anche dalla stessa sindaca, Matilde Celentano, che ha ringraziato per il lavoro in essere «tutta la coalizione, al di là di qualche dialettica interna, che però è anche giusto che ci sia, altrimenti sarebbe una maggioranza piatta».
Anche Vincenzo Valletta della Lega, ha ricordato come «abbiamo avuto un momento di confronto, ce ne saranno altri, per far tornare Latina a splendere; in una famiglia ci possono essere dissapori e vedute diverse, ma si va avanti con l’unico obiettivo di migliorare la città».

Alessandro Paletta (Noi moderati) ha ammonito: «Non si ripeta quanto avvenuto in passato, quando abbiamo dato due commissariamenti alla città e abbiamo perso due elezioni, in una città dove il centrodestra deve essere laboratorio di idee, proposte e concretezza. Se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, diremo che non potremo accettare che ci sia qualcuno che lavori contro gli interessi della città».
Parole riprese anche dal sottosegretario FdI all’Interno, Emanuele Prisco: «Qualche volta si litiga, come nelle migliori famiglie, ma importante è sempre trovare una sintesi». E, dopo il suo, è arrivato anche l’ammonimento del segretario provinciale FdI, Nicola Calandrini.
Poi Prisco e Calandrini
“Ai nostri alleati dico che Fratelli d’Italia, essendo il partito di maggioranza relativa, sente forte la responsabilità della buona riuscita del progetto politico di Matilde Celentano. Un progetto che per essere realizzato ha bisogno di una coalizione in cui nessuno può permettersi di viaggiare con il freno a mano tirato“.

“Abbiamo decine di milioni di euro che possono cambiare il volto della città e che dovranno essere spesi entro il 30 giugno 2026. Bisogna correre e realizzare tutte queste opere che andranno a migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini”.
Verso l’elezione del coordinatore
“La capacità di ascolto e il compromesso devono rappresentare la bussola del nostro agire ma il tutto deve svilupparsi all’interno della cornice del sentire comune e del rispetto reciproco che si richiede a degli alleati che sono sì diversi ma accomunati da un medesimo obbiettivo”.

Il congresso, intanto, viaggia dritto verso l’elezione del coordinatore comunale FdI. Il candidato unico alla segreteria è Dino Iavarone, consigliere comunale, dopo il ritiro della candidatura alternativa di Simone Di Leginio.
«Dino è stato scelto per la sua onestà intellettuale, per la sua generosità e per la sua visione politica che ha più volte dimostrato ricoprendo il ruolo di consigliere comunale e presidente di una commissione importante come quella delle attività produttive», ha detto Calandrini.