A Latina, la prima seduta di insediamento del Consiglio Comunale è in cerca di sceneggiatura. Al punto che è probabile il rinvio per i punti politici
Una sceneggiatura ancora tutta da scrivere, un copione ignoto, se non nell’introduzione. Perché dopo il prologo, lo sviluppo della trama è ancora in cerca di autori. La seduta di insediamento del nuovo Consiglio comunale di Latina vede sicuri i primi due punti: la convalida degli eletti dopo le elezioni fatte ripetere in 22 seggi a distanza di un anno dal primo voto ed il giuramento del ri proclamato sindaco, Damiano Coletta. Poi, tutto potrebbe ancora saltare in un Comune dove il sindaco è Progressista e la maggioranza dell’Aula invece è di centrodestra.
I primi due punti sono quelli obbligatori e certi: i consiglieri devono diventare consiglieri e devono quindi approvare la loro stessa elezione (la verifica delle cause di eleggibilità). Altrettanto, il sindaco deve diventare sindaco, giurando. Altrimenti, non si va avanti.
Ma da più parti, nella maggioranza di centrodestra, fanno notare che più avanti di così, alle 18 del 28 settembre, sarà difficile andare.
Non plus ultra
Infatti Damiano Coletta ha già fatto capire che per quella data non ci sarà ancora alcuna giunta: decisione strategica; il sindaco aspetta i risultati delle Politiche, i nuovi rapporti di forza all’interno del centrodestra: solo allora saprà se possono esserci margini per un dialogo e con chi. Ma allo stesso tempo la maggioranza di centrodestra, cui, per numeri, spetterebbe il presidente del Consiglio, lascia trapelare che anche questo punto potrebbe essere rinviato.
E cita un esempio, l’insediamento della seconda consiliatura di Ajmone Finestra, negli anni ’90 del secolo scorso. Anche in quell’occasione, con un sindaco marcatamente di destra, si attese un accordo tra i Partiti per procedere all’elezione del Presidente. In tempi più recenti, la stessa cosa è accaduta al Comune di Sora.
Il ruolo di iniziare la seduta spetterà, come da prassi, al consigliere anziano della lista più votata: ancora una volta, Raimondo Tiero di FdI.
Nel nome di Raimondo
Tiero, già presidente del Consiglio eletto nella prima parte della seconda consiliatura Coletta, è alla sua sesta esperienza consecutiva da consigliere comunale. Affonda le radici della sua carriera proprio in quegli anni di Finestra. Potrebbe essere nuovamente lui a guidare l’assise, purché a un’elezione di un presidente si arrivi prima di mozioni di sfiducia, dimissioni dal notaio o altro.
Il centrodestra, a una settimana da quella seduta, non si è ancora incontrato su questo tema. Colpa della campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre; per questo, tra di loro c’è quindi chi plaude anche alla decisione di Coletta di convocare per il tardo pomeriggio, piuttosto che per la mattina: «A memoria di Consiglio, è la prima volta, per una seduta di insediamento. Almeno, ci sarà più tempo per confrontarsi», si fa notare dal centrodestra.
Un confronto preliminare
Centrodestra che auspica di tenere un primo confronto tra tutti i Partiti presenti in aula entro questa settimana, per discutere la strategia da tenere in assise. Ma il tempo è quello che manca, per l’accavallarsi dei due eventi politici, la rinnovazione in 22 sezioni delle amministrative di Latina, e le politiche: una circostanza che, per i tempi dettati dal Testo Unico sugli Enti Locali (l’insieme delle norme che disciplinano la vita di un Comune), fa incontrare a distanza di poche ore le urne nazionali e l’aula consiliare.
O ci si incontra questa settimana, o si rischia di avere a disposizione solo il 27 settembre per farlo, considerando che il 26 saranno tutti impegnati o a riposarsi dalle fatiche della campagna, oppure ad analizzarne i risultati.
Ma anche in questa settimana non sarà facile, considerando che big e leader provinciali, regionali e nazionali saranno impegnati nelle chiusure della campagna per i loro candidati: il centrodestra chiuderà a Roma nel pomeriggio di giovedì 22 e nella stessa serata, alle 22.15, Matteo Salvini è atteso a Latina.
In questa situazione, è facile che le decisioni più strettamente politiche per il Consiglio comunale (elezione del presidente del Consiglio e dei due vice presidenti; elezione della commissione elettorale; formalizzazione di gruppi consiliari e capigruppo) slittino a una seduta successiva. Così come questa potrebbe anche essere la strategia, se il centrodestra dovesse trovare l’intesa finale per la sfiducia o le dimissioni. Una volta insediatisi come consiglieri, infatti, c’è la possibilità di recarsi direttamente dal notaio a depositare le firme. A quel punto, sarebbe superfluo eleggere le cariche d’aula…