
Il diario della crisi a Frosinone. Che è arrivata esattamente dove volevano sia Mastrangeli che Forza Italia. Confermato il tavolo nazionale. Dove ci saranno i casi Lazio, Frosinone, Civitavecchia e non solo. Cosa farò Piacentini. I nuovi mal di pancia
La conferma arriva dai vertici della Lega: il caso Lazio verrà discusso nel corso di un vertice nazionale tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Ma non verrà convocato appositamente per questo tema e non verrà convocato con urgenza: “Non è il Lazio a dettare l’agenda, non è lui a dare le carte alla politica nazionale”. Il lui al quale si fa riferimento è Claudio Fazzone, Coordinatore dei Coordinatori regionali di Forza Italia.
Se ne parlerà quindi all’interno del primo vertice nel quale la coalizione di Governo farà il punto politico. Se Forza Italia reclama ufficialmente nel Lazio un rimpasto di Giunta in cui tenere conto dei suoi successi raggiunti un questo ultimo anno, nel corso di quel tavolo Fratelli d’Italia e la Lega potrebbero reclamarlo per lo stesso identico motivo in Regione Lombardia.
Ma non sarà solo questo il punto in discussione. Ci sarà anche la scelta fatta da Forza Italia a Civitavecchia e Palestrina due mesi fa: ha scelto di andare alle elezioni Comunali con un suo candidato e non con tutta la coalizione; ora in entrambe i centri c’è un sindaco de Centrosinistra (Leggi qui: Ballottaggi, nei Comuni il Pd ne prende 3 su 3).
Un inciso verrà fatto anche sulla situazione politica che gli azzurri hanno determinato a Frosinone e quella che si sta generando ad Anagni ed a Ferentino.
O dentro o fuori

A Frosinone giovedì sera la Coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli ha consegnato nelle mani del sindaco un documento con il quale Forza Italia gli ritira l’appoggio e si libera le mani. Lo sosterrà solo dall’esterno, di volta in volta e caso per caso. Il sindaco Riccardo Mastrangeli (civico di indicazione leghista) non farà alcun affidamento sui voti azzurri: attenderà il vertice nazionale e poi riassegnerà le deleghe tenendo conto della autoesclusione di Forza Italia. (Leggi qui: Forza Italia strappa a Frosinone: il caso finisce al tavolo nazionale).
Chi sta a metà del guado è Adriano Piacentini, assessore in quota Forza Italia e titolare del Bilancio. Il Partito l’altro giorno gli ha chiesto di adottare “atti consequenziali in piena aderenza ed ottemperanza alla linea politica stabilita dal Partito e condivisa anche dall’assessore con sottoscrizione del documento già trasmesso”. Tradotto dal politichese: deve dimettersi.

Vero che l’assessore ha ‘sottoscritto il documento trasmesso‘. Ma non lo ha fatto né per convinzione politica (è fedelissimo al limite della devozione a Riccardo Mastrangeli) né per disciplina di Partito (Adriano Piacentini è stato l’unico a rimanere in Forza Italia quando ormai tutti avevano preso cappello e se ne erano andati. Ha firmato perché conosce la crudeltà del gioco politico: ha capito benissimo che l’obiettivo nascosto di Forza Italia è quello di sostituire Piacentini che non “risponde” al Partito ma al sindaco.
E c’è un’altra questione: il Partito che ha preso il 4,5% alle ultime amministrative ed ha eletto due Consiglieri comunali ottenendo un assessore con deleghe di peso come Piacentini. Vero che non è stato rispettato il patto pre elettorale, altrettanto vero che la coalizione non ha vinto al primo turno ma è dovuta andare al ballottaggio e fare accordi con il dottor Mauro Vicano. Obiettivamente, i numeri non consentono di chiedere più di tanto.
Le possibili soluzioni

Ora arriva il momento del cinismo. Riccardo Mastrangeli ha in tasca diverse soluzioni. La prima è la blindatura per Adriano Piacentini, già fatta comprendere dal sindaco giovedì scorso quando ha messo nero su bianco che il “dottor Adriano Piacentini in questi due anni di consiliatura ha operato in maniera proficua e puntuale per l’Amministrazione stessa centrando gli obbiettivi posti dal programma che ci ha consentito di vincere le elezioni del 29 Giugno 2022″.
La seconda potrebbe essere un ristoro al capogruppo Azzurro Maurizio Scaccia che per un soffio ha mancato le scorse Provinciali ed è urtato proprio per il mancato appoggio della maggioranza; ma in questo caso il sindaco potrebbe giocare la stessa carta calata da Forza Italia con Piacentini: se vuoi il ristoro devi uscire dal partito in quanto s’è messo fuori da solo dalla maggioranza.
C’è una prima valutazione piuttosto evidente da fare: entrambi i protagonisti, Sindaco da una parte e Forza Italia dall’altra, hanno adottato precise ed acute strategie politiche nella gestione della crisi. In pratica si è arrivati dove entrambi volevano arrivare. Vediamo perché.
Lo spiegone

Forza Italia ha messo in campo un preciso “piano di attacco” che parte dal livello nazionale, passando per la Regione Lazio, fino ad arrivare alle amministrazioni comunali. Cioè: quella in atto a Frosinone ed in regione Lazio è solo una parte d’una strategia che mira a differenziarsi politicamente da Fratelli d’Italia. Linea dettata nelle settimane scorse da Marina Berlusconi con una eloquente intervista al Corriere.
È una strategia geniale e vincente. Perché gli spazi a destra sono ormai esauriti e sono stati appannaggio di FdI e Lega: che ora rischiano di pagarne il prezzo in termini di isolamento politico in Europa con tutto ciò che ne conseguirà per gli italiani. Le prossime elezioni si vinceranno al Centro: terreno politico storicamente di Forza Italia e dove sono rimasti senza un rappresentante ben 7 milioni di voti espressi da Carlo Calenda e Matteo Renzi, la cui egolatria esasperata ha portato ad eleggere nessuno in Ue. Ma ci sono anche i voti dei centristi migrati tra Lega, FdI e pure nel Pd e pronti a rientrare
Forza Italia adesso vuole (in Italia, nel Lazio ed a Frosinone) far “pesare” le proprie percentuali. In pratica, il partito ha messo tutte le proprie fiches sul tavolo delle Europee, puntando al sorpasso sulla Lega. E così è stato. Adesso si passa all’incasso. Punto. Nulla di improvvisato o non studiato a tavolino, prima. Nell’ambito del quale Forza Italia a Frosinone ha fatto chiarezza: sia all’interno del proprio gruppo consiliare che nei confronti del resto della maggioranza.
Si attendono altrettanto coerenti prese di posizione anche degli altri 3 consiglieri “malpancisti”.
Lo voleva pure Riccardo

Ma a questo punto della crisi voleva arrivarci anche Riccardo Mastrangeli. Sapeva già che la questione Frosinone, importante Capoluogo del Lazio, sarebbe arrivata in alto. Molto in alto: addirittura a Roma, sul tavolo nazionale. Non a caso l’onorevole Nicola Ottaviani, uno che sente Matteo Salvini almeno due volte al giorno, il 28 giugno aveva dichiarato che Mastrangeli nella gestione della verifica aveva la delega nazionale. Ergo la copertura integrale del Partito. Ad ogni livello. (Leggi qui: La Lega assegna una tutela nazionale a Mastrangeli).
Ottaviani aveva capito quale era la strategia forzista in atto ed ha preso le sue contromisure: inserendo Frosinone sul tavolo destinato ad occuparsi del caso Lazio. Tutti quindi sapevano già che se Forza Italia esce da una amministrazione di un Comune Capoluogo passando al semplice appoggio esterno, non può non succedere nulla, dopo. Diventa un “caso”. Appunto. Dove tutti i Partiti alla fine, per la risoluzione del caso, otterranno qualcosa.
Ora resta da capire la permanenza o meno in Giunta dell’assessore di Forza Italia Adriano Piacentini. Chiaro che Mastrangeli lo considera assolutamente strategico per l’esecutivo. Fino ad ora il Ministro delle Finanze del Governo Mastrangeli ha condiviso, mettendoci addirittura la firma, tutte le strategie assunte dal suo Partito. Che coerentemente con la dichiarazione di appoggio esterno all’amministrazione gli ha chiesto ufficialmente di dimettersi. Sia che lo farà, oppure no, in entrambi i casi rappresenterà comunque un problema: o per Forza Italia, o per il sindaco.
Il quale adesso ha un orizzonte dei prossimi 3 anni di consiliatura, senz’altro più chiaro e più semplificato. Andrà avanti con 16/17 consiglieri di fiducia e affidabilità certificata, facendo ricorso sempre, come per i 2 anni precedenti, alla seconda convocazione. Farà qualche piccolo aggiustamento in Giunta, probabilmente riconoscendo l’assessorato alla lista di Mauro Vicano. E parerà i colpi che inevitabilmente, oggi più di prima, gli arriveranno da Forza Italia.
FutuRa nel futuro

Nel frattempo, come se non bastassero i fatti accaduti nelle ultime ore, per non farsi mancare nulla, nelle ore scorse a farsi venire le coliche politiche è stato anche il civico Anselmo Pizzutelli. Che s’è lamentato per non essere stato convocato in occasione della crisi. “Se di svista non si è trattato allora devo ritenere che il sindaco ha pensato di non convocare il nostro gruppo consapevole che non siamo interessati alle poltrone ma solo ai temi amministrativi. Forse ci ha voluto risparmiare la delusione di comunicarci di non avere risposte da parte dei suoi assessori alle tante criticità denunciate dai cittadini e dai noi portate in consiglio comunale».
In più l’altra sera si è costituito anche un nuovo Gruppo consiliare. Ne fanno parte i Consiglieri Comunali di maggioranza Francesco Pallone (ex lista Mastrangeli), Teresa Petricca e Giovambattista Martino (ex Lista Ottaviani) che farà il Capogruppo. Si chiamerà FutuRa.
Un nome che già piace all’ex assessore all’innovazione tecnologica del Comune capoluogo Alessandra Sardellitti, che ieri con un post su Facebook con tanto di foto che li ritrae tutti insieme ha scritto:” il nome spacca. Già mi piace, spacca come voi. In bocca al lupo al nuovo gruppo consiliare di Frosinone. Siete i migliori”. Nello stesso momento si sono registrate diverse accelerazioni atriali all’interno di palazzo Munari. Chissà mai perché?