Le diverse strategie di Forza Italia alla Regione ed al Comune

Due prospettive per due diversi scenari: con la Pisana che si avvia a "risolvere" ed il Capoluogo che resta laboratorio elettorale

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il Segretario provinciale di Forza Italia Rossella Chiusaroli, nelle scorse settimane, ha perso più di qualche decibel di voce, rischiando l’afonia. Questo per spiegare che la posizione politica assunta dal suo Partito al Comune di Frosinone, non era collegata, né sovrapponibile a quella della Regione Lazio. Con certezza, lei personalmente ne è convinta: una concatenazione di fatti consente di dubitare della sua convinzione.

I fatti che portano ad associare la posizione assunta da Forza Italia al Comune di Frosinone con quella assunta in Regione Lazio sono gli stessi che hanno portato il Partito ad assumere una analoga posizione anche al Comune di Terracina ed a Viterbo, non facendo squadra con FdI e Lega alle Comunali di Civitavecchia, Palestrina, Veroli e Ferentino. Troppi per essere solo delle coincidenze: se non c’è una strategia comune allora è un metodo di lavoro. E nulla cambia.

Rossella Chiusaroli però dice la verità quando usa la parola ‘collegamento‘: la partita che Forza Italia sta giocando In Regione Lazio è autonoma da quella in atto a Frosinone e su tutti gli altri fronti. Cosa significa? Che risolvere la crisi in Regione Lazio può al massimo rasserenare il clima sugli altri fronti ma non sposterà di un centimetro le posizioni su cui Forza Italia si è assestata. Ogni fronte è una battaglia a sé stante. Ed ognuna viene combattuta con lo stesso metodo, nell’ambito della strategia. Che è quella complessiva di rivendicare per Forza Italia il ruolo dettato dal suo peso elettorale e dalla sua autonoma identità politica.

Parallele ma autonome

Pasquale Cirillo con Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

Per come si stanno evolvendo le dinamiche specialmente in Regione Lazio, le cose sembrano stare affettivamente così. Al Comune Capoluogo Forza Italia, in sede di verifica politico programmatica nei mesi scorsi aveva chiesto al sindaco Riccardo Mastrangeli l’azzeramento della Giunta.

Proposta evidentemente irricevibile da parte del primo cittadino: avrebbe significato rinnegare tutto quello che era stato fatto in due anni. Compresi i cantieri sbloccati, i parcheggi inaugurati, le scuole ristrutturate, le piazze rigenerate, i piloni in via di risanamento, i teatri recuperati (uno) o risanati (l’altro).

Non avendo avuto riscontro positivo, gli azzurri sono passati formalmente all’appoggio esterno. In pratica all’opposizione. Senza alcuna rappresentanza in Giunta. E con l’ex assessore del Partito Adriano Piacentini rimasto al suo posto al Bilancio, questa volta come tecnico esterno di fiducia del sindaco.

Una posizione dunque estremamente rigida, non flessibile. Caratterizzata dalla volontà di non proseguire il percorso amministrativo, nella logica della coalizione (FdI-Lega-FI) che aveva sostenuto Mastrangeli nel 2022. Legittimo, ci sta.

Azzurri più sornioni alla Pisana

Francesco Rocca

Nelle settimane scorse la Regione Lazio è stata sull’orlo del baratro. Rischiando di ritrovarsi nella stessa situazione di Frosinone. Come dimostra il ‘telegramma’ inviato al Governatore Francesco Rocca dal coordinatore regionale azzurro Claudio Fazzone. Dicendogli che Forza Italia è pronta a valutare la possibilità di ritirare i propri due assessori in Giunta pur garantendo il sostegno esterno alla maggioranza, se non dovesse ottenere un riconoscimento politico e amministrativo.

Per la precisione: “Facciamo parte della maggioranza, ora ci devono dare delle risposte e serve responsabilità”. In caso di mancato accordo il senatore aveva detto all’Agenzia Nova che “rinunciare agli assessori, ad esempio, continuando a votare il programma per cui siamo stati eletti, credo sia una linea corretta. Non abbiamo chiesto nulla perché spetta al presidente Rocca ed al Partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, proporre delle soluzioni. Il mio Partito ha posto un problema di cambiamento di numeri all’interno del Consiglio regionale.

Stessa strategia ma due partite autonome tra Regione – Comune. Ma anche due approcci differenti. Infatti in Regione Lazio non si registra altrettanta rigidità da parte di Forza Italia. Ma, al contrario, si apprezza una volontà di dialogo e di individuare una sintesi, un compromesso insieme al Governatore Francesco Rocca. Che comunque valorizzi e riconosca il nuovo oggettivo, e per questo incontestabile, “peso” in termini numerici in Consiglio regionale di Forza Italia. In un anno è passata da 3 a 7+1 Consiglieri regionali.

Livelli diversi, piani differenti

Claudio Fazzone (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Nessuna volontà di “rottura” insanabile con gli alleati. Né di altrui mortificazione. Specialmente della Lega. Perché due atteggiamenti diversi da parte di Forza Italia, a due latitudini diverse?

Innanzitutto il contesto territoriale. Il comune di Frosinone, per quanto capoluogo importante, non ha evidentemente il “rango” di ente regionale. Sono due livelli diversi. E’ come la serie A e la UEFA Champions League. L’abilità politica di Forza Italia nel Capoluogo, è stata quella di passare dalla maggioranza all’opposizione, anche se si legge appoggio esterno, senza ufficialmente rompere la coalizione. Semmai con il sindaco. Ma non con gli alleati.

Una non “rottura” a Frosinone può anche essere gestita, senza determinare però chissà quali clamorosi effetti. Almeno nel breve o medio periodo. Anche se tutto fa ritenere che nel 2027, alle prossime elezioni, Forza Italia possa recitare un ruolo da protagonista autonomo, anche in termini di candidatura a sindaco. Svincolato, rispetto a quello che faranno Lega e Fratelli d’Italia.

Un semplice appoggio esterno in Regione da parte di FI, invece, farebbe molto più rumore. Perché in questo caso, ed in questo ente, costituirebbe e verrebbe interpretato come una vera e propria rottura politica nazionale, con gli alleati. Infatti, sia per le materie trattate, su tutte quella sanitaria. Sia per le risorse finanziarie gestite (enormi), è impensabile di governare la Regione, da parte del Presidente Rocca e del centrodestra, senza la condivisione strategica e programmatica di uno degli alleati.   

Tutta questione di richieste

Riccardo Mastrangeli

Potrebbe durare per un po’. Ma poi alla lunga l’anomalia politica del Lazio avrebbe riflessi, in termini di alleanze, anche sulle prossime elezioni regionali. Quelle in Liguria, Emilia Romagna e Puglia. E, alla fine, arriverebbe anche al Governo. Con tutto quello che ne deriva.

Poi le richieste. Al Comune di Frosinone FI ha chiesto di azzerare la Giunta. Stop, senza se e senza ma. E senza alcuna subordinata, che poteva dare spazio a trattative. In politica ci sono sempre state e sempre ci saranno. Specie tra alleati. 

In Regione gli azzurri, pur minacciando eventuali appoggi esterni (come a Frosinone), hanno chiesto “soltanto” di ricalibrare o meglio, riequilibrare, il peso e la rappresentanza del Partito in tutti i contesti regionali. Ergo anche negli enti collegati. Se tra qualche giorno si troverà la quadra in Regione è ancora presto per dirlo.

Gli indizi sulla soluzione della crisi

Francesco Rocca

Molti indizi, e le dichiarazione dei protagonisti di queste ore,  fanno ipotizzare una soluzione positiva della crisi. Novità potrebbero essercene già entro la serata. Anche per tutti i motivi di strategicità del Lazio, spiegati sopra. 

Resta il fatto e l’atteggiamento diverso tenuto da Forza Italia a Roma e a Frosinone. A futura memoria. E a future elezioni.

Ai commentatori e agli analisti attenti delle dinamiche politiche, questa circostanza non è sfuggita. E, probabilmente, non è sfuggita nemmeno agli alleati.