
Nonostante manchino ancora 2 anni alle amministrative, la politica cittadina è in fermento tra incontri, cene più o meno carbonare, interviste ed articoli. I nodi del centrosinistra e del centrodestra. La posizione del PSI, il caso Forza Italia. Le legittime aspirazioni di Fratelli d'Italia
Diciamo la verità: la città di Frosinone, ormai da diversi anni, nel panorama politico regionale ha una rilevanza più di forma, che di vera sostanza. Nel senso che si fa riferimento al fattore capoluogo, esclusivamente come mostrine da esibire sulla divisa. Una forma di rispetto per il grado. Poi però le vere strategie militari e la destinazione degli approvvigionamenti, vengono decisi altrove e da altri: senza che quelli del capoluogo vengano tenuti in considerazione, spesso nemmeno consultati.
Questo fa pure comodo ai vertici dei Partiti: tutti, senza nessuna esclusione. Perché le partite che contano, come ad esempio le varie candidature alla Regione, al Parlamento o in Europa, i vari leader locali se le vanno a giocare direttamente a Roma, nelle Segreterie nazionali dei partiti. Non in virtù di una rivendicazione di territorio, che di battaglie unitarie non ne ha mai condotte e portate a casa nessuna. Ma esclusivamente personale o al massimo di corrente. Perché il territorio, ergo il capoluogo, conta poco ormai nella capitale. Purtroppo.
Dividi et impera

Ciò detto, è altrettanto vero che a livello locale Frosinone ha ancora un certo appeal. Ingolosisce tutti: Partiti, liste civiche e candidati vari. Poter dire esprimiamo il Sindaco del Capoluogo è ancora un bel biglietto da visita. Anche se un po’ ingiallito. In virtù di questa attrattività è evidente che le manovre per le prossime elezioni Comunali del 2027, per conquistare la fascia tricolore, siano già iniziate: con 2 anni di anticipo.
Politicamente questa consiliatura non ha più nulla da dire. E da dare. In tutti gli schieramenti: sia in chi governa, che in chi sta all’opposizione e chi sta in posizioni border line. Alcune veramente difficili da decifrare e comprendere.
Gli schemi tradizionali sono saltati
L’impressione è che nel 2027 sarà una battaglia completamente diversa, rispetto a tutte quelle vissute fino ad oggi. Sia nella forma che nella sostanza. La “storica” contrapposizione centrodestra versus centrosinistra, con molta probabilità, non verrà replicata nel 2027. Almeno per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.

La connotazione civica avrà un ruolo fondamentale questa volta. Forse addirittura superiore a quello dei Partiti. Intanto, il Comune denominatore in ogni schieramento è che nessuno vuole arrivare all’importante appuntamento elettorale impreparato.
Si spiegano così le riunioni, gli incontri, i caffè (più o meno carbonari), le cene (alcune fatte ad arte, altre invece consumate fuori Frosinone per non farsi “sgamare”), le interviste. Tutte mai così frequenti e numerose, come in questo periodo. Ed anche in questo caso in senso assolutamente trasversale. Nel centrosinistra, ad esempio, si registra un attivismo ormai quasi dimenticato. Con il Pd determinato (sembra) a riprendersi il ruolo di guida della coalizione Progressista a Frosinone. Facile a dirsi, terribilmente complicato a farsi. Perlomeno per 3 ordine di motivi.
I nodi dei Dem

Uno: i Dem devono prima risolvere il problema (grosso come una casa) della frammentazione correntizia al proprio interno. L’uno contro l’altro armati, non porterà da nessuna parte il Pd. Serve l’unità, come il pane. Soprattutto, l’attuale contrapposizione interna non gli restituirà l’autorevolezza necessaria per guidare, almeno a livello strategico, la macchina elettorale del centrosinistra tra due anni.
Due. La lacerazione dei rapporti tra Pd e Socialisti dura da più di 15 anni ed è stata lasciata colpevolmente incancrenire. Senza fare mai nulla per ricucire. Potrebbe non essere sufficiente dire” alle prossime elezioni bisogna fare l’alleanza con i Socialisti per costruire il campo largo a Frosinone”. Serve altro. Forse, non a caso, il Partito Socialista ha già intrapreso il percorso di avvicinamento a Frosinone 2027 con un proprio candidato sindaco, come nel 2022, con il Consigliere Comunale Vincenzo Iacovissi. E questa volta Gianfranco Schietroma non è disposto a fare un sacrificio nel nome della coalizione, ritirando il suo portabandiera.

Tre. La percezione è che la ricucitura tra Pd e il Partito dell’onorevole Gianfranco Schietroma, riconfermato per acclamazione da qualche giorno Segretario regionale, ci potrà essere solo se ai Socialisti verrà lasciata la possibilità di poter esprimere loro il candidato sindaco. (Leggi qui: Il PSI del Lazio tara la bussola: con Schietroma al timone di Segretario).
In ogni caso, nel capoluogo il campo largo del centro sinistra, almeno a livello di Partiti, è rappresentato solo da Pd e Psi. Non c’è alcuna traccia di M5S che forse a Frosinone è l’acronimo di “missing” (scomparso). Né di altri partiti di area.
La variabile Scalo

Esiste però un universo ancora inesplorato dalla sinistra. È quello dell’associazionismo, dei commercianti, dei comitati civici e di quartiere. In particolare dei Comitati dello Scalo, che nei confronti dell’amministrazione Mastrangeli sono tutti particolarmente “agguerriti”.
Parlare con lo Scalo (lo strategico quartiere della Stazione dove le elezioni si vincono oppure si perdono a Frosinone) per la sinistra significa parlare in primis con il Consigliere Comunale “malpancista” Anselmo Pizzutelli. E con lui con gli altri consiglieri Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone.

Inevitabile poi, per chiunque voglia avere la reale speranza di contendere la fascia tricolore al candidato del centrodestra, non coinvolgere i 3 Consiglieri della lista FutuRa Giovan Battista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. Come è impensabile non chiamare gli ex assessori Alessandra Sardellitti e Maria Rosaria Rotondi.
Hanno fatto parte della Giunta Mastrangeli e l’hanno lasciata con rapporti politici evidentemente non idilliaci e che della lista Futura sono entrambe parte integrante e sostanziale.
Situazione speculare nel centrodestra

Come è evidente, un campo largo (civico) è senz’altro possibile a Frosinone, ma va interamente costruito. Chi lo fa? Superfluo, anzi banale, affermare che Mastrangeli cercherà la conferma nel 2027. Con quale tipo di coalizione però non è affatto facile dirlo. Probabilmente, anche lui sta lavorando già ad una “squadra” caratterizzata dal civismo, rafforzata però dai Partiti. Lega sicuramente, Fratelli d’Italia è da vedere.
Nel 2022 è stato esattamente il contrario. Lo zoccolo d’uro per Mastrangeli è stato rappresentato dai tre Partiti del centrodestra storico (FdI-Lega e FI), più una importante componente civica fatta da diverse liste.

A proposito del rientro di FI in maggioranza, se ne parla da giorni. Ma se ne parla e basta: fatti concreti nessuno, né incontri ufficiali né riunioni sottobanco; la volontà reciproca è quella di restare come si sta oggi. E infatti, risultati ad oggi: zero carbonella.
La sensazione è che tutti (Sindaco e FI) “ufficialmente” lavorino per la ricomposizione del quadro del centrodestra, quello uscito dalle urne nel 2022. Ma solo perché Frosinone è il capoluogo, le famose mostrine a cui si faceva riferimento in apertura di ragionamento. Nella realtà, nessuno si straccerebbe i capelli se questo non accadesse. Specialmente in maggioranza, che notoriamente non è mai corsa dietro a nessun consigliere “malpancista”. Anzi. E forse nemmeno gli azzurri sono così ossessionati dal rientrare. Per avere così le mani libere nel 2027 e pensare ad una alleanza alternativa a quella che sosterrà Mastrangeli.
Il fattore-Fratelli d’Italia

Se il partito di Giorgia Meloni starà con Mastrangeli, oppure no alle prossime elezioni, fa tutta la differenza del mondo. Elementare Watson. I fratelli hanno fatto al sindaco precise richieste, sia in ordine al programma amministrativo (in particolare sulla mobilità urbana) sia in ordine alla condivisione delle scelte. FdI è il primo partito a Frosinone, sia per percentuali di voti, che per numero di consiglieri in aula.
I Meloniani, anche se non avranno tangibili riscontri politici, non strapperanno con Mastrangeli, fino al termine della consiliatura. Hanno una responsabilità enorme di tenuta dell’amministrazione, determinata dai numeri. Ma sono proprio quei numeri che legittimano determinate (più di una) aspirazioni sindacali nel partito tra 2 anni.
FdI proverà a spuntare la candidatura a sindaco di Frosinone fino all’ultimo nanosecondo utile. San Francesco diceva “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile“.