Cosa significa la nomina di Pasquale Cirillo a Commissario cittadino di Forza Italia a Frosinone. La reazione di Piacentini. La lezione che il centrosinistra continua a non voler apprendere
L’estate meteorologica in Italia non sta finendo, mentre quella politica (che imponeva una meritata sosta per tutti) sembra proprio di si. I Righeira dovrebbero rivedere il testo della loro canzone cult del 1985.
Lo si intuisce dall’attivismo dei Partiti, sia di Governo (alle prese con la spinosa e delicata questione sollevata da Forza Italia sullo Ius Scholae) che di opposizione. Sono proprio gli azzurri ed il centrosinistra a mandare segnali di particolare vitalità in questo fine agosto ancora caldo ed assolato. Segnali in proiezione futura, di medio e lungo periodo.
Doppia Forza Italia
Più blindato del Terzo Segreto di Fatima, nessuno è ancora riuscito a scoprire il motivo dell’incomprensibile assenza del senatore Claudio Fazzone alla tradizionale festa d’estate che ogni anno tiene al Salto di Fondi. È l’occasione per riunire tutti, generando al tempo stesso una potente ostentazione di forza elettorale. C’erano tutti anche quest’anno: mancava soltanto lui che è in qualche modo il vero padrone di casa.
Una vulgata vuole che in realtà non ci sia alcun mistero. E che ad impedirgli di raggiungere la festa sia stato davvero un contrattempo. Ma a prescindere dai contrattempi sia in atto un confronto politico con il presidente nazionale Antonio Tajani sui tempi e la portata delle scelte fatte nel Lazio dal senatore Fazzone che è coordinatore regionale.
Più concreti? Da mesi Forza Italia sta costruendo un profilo più centrista e meno appiattito sulle posizioni degli alleati Lega e Fratelli d’Italia. Nel Lazio si è arrivati a sfiorare lo scontro all’arma bianca in Regione con il Governatore Francesco Rocca per ottenere un riequilibrio della Giunta: dopotutto Fazzone ha raddoppiato i suoi Consiglieri ed al tempo stesso ha svuotato la Lega. Nel Comune di Frosinone si è arrivati a togliere la fiducia al sindaco Riccardo Mastrangeli (civico ma di designazione leghista). E nella Provincia di Latina Forza Italia governa con il Centrosinistra lasciando all’opposizione quelli che dovrebbero essere gli alleati.
Su cosa verterebbe allora il confronto in atto?
Cirillo commissario
Il confronto verterebbe proprio sui tempi dei due assedi politici: troppo rapidi per alcuni. Tanto da avere determinato irritazione ai massimi livelli: Matteo Salvini non ne ha fatto mistero e l’ha detto in pubblico. Impossibile a quel punto per Antonio Tajani non tenerne conto. (Leggi qui: L’avvertimento di Salvini a Forza Italia).
Vera o falsa che sia la vulgata, i fatti concreti dicono che il senatore sta continuando a rimodellare Forza Italia in provincia di Frosinone. Creando un gruppo dirigente completamente sganciato dalle vecchie dinamiche. Cioè? Dirigenti del tutto indipendenti dal periodo in cui il Partito nella provincia di Frosinone era in mano al duo Mario Abbruzzese – Pasquale Ciacciarelli oggi alla Lega.
Lo ribadisce la decisione presa in queste ore: affidare Forza Italia di Frosinone all’avvocato Pasquale Cirillo. La Coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli lo ha nominato Commissario Comunale di Forza Italia per il Capoluogo. “Avrà il compito di continuare a lavorare di squadra con il Capogruppo Consiliare Maurizio Scaccia e con tutti gli amici che si sono avvicinati in questi mesi a noi per far crescere ancora di più il nostro Partito”. Al di là delle chiacchiere è un ulteriore segnale all’ex sub coordinatore provinciale Adriano Piacentini, messo all’angolo perché considerato una proiezione del sindaco Riccardo Mastrangeli, più devoto a lui che al Partito. I fatti dicono che le cose stanno così.
Piacentini non se ne va
E Piacentini che fa? Il Partito lo ha sfiduciato ed è passato all’appoggio esterno al sindaco Mastrangeli. Che ha risposto tenendo in Giunta Piacentini: come tecnico di sua fiducia. I rumors dicono che Adriano Piacentini non lascerà Forza Italia ma darà battaglia in vista dell’imminente Congresso Comunale che si terrà in autunno.
Rossella Chiusaroli ha scelto come vice commissario l’Ingegnere Giancarlo Maura. Scelte che allontanano Forza Italia dalla maggioranza di governo a Frosinone, nella quale sono ancora presenti Lega e Fratelli d’Italia.
Centrosinistra senza unità
Il tema centrale nel dibattito di tutto il centrosinistra invece è quello di ritrovare, pur con dei distinguo di Partito, la necessaria unità della coalizione. Serve per accreditarsi come forza di governo del Paese, alternativa al centrodestra ed a Giorgia Meloni.
Sintomatici alcuni segnali. La battaglia condivisa da parte di tutti i Partiti di opposizione sul tema delle Autonomie. Era da tempo che non si registrava una condivisione, pressochè unanime, nei confronti di una contestata iniziativa di Governo. Altro segnale che si sta lavorando all’unità è il ritrovato dialogo tra il Segretario nazionale del Pd Elly Schlein e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. L’unico che ancora non ha capito cosa vuole fare da grande, politicamente parlando, è Carlo Calenda.
L’ex sindaco di Firenze ed ex presidente del Consiglio non sarà certo un mostro di affidabilità politica (Elly stai serena) ma non è certamente uno sprovveduto. Ha capito perfettamente che se vuole rientrare in un ruolo governativo deve necessariamente allearsi con il Pd, ergo con tutta la sinistra in Italia. Solo così si vince.
Divisi a Frosinone
In questa prospettiva unitaria nazionale, sorprende non poco come a Frosinone invece il centrosinistra non abbia ancora capito come l’unità della coalizione sia l’unica strada percorribile, per rendere contendibile al centrodestra il Comune Capoluogo nel 2027.
Il Capogruppo Dem Angelo Pizzutelli ci sta provando in ogni modo. Ma alcuni fatti oggettivi accaduti nel corso di questa prima metà della consiliatura nel centrosinistra cittadino fanno riflettere. Innanzitutto la totale mancanza di strategia comune e condivisa, almeno su temi importanti di particolare impatto sul capoluogo e sul sentiment dei cittadini. Sarebbe il minimo sindacale richiesto. Emblematico quello che è accaduto con il consiglio straordinario sul BRT aperto al pubblico, dove il documento di convocazione dell’assise è stato firmato solo da alcune forze politiche dell’opposizione e non da tutte.
Poi, le assenze sistematiche da parte di più di qualche consigliere di opposizione alle sedute del Consiglio Comunale. Sia ordinario che dedicato al question time. Undici consiglieri di opposizione contro 22 di maggioranza è già di per se stessa una lotta impari: se poi ci si presenta a ranghi sempre ridotti, diventa una mission impossibile mettere in difficoltà Mastrangeli. Che infatti non ci è andato mai, quantomeno per “merito” dell’opposizione.
Ognuno per se
Ed ancora, la spaccatura pressochè sistematica in sede di votazione delle delibere. I pochi Consiglieri di opposizione presenti in Aula quando si arriva al voto riescono a dividersi. Sempre. C’è chi si astiene, chi vota contro e, addirittura, in taluni casi, chi vota a favore.
La percezione che si ha a Frosinone, osservando l’azione politica dell’opposizione nominale (quella vera la fanno i 5 malpancisti eletti nel centrodestra) è quella di non voler disturbare (troppo) il manovratore. Sicuramente è solo una percezione. Ma questo è.
I numeri del 2022 invece dicono che nel Capoluogo al primo turno ci sono state 9419 persone che hanno votato per il centrosinistra e per l’avvocato Domenico Marzi come sindaco. Che equivale al 39,13%. Mentre nel turno di ballottaggio tra Mastrangeli e Marzi, il 44,68% dei votanti ha espresso la preferenza per la sinistra. Comunque 8719 persone: non sono poche. Tutta gente che si aspetta di vedere, nel corso di 5 anni di governo Mastrangeli, una opposizione presente, unita ed incisiva.
Le elezioni del 2022 hanno altresì stabilito che con il 12.49% il Pd è stato il primo partito del Capoluogo. Oggi sicuramente il primato è di Fratelli d’Italia. Ma è certamente da quel dato che il Pd e l’intera opposizione devono ripartire e cominciare a ragionare, in prospettiva Frosinone 2027.
Troppi rancori
I risentimenti personali mai superati, l’incomunicabilità tra Psi e Pd che pesa ormai da 15 anni, l’impossibilità / volontà di riconoscere una leadership nel centrosinistra cittadino, dentro e fuori l’aula consiliare, sono fatti che appartengono alla storia.
Bisogna guardare avanti e oltre. Se il centrosinistra volte seriamente tentare di vincere al Comune capoluogo, quando sarà. E se la lezione l’hanno capita perfino la Schlein, Renzi e Conte la possano capire anche i leader del centrosinistra cittadino.
Le teste pensati non stanno solo a Roma: ce ne sono di brillanti anche a Frosinone.