
Nelle prossime ore ci sarà il faccia a faccia tra il sindaco di Alatri Cianfrocca e l'ex presidente della Provincia Iannarilli. Per vedere se ci sono margini per uscire dalla crisi. Queste sono le ore più lunghe di Maurizio Cianfrocca, della sua maggioranza e di un centro sinistra che fatica a parlare.
La lunga domenica di Maurizio Cianfrocca ha il sapore dello street food che in questi giorni ha rivitalizzato un centro storico di Alatri in affanno dopo le tragedie che l’hanno scosso negli ultimi anni. La rassegna gastronomica questa sera chiude i battenti: se il cibo di strada rimarrà sullo stomaco del sindaco si saprà domani.
A turbare i suoi sonni non saranno né i peperoni né il tabasco: come il celebre cinghiale della pubblicità Effervescente Brioschi a tenere sveglio Cianfrocca è la crisi che in settimana è diventata evidente: la maggioranza che due anni e mezzo fa lo ha eletto non esiste più e per farglielo capirem, dopo avere revocato l’appoggio, FdI ed il capogruppo della Lega gli hanno fatto saltare il Consiglio comunale.

Le speranze del sindaco in bilico sono riassunte nel posto tra l’ironico ed il polemico affidato venerdì ai social: ha voluto rassicurare tutti che una soluzione si troverà lunedì quando si vedrà con l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli. Cioè l’uomo che lo ha messo all’angolo, facendogli pagare con gli interessi l’affronto subito già al primo Consiglio comunale: quando Cianfrocca fece sapere alla sua maggioranza di non affaticarsi a votare Iannarilli come presidente d’Aula perché lui stesso si sarebbe dimesso facendo cadere l’amministrazione un secondo dopo la proclamazione. (leggi qui: Cianfrocca senza maggioranza: il centrodestra va in frantumi).
Chi darà le carte

C’è un grande equivoco alle porte del confronto di lunedì. Non è chiaro chi sarà a dare le carte: sia il sindaco che l’ex presidente della Provincia (ed ex deputato, ex assessore regionale) sono convinti che saranno loro in prima persona a svolgere il ruolo del croupier, distribuire al tavolo politico le carte e dire all’altro Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Mettendolo nella condizione di giocare con quelle carte o abbandonare la partita.
Il sindaco è convinto di essere il croupier in virtù del suo ruolo e dell’avere vinto le elezioni. Antonello Iannarilli è convinto sarà lui a dare le carte perché sono i voti dei suoi Fratelli d’Italia ad avere determinato la vittoria elettorale di Cianfrocca, perché con la candidatura alle scorse Regionali ha incassato una messe di voti sfiorando il ritorno alla Pisana e comunque trionfando nella sua Alatri. Chissà se lunedì metterà anche questo sul tavolo: Iannarilli è arrivato ad un passo dal traguardo senza il sostegno dell’intera amministrazione, suscitando il primo amletico dubbio e cioè se tutti lo avessero sostenuto, la città Ernica avrebbe avuto un esponente alla Pisana?

Inoltre, ha saputo costruire un rapporto di fiducia molto stretto con il governatore Francesco Rocca, rispolverando una vecchia sintonia che risaliva al tempo della Regione Lazio targata Storace, di cui Iannarilli è stato autorevole ed ascoltato esponente. È diventato commissario di Ater Frosinone e strategicamente (a braccetto con il presidente di Saf Fabio De Angelis) non ha fatto mancare il suo sostegno a Civita Di Russo, candidata sulla quale Ricca s’è contato alle recenti Europee. Iannarilli e De Angelis hanno ottenuto un risultato apprezzato dagli esponenti regionali: ma hanno soprattutto convinto a suon di preferenze il deputato di punta di Fdl in provincia di Frosinone Massimo Ruspandini che da lì non si passa.
L’accordo interno a Fratelli d’Italia

Sia Iannarilli che Ruspandini non sono di primo pelo: al commissario Ater non interessa sconfinare nella gestione del Partito che è prerogativa di Ruspandini. Al quale, a sua volta, non interessa conquistare la roccaforte di Alatri per prenderne i voti dal momento che può averli quasi gratis al prezzo di un dialogo politico. Nei Partiti strutturati funziona così, si evitano conflitti inutili e si fa squadra.
L’accordo tra i due parte da un inviolabile caposaldo: ad Alatri Antonello Iannarilli deve poter avere mano libera, fino alle estreme conseguenze qualora Cianfrocca ed i suoi colonnelli non dovessero dare significative prove di cambiamento. Vere e sostanziali. L’abilità di Iannarilli deve essere quella di non umiliare il suo interlocutore, nonostante lo tenga per gli attributi: senza i voti di FdI e parte della Lega non si governa e si torna al voto.
Proprio per questo ha deciso di fare sponda il capogruppo della Lega Giuseppe Pizzuti, nonostante non abbia l’avvallo del Partito. Ex consigliere Provinciale, pure lui ha un conticino da regolare con Cianfrocca: se avesse imbastito una strategia e non avesse dato libertà di voto alle scorse Provinciali, Pizzuti oggi sarebbe ancora a Piazza Gramsci di Frosinone. Dopo la fallita rielezione ha rimesso nelle mani del sindaco la delega al personale. (Leggi qui: Pizzuti rompe anche con la Lega: i numeri non ci sono più).
Il rischio di fallimento

La sensazione è che l’estrema autonomia del sindaco Cianfrocca e la distanza siderale dalle dinamiche dei Partiti del centrodestra possano finire per fare la differenza. In negativo. Trasformando quel valore aggiunto elettorale, in un limite difficilmente colmabile.
È così come prima dello storico incontro tra il primo ministro britannico Winston Churchill ed il presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt, piazza Santa Maria Maggiore di Alatri stamattina appariva come la Baia di Terranova, dove i due leader firmarono la Carta Atlantica. Compresi scenari, future alleanze ed ambizioni più o meno celate, nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.
Iannarilli candidato sindaco, con il possibile sostegno di Pavia e Tarquini? Oppure Pizzuti, che avrebbe dal canto suo l’esperienza amministrativa, ma al contempo potendo spendere la carta del rinnovamento?
Ed a quel punto, ipotizza ancora radio piazza, cosa farebbe Cianfrocca. In molti giurano che sarebbe di nuovo in pista, forte dell’asse con il vicesindaco Roberto Addesse, che sembra l’unico ad avanzare nei rapporti con la Lega e nel consenso. Ancora: e se nell’estremo tentativo di trovare una sintesi si convocassero le Primarie modello Ottaviani a Frosinone?
L’eterno Fabio Di Fabio

Sulla convocazione delle Primarie parrebbe al lavoro anche il centrosinistra, con Fabio Di Fabio. È stato vicesindaco per dieci anni con Giuseppe Morini a guidare la città. Costretto a pagare dazio quando si è candidato sindaco: il ricambio fisiologico spesso prescinde dallo spessore dei candidati. Non ha abbandonato il desiderio di ripetere la partita, anche in una possibile alleanza con lo schieramento Pavia. Con il quale ha condotto e condiviso gli anni dell’opposizione.
Si fa strada la possibilità di uno scatto generazionale, con in testa il Segretario provinciale del Pd. Cioè quel Luca Fantini grande sponsor di Di Fabio alla scorsa tornata e che ora si aspetterebbe eguale sostegno.
Di certo il centrosinistra avrà bisogno di unità ed autorevolezza. Per questo non potrà non fare i conti con quel Giuseppe Morini, per tre volte sindaco vincente contro l’armata della destra. In molti sono pronti a scommettere che la vera partita si giocherà a Tecchiena, la frazione più popolosa, terreno di scontro e storici confronti. Lì il Partito di Elly Schlein può contare sulla forza dell’avvocato Bruno Marucci, per 10 anni presidente del parco dei Monti Ausoni. Soprattutto legato a doppio filo all’ex presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini.
La scelta del campo

Tutto questo rimbalzava nella torrida mattinata, tra quattro passi “dietro le mura”, tra il girone e piazza Santa Maria Maggiore. In attesa del grande incontro. Che Maurizio Cianfriocca ha convocato nel suo ufficio in Comune, trattandosi di una verifica politica formale ed ufficiale. E che invece Antonello Iannarilli vorrebbe tenere nel suo ufficio, diventato celebre perché videoregistrò l’incontro con il suo avversario Patrizio Cittadini. Che provò a negare quel tentativo di accordo elettorale, venendo smentito dalle immagini.
In quell’ufficio, Maurizio Cianfrocca si è sempre rifiutato di entrare. Se si vedono lì è un primo inequivocabile segnale.