
La crisi (di nervi) che in queste ore si sta prefigurando in Regione: cosa potrebbe accadere nelle amministrazioni cittadine gestite dal centrodestra? Il caso di Anagni
Si chiama effetto domino. La Treccani lo definisce come “l’innesco a cascata di eventi indesiderati da parte di un evento primario“. In ambito letterario viene chiamato anche effetto farfalla; lo schema secondo il quale alcune “variazioni nelle condizioni iniziali producono variazioni grandi e crescenti nel comportamento successivo dei suddetti sistemi“. Il punto di partenza è l’idea che tutto è collegato. E che dunque ogni variazione di un equilibrio prestabilito ha conseguenze imprevedibili.
Se tutto ciò è valido in Fisica ed in Geografia, a maggior ragione lo è in Politica, l’ambiente che per definizione è dominato da relazioni variabili. Prendiamo ad esempio la crisi (di nervi) che in queste ore si sta prefigurando in Regione nella maggioranza capitanata da Francesco Rocca. Una tensione scatenata dalla minaccia della Lega di sfilarsi dalla coalizione regionale, paventando l’appoggio esterno. (Leggi qui: Altolà della Lega a Rocca: più rispetto o ce ne andiamo).
Una minaccia silenziata dallo stesso Rocca. Che, senza tanti giri di parole, ha fatto sapere che “ce ne faremo una ragione“. Un modo elegante per dire che lo scenario prefigurato dai salviniani non fa poi così paura. (Leggi qui: Salvini avverte Rocca: “Gli uomini soli al comando non vanno lontano”).
Effetto farfalla su Anagni

Fino a qui lo scenario regionale. Ma (si diceva appunto dell’effetto farfalla) quali possono essere le conseguenze a livello locale? Ovvero, premesso che si tratta di una crisi sul piano solo teorico e difficilmente andrà oltre le scaramucce verbali, cosa potrebbe accadere nelle amministrazioni cittadine gestite dal centrodestra a tema Forza Italia + Fdi + Lega in caso di aumento della tensione regionale?
Posto che le diplomazie sono già all’opera, il tema riguarda comunque Anagni. Nella cui maggioranza la Lega esprime al momento un assessore (Vittorio D’Ercole), un consigliere comunale effettivo (Antonio Necci) ed un consigliere civico con fortissime simpatie leghiste (Guglielmo Vecchi). Tutti si sono precipitati a far sapere, in via informale, che anche in caso di rottura regionale le cose in città non cambierebbero.

Anche perché (come hanno detto alcuni degli esponenti della coalizione), il leghista Pasquale Ciacciarelli è l’unico al momento che abbia fatto davvero qualcosa di concreto a livello di fondi per la Città dei Papi. Difficile pensare che un’uscita della Lega dal governo della Regione passerebbe senza alcuna conseguenza a livello locale.
Lega schiacciata
Del resto, che ad Anagni la Lega sia in sofferenza da tempo, schiacciata da una Fi in ascesa e da Fdi da tempo dominante, è risaputo. E nonostante l’azione di alcuni pontieri in maggioranza, i dissapori tra i succitati partiti e la Lega restano.

Uno scenario che sembra stia facendo riflettere anche Giuseppe De Luca, inizialmente dato come già acquisito in maggioranza proprio con la Lega. E che invece, proprio in seguito agli ultimi eventi, potrebbe decidere di passare sì in maggioranza, ma con Forza Italia. Una mossa che certamente non tranquillizzerebbe i rapporti tra le anime del centrodestra cittadino.