Legge regionale, Maura la boccia e dà l’alt alla “distorsione territoriale”

Daniele Maura critica l'attuale legge elettorale per la sua distorsione territoriale. Che penalizza province come Frosinone. Propone una riforma per migliorare la rappresentatività, garantire una distribuzione equa dei seggi e sostenere la stabilità politica nel governo regionale.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

È vicepresidente della Commissione Sviluppo economico ed Attività Produttive alla Regione Lazio ed è uno dei consiglieri regionali più attivi sul fronte della mission che gli compete istituzionalmente. Tuttavia Daniele Maura è anche un esponente di rango di Fratelli d’Italia, sia in seno alla Pisana che a livello della provincia di Frosinone, vale a dire che è uomo “di Roma” e della Ciociaria al contempo.

E soprattutto è un politico appartenente ad un Partito che nel 2023 ed in occasione dell’ultimo voto alla Pisana, prese l’intero premio di maggioranza, quello statuito da una legge elettorale sulla cui “giustezza” ultimamente si stanno interrogando in molti.

Maura è quindi in un certo senso una “figura ponte” tra l’utilità strutturale per i Partiti di quella legge e la deprecabilità del suo “peggior difetto”.

Il “peggior difetto” della regola attuale

Daniele Maura

Quello cioè di non garantire una rappresentanza territoriale adeguata a ciascuna singola provincia, sbilanciata com’è a favore delle strategie di bandiera. L’esempio più lampante nel 2023 è stato il caso dell’assessore Pasquale Ciacciarelli (Lega) ha raccolto 14.030 preferenze nella circoscrizione di Frosinone ma non sono bastate per essere eletto. Al contrario, al suo collega di Partito Angelo Tripodi sono bastati 8.119 voti in provincia di Latina per conquistare il seggio in Consiglio Regionale.  Ma c’è anche il caso di Rieti: con 150mila abitanti ha eletto 2 Consiglieri regionali, la provincia di Viterbo ne ha 300mila cioè il doppio e sempre 2 ne ha eletti, mentre Frosinone ha mezzo milione di abitanti (tre volte Rieti) e ne ha eletti solo 3. (Leggi qui: Quella Legge Elettorale che nel Lazio semina ingiustizie. E leggi anche I disastri della Legge Elettorale: Storace «Io la soluzione la trovai»).

Daniele Maura ha le idee decisamente chiare sui margini di modificabilità di quella legge, tanto chiare da averle espresse con un tema cardinale: quello della “distorsione territoriale”.

Lo storico recente dei risultati elettorali a livello regionale ha evidenziato un’anomalia legata alla vigente leggere elettorale regionale. Mi dice il suo parere sullo stato dell’arte?

“A mio parere è innegabile che vi sia una distorsione generata dall’attuale legge elettorale regionale. Io credo che non vi sia garanzia di rappresentanza tra il voto popolare e la rappresentanza in Consiglio regionale. E basti pensare al numero di rappresentanti espressi dalla provincia di Frosinone. Provincia che ha espresso nella scorsa tornata elettorale solamente 3 consiglieri regionali pur rappresentando ben 500mila abitanti”.

Il criterio di rappresentanza demografica e territoriale è di fatto il solo modo per garantire rappresentatività armonica e graduale a tutti i territori. Cosa non funzionò quando venne abolito il “listino” di Francesco Storace?

“La lista regionale bloccata, il cosiddetto listino garantiva almeno la rappresentanza territoriale e, la governabilità. Con l’abolizione del listino, affidando tutta la rappresentanza alle sole circoscrizioni provinciali, si è avuta una sotto-rappresentazione delle province”. Questo a favore di Roma e dell’area metropolitana romana”.

Lei oggi è uno degli uomini chiave della maggioranza alla Pisana: ritiene che le legge elettorale attuale debba essere cambiata?
Daniele Maura (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

“Reputo sia opportuna. Una riforma della legge elettorale regionale appare oggi necessaria, per almeno tre ordini di motivi: riequilibrare la rappresentatività. Perciò garantendo tutti i territori e garantendo altresì un numero consono per ogni provincia in base al numero di abitanti, riducendo magari la rappresentanza di Roma o in alternativa aumentando il numero dei consiglieri. (Numero) che a mio parere per una regione come il Lazio è troppo ridotto. Basti pensare al numero di consiglieri regionali eletti in regioni molto più piccole, penso ad esempio al Molise o Umbria”.

Cosa pensa del premio di maggioranza? Favorisce i partiti e sminuisce la volontà popolare o mette a regime entrambi?

“Credo che il premio di maggioranza sia indispensabile per garantire la stabilità politica, permettendo a chi vince di poter governare. E questo senza essere ostaggio di ‘ricatti’. Certo sarebbe utile introdurre anche il vincolo di mandato, sembrerà poco democratico? Io credo di no”.

Mario Abbruzzese ha denunciato la necessità di cambiare la legge attuale ad abolire la Commissione regionale che di quella legge è naturale estensione: ha fatto bene, ha fatto gioco o ha fatto il difensore d’ufficio di Pasquale Ciacciarelli?

“Sono contento che Mario Abbruzzese abbia detto che la legge elettorale vada cambiata, non credo che voglia solo difendere Pasquale Ciacciarelli. Semplicemente credo che alla prova dei fatti si sia reso conto che questa legge elettorale, che era nata con l’intento di tutelare le province, non funziona troppo bene. Per usare un eufemismo”. (Leggi qui: Abbruzzese e “l’accordo armonico” per cambiare la legge elettorale regionale).