
La nuova mission della Knds (ex Simmel Difesa). Con il suo progetto per la produzione di nitrogelatina. Una spinta al riarmo in un quadro sempre più complesso: soprattutto per l'Europa
Si chiama nitrogelatina. E’ il composto di base utilizzato come materia prima per la produzione di propellenti per le armi. Tra le multinazionali più note nella creazione di questo prodotto c’è la KNDS Ammo Italy, ex Simmel Difesa, leader europea nella difesa terrestre e navale.
Uno dei più importanti produttori di munizioni di medio e grosso calibro, con vendite in più di 50 paesi in tutto il mondo e una leadership riconosciuta nel settore delle munizioni navali.
Due stabilimenti tra Ciociaria e Roma

La KNDS ha, sul territorio, due stabilimenti: uno a Colleferro, riservato alla produzione di munizioni. L’altro ad Anagni, quello della ex Winchester, utilizzato per la “demilitarizzazione” dei colpi di artiglieria; di fatto, un processo inverso a quello della produzione. Si separano i componenti inerti da quelli esplosivi, con recupero degli inerti per il relativo conferimento e dell’esplosivo per il suo riutilizzo nel campo degli esplosivi industriali per uso civile.
Questo, almeno, accadeva finora. Perché il progetto che attualmente è in fase di valutazione ambientale presso la Regione Lazio, potrebbe cambiare radicalmente la situazione.
Il supporto al munizionamento
Tutto nasce da una cosa chiamata Asap; un acronimo che sta per Act to Support Ammunition Production, cioè Atto di supporto alla produzione di munizioni. In pratica, un progetto su vasta scala per ampliare gli armamenti in Europa. Un progetto nato nel 2023 quando, dopo l’emergenza legata alla guerra in Ucraina, si è palesata la necessità di aumentare il potere militare in Europa.

Fu il Segretario Generale della Difesa, il generale Luciano Portolano, a metterlo bene in chiaro nel corso di un’audizione in Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato. È il Direttore Nazionale degli Armamenti, responsabile massimo della politica per la produzione di materiali per la Difesa: se servono missili o cartucce, carri armati o droni, si deve passare da lui. Ed a lui sta dove trovarli, come e dove fabbricarli.
Uno scenario che ha portato la KNDS a valutare la possibilità di riconvertire in modo “attivo” lo stabilimento di Anagni, situato nella parte bassa della città dei papi, a poche centinaia di metri dall’autogrill La Macchia. Nasce da qui l’idea del progetto di ampliamento della struttura anagnina.
Ampliare su 11 capannoni?
Un sito molto consistente; 11 capannoni, su una superficie di circa 35 ettari, finora usato come deposito ed impianto di demilitarizzazione. L’obiettivo del progetto è, come detto, quello di convertirlo per la realizzazione di nitrogelatina, una sostanza che contiene la nitroglicerina. Ma che ha il vantaggio di essere molto meno instabile e pericolosa del noto esplosivo.
In caso di valutazione complessiva positiva e di partenza effettiva dell’impianto. al regime e la struttura potrebbe arrivare a realizzare circa 150 kg di Nitrogelatina all’ora.
In attesa del responso

In attesa del responso della Regione Lazio, che potrebbe, in caso di esito positivo, far partire ufficialmente i lavori per il completamento della struttura previsto entro il 2026, l’idea di realizzare armi sul territorio non ha reso felice molta gente. Tra gli altri, ad Anagni, i componenti del coordinamento di centrosinistra. Ovvero gli esponenti del Partito Democratico, di Sinistra Italiana, dei 5 Stelle, e di Possibile.
Hanno fatto sapere di essere “preoccupati per il piano produttivo, attualmente in fase di autorizzazione ambientale, presentato dall’azienda che gestisce il sito ex Winchester”. Un sito che “svolgeva finora attività di demilitarizzazione” e che potrebbe, tornare “a produrre materiali esplosivi”. Con un “prezzo salatissimo, dal punto di vista del maggior inquinamento e dei rischi”.
A rendere il centrosinistra locale particolarmente critico sul tema c’è anche il lavoro fatto nelle ultime settimane per approntare un piano di salvaguardia e rilancio del polmone verde de La Macchia di Anagni. Un progetto che sarebbe stravolto dal nuovo stabilimento.
L’appello alla Pisana

Di qui l’appello (è prevista un’imminente interrogazione parlamentare) a Regione Lazio, Amministrazione provinciale di Frosinone e Comune di Anagni.
Perché “facciano quanto di competenza, per fermare questo pericoloso percorso che pregiudicherebbe la salubrità e l’integrità di un’area – tutt’ora zona Sin- che va rilanciata e messa a sistema come area naturalistica e non offerta all’industria bellica, per la produzione di armamenti”.
Un appello rivolto anche “alle cittadine e ai cittadini di Anagni e del territorio”. Per evitare quello che viene già chiamato il nuovo schiaffo di Anagni.